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Piante delle sabbie

Articolo della ricercatrice e  scrittrice maddalenina Giovanna Sotgiu.

Durante una passeggiata sulle nostre coste sabbiose potremmo renderci conto della ricchezza della vegetazione e dei colori che esplodono in questi mesi autunnali e primaverili per spegnersi, poi, in estate: il lilla della violacciocca selvatica, il rosa della silene e della cakile, il giallo delle euforbie, della santolina, dell’erba medica marina.

Fatte per resistere ai forti venti, agli spruzzi dell’acqua salata e all’azione di smeriglio del vento, per vivere sulla sabbia queste piante hanno adattato il loro apparato radicale che, con le lunghe e flessuose radici, è capace di penetrare per consistenti tratti alla ricerca della poca acqua necessaria alla loro sussistenza.

Tale loro necessità costituisce la migliore difesa contro l’arretramento del litorale: occupando gran parte della spiaggia non direttamente battuta dal mare, esse imbrigliano i granelli opponendosi alla forza del vento e dell’acqua. Noi invece, a volte insensibili, egoisti o ignoranti, non diamo alcuna importanza a questa salvaguardia naturale, che non costa nulla, e consentiamo che le macchine arrivino fin sulla spiaggia, che i fuoristrada la saccheggino, che i chioschi delle bibite, con tutto il loro apparato, vi sostino per mesi; oppure, magari per liberarci dalle alghe o dai “fastidiosi” ciottoli, interveniamo con mezzi meccanici che distruggono la preziosa flora. Ricordo che una azione di questo tipo è stata fatta alla spiaggia del relitto di cala Andreani circa quindici anni fa. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: oggi la spiaggia sta arretrando e anche in piena primavera è vuota di colori: le poche piante rimaste, abbarbicate a piccole dune faticosamente ancora protette, testimoniano delle nostra insipienza.

Notate abbassu a’ Trinita o a Monti d’arena là dove passano le ruote di veicoli: la sabbia fina non c’è più e neanche il gioco del vento riesce a riportarla indietro. Anche l’eccessivo calpestio può essere una causa della scomparsa della provvidenziale flora delle sabbie: pensate che sia così difficile limitarsi a passare solo su percorsi ben definiti per raggiungere la spiaggia e non sciamare dappertutto?

Giovanna Sotgiu – Co.Ri.S.Ma