Eventi & ManifestazioniTradizioniTurismo

24 giugno Festa di San Giovanni

Durante la notte, in diverse zone dell’isola, vengono accesi diversi falò, detti “fogarine”, intorno ai quali turisti e abitanti si divertono tra musica e balli.

San Giovanni Battista è considerato un Santo “straordinario”, tanto da essere in tutto il calendario, l’unico (a parte la Madonna) di cui si festeggia la data di nascita oltre quella della morte (29 agosto); data che, peraltro, venne fissata giusto sei mesi prima del Natale, come rivelato dall’arcangelo Gabriele a Maria circa la gravidanza della sua cugina Elisabetta “giunta al sesto mese”.

La data coincide con il Solstizio d’estate.

Come tutte le celebrazioni che affondano le radici nell’età pre-cristiana, la Festività di San Giovanni Battista riunisce due elementi simbolici di per sé stessi contrastanti, come il fuoco e l’acqua che nella fede e tradizione cristiana hanno trovato il pieno significato.

L’accensione dei falò è un rito magico, legato alla fertilità della terra, degli animali, degli uomini.

Il fuoco, segno della presenza e della laboriosità umana, resta misterioso per la sua origine e i suoi effetti: arde, purifica, riscalda, devasta e distrugge. La metafora del fuoco può esprimere le sfrenate ambizioni dell’uomo prometeico, come la ricerca di un autentico progresso e l’ardore della carità. Nella Bibbia il fuoco è una delle forme privilegiate della manifestazione di Dio; da Abramo a Mosè, da Elia a Giovanni Battista. mentre l’acqua è associata a riti di purificazione (attraverso il Battesimo) e dunque di protezione.

Quella di S. Giovanni è una festa di antiche tradizioni, celebrata anche in molti paesi della Sardegna; tra sacro e profano, diversi sono i riti e le credenze popolari legati a questa ricorrenza. Una notte magica, che per tradizione accoglieva i sabba delle streghe e si presentava come il momento migliore per interrogare il destino: per tale ragione, appena fuori dal centro abitato, solitamente in prossimità di chiese campestri, si accendevano grandi fuochi, dove ardevano erbe aromatiche: la luce teneva lontano il male da quella comunità, accompagnando la notte più lunga dell’anno.

Ma anche una notte dove si perpetuava, di anno in anno, la tradizione (viva ancora oggi in molte località del territorio sardo), di saltare il fuoco, scalzi e tenendosi per mano, suggellando così il sentimento dell’amicizia e diventando, di fatto, “compagni di fogarone” o “Compares e Comares de Santu Juanne”.

La tradizione genovese affida a San Giovanni Battista un ruolo specialissimo per la protezione delle navi dalle tempeste di mare. Si tramanda che nel 1098 le reliquie del Battista, reperite dai Genovesi in Asia Minore durante il rientro dalla Prima Crociata e inizialmente collocate su vascelli diversi, avessero sortito l’effetto miracoloso di placare i marosi soltanto quando vennero riunite su un’unica nave.

Da diversi anni, il Comitato Festeggiamenti S. Maria Maddalena e Natività della B.V. Maria, nella notte della vigilia di questa ricorrenza, si fa erede delle tradizioni presenti nel passato in diversi rioni della Maddalena e ripropone nella frazione di Moneta l’accensione di un grande falò, precedendo il tutto con la S. Messa in onore di San Giovanni Battista, la cena in piazza (Don Giuseppe Riva) e la preparazione di squisite frisjole.

“Elicriso, iperico, lavanda, menta, rosmarino, timo erba barona, verbasco, erano erbe che durante la notte del 23 di giugno acquisivano un potere sorprendente. Venivano raccolte in ogni angolo della Sardegna, rigorosamente dalle mani esperte delle donne, non solamente per i propri poteri medicamentosi. I fiori venivano più semplicemente utilizzati per la preparazione di quella che era definita l’acqua di San Giovanni. Si otteneva molto semplicemente mettendo a mollo per una intera notte queste profumate escrescenze fiorite, figlie delle piante magiche. Chi preparava l’acqua doveva essere preferibilmente a digiuno e pare che l’efficacia di questa fosse più ampia se i fiori posti in ammollo fossero stati in numero dispari. L’acqua l’indomani si sarebbe usata per lavarsi il viso, profumandolo come cosa invitante e preziosa.”