Silvestro Zicavo
Ottantasei anni dopo la nascita ufficiale della città (1767) i maddalenini, in minima parte ortolani, pastori e pescatori, e in grande maggioranza naviganti, contrabbandieri e militari, tendenzialmente più votati quindi a spedire le anime all’inferno piuttosto che guidarle in paradiso, poterono salutare il primo sacerdote della loro storia.
Fu così che a don Silvestro Zicavo appiopparono il soprannome di “preti isulanu” essendo il ceppo oltretutto di quelli “doc” in quanto imparentato, da parte di madre, anche con gli Zonza.
Nacque il 26 dicembre 1821, figlio di Antonio e Caterina Zonza e qui fu battezzato il 26 dicembre da Giovanni Battista Biancareddu, vicario perpetuo. Padrini del neonato furono ‘Dominicus Zonza, filius Cesaris et Barbara Pitaluga filia Petri’. Fu ordinato sacerdote il 20 maggio 1853 a Tempio, nella cappella privata del vescovo Diego Capece. Probabilmente dopo un periodo trascorso a Tempio rientrò La Maddalena dove rimase, quasi ininterrottamente, fino alla morte.
Aveva 32 anni e si trattò evidentemente di una vocazione ‘matura’. Da gli stessi registri non risultano gli incarichi a lui attribuiti. Probabilmente, dopo un breve periodo trascorso a Tempio ritornò a La Maddalena ove era parroco don Michele Mamia Addis e pro parroco Domenico Tumaneddi, forse proprio in sostituzione di quest’ultimo. Tuttavia nei registri parrocchiali di battesimo e di morte, nonostante una attenta ricerca, mai abbiamo riscontrato alcun atto da lui sottoscritto, atti tutti rigorosamente firmati dal vicario perpetuo Mamia Addis. Doveva inoltre essere di adagiata famiglia se, come risulta dall’atto, godeva di una propria indipendenza economica e quindi non gravava, per vivere, sulla diocesi. Di lui, attraverso l’incerta tradizione orale degli ‘antichi’ ci è giunto uno sfuocato ricordo e quasi si era perduta memoria della sua esistenza.
Nel 1862, in pieno clima risorgimentale, don Zicavo sottoscrisse col parroco Michele Mamia Addis (amico di Garibaldi), una supplica al papa Pio IX affinché rinunciasse, per il bene supremo della Chiesa, al potere temporale, consentendo così l’unificazione dell’Italia. La supplica, redatta dal vicario capitolare di Tempio teologo Muzzetto, fu sottoscritta da oltre cinquanta sacerdoti della diocesi. Per quella supplica i sottoscrittori rischiarono la scomunica.
Don Silvestro Zicavo morì il 3 novembre 1880 e fu seppellito nel vecchio cimitero di Maddalena. Gli abitanti dell’Arcipelago, allora, non superavano le 1800 anime anime.