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Il “Plastico Italia” di Stagnali a Caprera

Non tutti hanno presente, che l’attuale opera restaurata dal Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena a Caprera “Centro di Educazione Ambientale”, nei primi anni del 1900, era una Caserma dei Bersaglieri e vi era distaccato il XXV Battaglione Bersaglieri, che nella prima Guerra Mondiale sì fece onore e scrisse pagine memorabili dell’eroismo dei suoi soldati piumati.

Nel 1961, fu organizzato il I° Raduno che ebbe inizio simbolicamente il 21 Aprile a Caprera, dove si costituì il glorioso battaglione e citato dal Generale Cadorna all’ordine del giorno, “per le brillanti prove di valore dei Bersaglieri Sardi partiti da Caprera”.

Dei 600 militari Sardi partiti da Stagnali, circa 250 non fecero ritorno nella loro Isola, altri furono feriti, ma pochi catturati sull’altopiano d’Asiago dagli Austriaci. Fino all’ultimo giorno di guerra, furono inquadrati nel 14° reggimento bersaglieri che dettero alla patria valore e sacrificio.

In quest’atmosfera di vita e di spirito di corpo, si forgiavano i Bersaglieri orgogliosi di far parte del Corpo della Sardegna che molto onore e gloria aveva dato alla causa Italiana, iniziarono i lavori di costruzione del plastico nel marzo del 1910.

Il Sottotenente Furio Monticelli che ne fu il disegnatore e il direttore dei lavori, appartenente al 3° reggimento Bersaglieri di Livorno, fu destinato al XXV battaglione distaccato a Caprera.

Arrivato al XXV battaglione il cui comandante era Ten. Col. Giovanni Maggiotto, il Monticelli che era già stato informato da notizie particolareggiate sull’originalità della sua attività educativa e addestrativi, le quali si distaccavano di parecchio da quelle normali, si augurava che il periodo destinato a Stagnali non fosse peggio di altri comandi.

Poco tempo dopo il suo arrivo, il Comandante Maggiotto ebbe l’idea di far costruire, sul piazzale antistante la banchina del porticciolo, un gran plastico in cemento raffigurante l’Italia e le sue isole, con indicate tutte le regioni, province, distretti, in modo che un bersagliere ponendosi in piedi sull’isola di Caprera, potessero volgere la fronte al suo paese e mandare un saluto alla mamma lontana.

La vita del distaccamento divenne quanto mai movimentata Era un correre, un agitarsi da mattina a sera. Lui, Maggiotto, era sempre presente, piombava, a cavallo della “Teresa” in piazza d’Armi e reparti dovevano istantaneamente fermarsi e presentare le armi. Guai un istante d’incertezza o di titubanza; erano “pipe” formidabili che toccavano a tutti: capitani, tenenti e sottotenenti.

I canti suoi preferiti erano “ Il bersagliere in Crimea” di Robaudi ed il “Silenzio” con parole sue. Voleva che questo si cantasse tutte le sere dopo la ritirata e lui stesso, in mezzo ai bersaglieri con la sua voce stentorea dava il tono e cantava.

Voleva che le sue “massime” fossero scritte da per tutto, “Chi accampa difficoltà è uomo che fa pietà” e doveva essere scritta dentro e fuori d’ogni casermetta. Tutti dovevano essere pronti a fare qualunque cosa era ordinata e senza titubanza “L’ITALIA” si comincio a realizzarla nel marzo del 1910. Il Comandante aveva ottenuto dalla Marina cemento e materiali vari. Un drappello di bersaglieri fu incaricato di raccogliere la ghiaia; una decina di zappatori adibiti alla costruzione del plastico. Il tempo assegnato, un mese, si lavorava con il massimo impegno e nel mese d’aprile del 1910 il plastico era pronto Approfittando della venuta a La Maddalena del Principe di Udine, alla sua presenza, e presenti l’ammiraglio Faravelli Comandante Militare e Marittimo della Piazza e i comandanti dei distaccamenti Caprera e de La Maddalena, l’ITALIA fu solennemente inaugurata.

Soddisfatto di vedere realizzata la sua idea, ed i bersaglieri, specie quelli “continentali”, era ben lieti di far piacere al loro comandante, riunendosi la sera durante la libera uscita sul plastico, per parlare dei loro paesi e rivolgere un pensiero alle famiglie anche se comportava la rinuncia alla gita serale a La Maddalena sulla barca a remi del distaccamento, il “Goito”, o sul rimorchiatore della Marina.

