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Origine del nome Maddalena

Vi sarete chiesti perché l’Isola di La Maddalena si chiami così. Perché attesta il culto nei confronti della santa Maria Maddalena che veniva chiamata La Maddalena cioè abitante di Magdala. Il nome di un luogo è una derivazione dal personaggio storico o di fantasia a cui è legato . Molte volte il personaggio vi è nato, morto o solo ci è passato in quel luogo che dal personaggio ha preso il nome.

Per noi niente di tutto ciò. Nel nostro caso ci sono solo delle leggende che ne attestano la derivazione già da più di 800 anni e documenti quali mappe e carte nautiche che indicano il nome dell’isola più grande del nostro arcipelago già dal 1527 come isola di Maria Maddalena. Alcune leggende sono conosciute quasi da tutti, altre sono le così dette leggende locali conosciute in uno spazio circoscritto, nate dalla fantasia e poi dimenticate e riscoperte ma quasi sempre ampliate, passando di bocca in bocca, arricchite di particolari e a volte persino radicalmente trasformate.

Nel caso di Santa Maria Maddalena esistono una serie di leggende che trattano della vita della Santa dopo la morte di Gesù Cristo facendo confluire in una unica figura 3 donne evangeliche: Maria di Magdala, di cui sappiamo solo che era una indemoniata guarita da Gesù che la liberò da 7 demoni e che seguì Gesù aiutandolo materialmente con i suoi beni e sarà la prima testimone della sua resurrezione. -Maria di Betania, benestante, amica di famiglia di Gesù assistette alla resurrezione di Lazzaro, suo fratello, e estasiandosi, seguì gli insegnamenti di Gesù, senza badare alle faccende di casa differentemente da sua sorella Marta. – Poi nella figura della anonima peccatrice che unse, con balsamo prezioso, il capo e i piedi di Gesù, lavandoli con le sue lacrime e asciugandoli con i suoi lunghi capelli, in casa di Simone il fariseo, in Galilea, agli inizi della vita pubblica, secondo Luca.

Mischiando queste tre figure venne fuori, per conciliare il tutto, una sorta di ex prostituta pentita nata da nobile e ricca famiglia e che dopo la conversione si dedicò alla sussistenza di Gesù.

Fin qui sono tutte libere interpretazioni tratte dai vangeli canonici, il fatto si complica quando si hanno contaminazioni con i vangeli non canonici, quindi non attendibili, infatti si arriva a sostenere che fosse addirittura sposata con Giovanni e che fosse prediletta da Gesù tanto da suscitare la gelosia di Pietro.

A queste fantasie si sommarono le leggende su di una omonima Santa Maria “l’egiziana” che visse penitente, da anacoreta, dopo aver vissuto una vita dissoluta . Le vicende si sommarono e ci fu un ricalco tra le due Marie.

Tutte queste leggende confluirono nell’epoca delle crociate ne la “legenda aurea” una sorta di storia molto romanzata e colorita della vita dei principali santi curata da un dotto vescovo di Genova, chiamato Jacopo da Varazze che ebbe un successo e una diffusione così capillare, da essere considerato un vero best seller nella storia della diffusione della fede, secondo solo alla Bibbia ed ai Vangeli. Nella Legenda si narra, per Santa Maria di Magdala, che, dopo la morte di nostro Signore, ella dopo un prodigioso viaggio per mare sbarcò a Marsiglia per evangelizzar quel popolo e il suo Principe attraverso un miracolo così detto del Principe di Marsiglia dove venne guarita da morte apparente la Principessa che dette alla luce un figlio durante un viaggio per mare sulla rotta che da Marsiglia porta a Roma.

La Principessa fu sepolta su di un’isola “pietrosa e ventosa” e, dopo due anni, madre e figlio furono ritrovati vivi e sani per grazia di Santa Maria Maddalena a cui erano stati affidati dal Principe che, fermandosi nel viaggio di ritorno sull’isola, volle recuperare e riportare in patria le spoglie della sua famiglia. Il racconto continua con l’eremitaggio della Santa penitente nel bosco vicino a Marsiglia e narra dell’elevazione in cielo 7 volte al giorno da parte degli angeli con il totale rifiuto di nutrimento per ben 30 anni e la sua morte dopo una comunione data dal vescovo Massimino in persona. Il riferimento all’isola tra le Bocche di Bonifacio è con l’isola pietrosa e ventosa del miracolo che ben si adatta per la natura del terreno e per la sua posizione geografica.

Questo Prologo in quattro semplici scenette vuole aiutare a capire come sia stata tramandata la Leggenda su la santa e la nostra isola. Sono quattro momenti storici in ordine cronologico dai giorni d’oggi fino al 1777. Inizia con una possibile scenetta ambientata nel 2000, per poi passare ad una ambientata nei primi del 1900 poi ai primi del 1800 e l’ultima parte del prologo è una scenetta tratta da un testo originale del 1777 chiamato”Contrasto Corso Sardo” sulla questione della sovranità da parte della Corsica francese e il regno Sardo Sabaudo sul nostro arcipelago.

