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Ruta d’Aleppo

Ruta d’Aleppo (nome scientifico Ruta chalepensis, nome locale ruda)

La ruta è caratterizzata da un odore molto forte e sgradevole, percepibile anche a lunghe distanze, è una specie a distribuzione mediterranea presente in Liguria e in tutte le regioni dell’Italia centrale, meridionale e insulare. Pur non essendo molto comune nelle isole dell’Arcipelago, è facile trovare rigogliose piante di ruta nelle fessure delle rocce di Tejalone e di Poggio Stefano a Caprera. La si può riconoscere grazie al suo profumo sgradevole e molto intenso, che contrasta con l’aspetto poco appariscente della foglie grigiastre e, soprattutto, dei fiori giallo chiaro, quasi verdastri.

Cresce in ambienti rupestri, sui muri, nei prati aridi, nelle garighe e nelle macchie aperte, di solito in siti soleggiati, anche in ambienti disturbati presso gli abitati, nella fascia mediterranea. La pianta, un tempo considerata quasi come una panacea, è tossica per il contenuto in furocumarine e rutarine e per gli alcaloidi chinolonici presenti nell’olio essenziale dall’odore sgradevole; assunta a dosi eccessive provoca gravi disturbi, con esiti anche letali.

Gli olii essenziali possono provocare reazioni fotoallergiche in persone sensibili che hanno toccato la pianta in giorni assolati. Il nome generico deriva dal greco ‘ryté’ e questo da ‘rýomai’ (io curo, io preservo) in riferimento alle proprietà medicinali; il nome specifico si riferisce ad Aleppo, città della Siria. Forma biologica: camefita suffruticosa. Periodo di fioritura: aprile-luglio.

Caratteristici i petali a coppa dai margini sfrangiati che sembrano voler racchiudere e proteggere la capsula. Pur essendo riconosciuta anche a livello popolare la sua tossicità, la ruta è una delle piante più significative delle tradizioni magiche e religiose.

Sin del Medioevo, era strettamente legata alla superstizione e alla medicina popolare. In Gallura, la sommità fiorita della ruta, veniva messa dentro un sacchetto insieme a del sale grosso, ed appesa ad una trave all’ingresso della casa, così da allontanare il malocchio. I semi, venivano sistemati sotto il materasso dei bambini, per allontanare i fantasmi.

E infatti la magica notte di San Giovanni vede la ruta protagonista; chi vuole corazzarsi contro le avversità deve sottoporsi ad una pratica di grande potere: stando in piedi all’alba, col viso rivolto a est, deve tenere nella mano dietro il dorso tre semi dalla pianta che staccherà e ingoierà immediatamente non appena il sole “balla, setaccia” all’orizzonte. Dopo, secondo il vecchio dal quale ho raccolto questa testimonianza, “può passare l’inferno, non si avrà mai male”. I semi della ruta, sempre colti nella notte di San Giovanni, venivano anche messi sotto i “sacconi” (materassi rudimentali imbottiti con foglie secche), nei letti dei bambini per allontanare la paura dei fantasmi. Un tempo in molti giardini e orticelli di casa si faceva crescere almeno una piantina di ruta per allontanare il malocchio e le influenze nefaste di nemici e invidiosi. Non potendo fruire della pianta fresca anche un rametto seccato e posto in punti strategici della casa o dei chiusi per il bestiame serviva ugualmente allo scopo.

Nella farmacopea popolare è attestato a La Maddalena l’uso curativo per i dolori reumatici: i rami pestati e mischiati con l’olio venivano applicati sulle parti doloranti.