Così nacque l’ “ITALIA” a Stagnali. Poco tempo dopo il sottotenente Monticelli partì da Caprera per una nuova destinazione, mantenendo però i contatti con il battaglione comandato dal Maggiotto che nell’anno successivo, 1911, nella guerra italo-turca assorbì molti ufficiali del battaglione. Il Maggiotto fu promosso colonnello ed ebbe il comando dell’8° bersaglieri che portò a Homs e guidò egregiamente nelle azioni che colà si svolsero.

Dopo essere stati congedati, sia il Maggiotto che Monticelli s’incontrarono parecchie altre volte negli anni successi, poi nel 1934 si rividero all’ospedale del Celio a Roma, giacché il vecchio colonnello Maggiotto era ammalato Ogni loro incontro era motivo di ricordare gli anni passati e tra l’altro, non mancò il ricordo di Caprera e dell’“ITALIA”. Rimase tanto tempo ammalato, però volle partecipare alla grande adunata bersaglieresca del centenario. Qualcuno ricorda che mentre i bersaglieri sfilavano per Via XX settembre, fu notata tra la folla la figura del generale dalla candida barba che gli conferiva un aspetto ieratico. Il suo nome fu gridato da mille e mille voci.
Maggiotto gettò di scatto le stampelle sulle quali si reggeva e si lanciò di corsa con i ”suoi” bersaglieri.

Quando stava per cadere fu sollevato a braccia tra le entusiastiche acclamazioni di tutti.
Due anni dopo, una mattina il Monticelli venne a sapere che egli era agli estremi. Accorso all’ospedale per dargli un ultimo saluto, lo trovò morente, ma nell’attimo di lasciare questa terra, cercò di fare un accenno ai “tre salti bersagliereschi”.

Quel giovane sottotenente, che nel luglio del 1909 si presentò a Caprera, ricorda dopo 50 anni, nel primo raduno in Sardegna, il suo Comandante, le sue stranezze ed esagerazione che ne caratterizzarono la figura, Egli aveva un cuore tanto grande ed un’anima piena di idealità; considerava la vita militare come un a missione, lo amavano perché lo sapevamo giusto e generoso.

I bersaglieri di Sardegna con mobilissimo gesto hanno voluto che sulle casermette di Stagnali, che videro tanti bersaglieri e sentirono i tanti canti bersagliereschi, ritornasse lo stemma glorioso del Corpo e che l’”ITALIA” di Maggiotto, restaurata si protendesse ancora sul mare di Caprera. Il vecchio comandante sarà stato spiritualmente presente alla cerimonia, tra i “bersaglieri nel suo cuore” e forse per la gioia, avrà fatto anche i “tre salti” che tentò di accennare prima di morire.

Ancor oggi quel plastico si trova a Caprera, a perenne ricordo dei Bersaglieri di Sardegna, a mantenere memoria di quanto sia stato caro agli Italiani quel lembo di terra, dal qual luogo i fanti piumati hanno saputo creare, negli anni della loro storia, ad attestare tutta la loro fiammeggiante passione e il loro amore per l’ITALIA. Per molti anni furono comandanti come guardia d’onore alla Tomba di Garibaldi.

Sia per noi maddalenini e per quanti visiteranno le nostre belle isole, motivo di visitare la fortificazione di Stagnali e di richiamare alla memoria i Bersaglieri di Caprera, a deferente ricordo delle imprese eroiche e d’ardimento.

Caprera – Stagnali. foto d’epoca, 1910 ca.
I “Baraccamenti militari agli Stagnali” di Caprera erano in origine un grande insediamento realizzato dal Ministero della Guerra (ramo Marina) all’inizio del secolo scorso ed utilizzato come caserma per ospitare i 630 uomini del Battaglione Bersaglieri ad uso alloggi, magazzini, uffici, cucine, refettorio e stalle per cavalli e muli. L’insediamento di Stagnali, sorto su terreni espropriati agli eredi di Giuseppe Garibaldi, è stato previsto per l’accasermamento di truppe mobili di soccorso al litorale, allo scopo di assicurarsi la difesa dell’arcipelago contro un tentativo di sbarco e impedire al nemico un ancoraggio sicuro nelle acque interne. All’interno di un lungo trinceramento furono approntati baraccamenti e magazzini per il ricovero di almeno 500 uomini, padiglioni per gli ufficiali, cucine, cisterne, lavatoi e tutti i servizi necessari, per un totale di 90 ambienti delle più varie dimensioni, una superficie coperta di 2.700 mq e una dotazione di servizi comprendenti 7 cisterne capaci di contenere più di 550 mc di acqua potabile.