In ogni scenetta si presenta il problema del perchè l’isola sia dedicata alla Santa e lo si esplica nel modo e nella cultura del tempo facendo capire cosa sia rimasto nella sedimentazione culturale della primitiva leggenda e cosa si sia adattato ai tempi o cosa si sia riscoperto. Il percorso parte dai nostri giorni come in una sorta di scavo archeologico della mente per arrivare alla più antica testimonianza.

Le leggende legate a Santa Maria Maddalena sono due, una sulla statua della Santa ritrovata a mare in una epoca remota e l’altra è quella che identifica come abbiamo detto l’isola del miracolo con la nostra isola. I dialoghi sono probabili perché ogni cosa che viene detta è documentata e può avere un riscontro.

L’ambientazione scenica è volutamente Cala Gavetta, il cuore della città, che si presta a capire la evoluzione che ha avuto la Cala: dalle malfamate baracche settecentesche al condominio di lusso nella casa più importante del porto, casa Azara Millelire.

Lo spettacolo vero e proprio è la lettura del testo medioevale inglese che è una versione tradotta della Legenda Aurea dove è stata posta in evidenza la bellezza dell’episodio del miracolo del Principe per dare una lettura corretta facendo così riacquisire ad un pubblico più vasto fatto di maddalenini ma anche di turisti questa, riscoperta, tradizione isolana che fa di questa isola l’isola del miracolo quindi l’isola dedicata a santa Maria Maddalena, apostola di Gesù, e che da lei prende il nome. 

Articolo del ricercatore e  scrittore maddalenino Antonio Frau

Maddalena (Isola), nesonimo dell’omonimo arcipelago, nelle Bocche di Bonifacio, sarebbe attestato, per la prima volta, nel 1577. Poi Isola di La Maddalena.
Quando i sardo piemontesi presero possesso dell’isola, nel 1767, si diressero subito al villaggio, denominato dagli isolani “Guardia della villa”.
Un altro toponimo, noto come Guardia Vecchia, distante in linea d’aria dal primo circa un miglio, era ubicato in posizione dominante sull’intero arcipelago e sarebbe stato diverse volte ristrutturato fin dal 1283, per cui si ipotizza che il primo nucleo possa anche essere stato molto ma molto più antico, accarezzando addirittura il periodo preistorico.
Il nesonimo La Maddalena deriva di fatto dall’ebraico MGDL>Migdal>Magdal, e significa «torre», fin dalla prima volta che appare nella Bibbia. Il vocabolo Magdal, correntemente, si può riferire pure ad un «fortino».
A volte, invece, migdal si riferisce semplicemente a un punto privilegiato di osservazione molto elevato, oppure a una torre ben fortificata come quelle che proteggevano i portici e le mura della città più antiche della storia. In Neh 8.4 il vocabolo indica comunque un pulpito, un elemento rialzato o una piattaforma di pietra.
Si trova traccia di questo vocabolo in ugaritico, aramaico, siriano e accadico. Il termine si incontra una cinquantina di volte anche nell’ebraico biblico.
In Sardegna, Angius, descrivendo la voce Capoterra, scrive di vestigia romane nella zona denominata La Maddalena tra Karalis e Nora, dove sorge una torre di avvistamento. Nel 1292 Gioacchino Morello, genovese, nel corso della guerra coi pisani, in quella spiaggia sbarcò con i suoi uomini e incendiò e distrusse alcune torri.
Si registrano in tutto il mondo decine di toponimi analoghi o comunque con la stessa radice, riferiti sempre a siti con importanti torri di avvistamento o di difesa: Spagna, Portogallo, Magdalen Island, Magdala in Palestina, Magdalena in Colombia, in Perù, in Messico, in Argentina, in Marocco; vi è poi Magdeburgo in Germania orientale, piazzaforte dei Sassoni, La Maddalena di Alghero, (sul lato delle mura prospiciente il porto vecchio s’innalza la Torre della Maddalena (de la Magdalena), costeggiata da gradinate che danno accesso all’omonimo forte). Si rammenta pure un Lenisa, che ha alla base il nome Lena, ipocoristico aferetico di Maddalena. Nota è pure Magdalu (sul fiume Khabur-Siria), con le stesse caratteristiche citate.
Il nome latino Magdalena(m) risale, anche in questo caso, come il parallelo greco Magdalene, alla tradizione del Nuovo Testamento, nel quale appare chiaro che il nome era legato alla provenienza (Maria della Maddalena), cioè al nome del villaggio palestinese di Magdala (riconducibile all’ebraico Migdal per “torre”).
In sumerico esiste anche una Madala<Ma-da+la=terra dell’insediamento, che ci riporta, guarda caso. al valore etrusco di Ilva=luogo dell’approdo, dove si erge una torre di osservazione.

Tratto dal libro “MGDL e dintorni” di Giancarlo Tusceri