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Aglio angolare

(nome scientifico Allium triquetrum, nome locale Sambula)

È un piccolo aglio, oggi del tutto sconosciuto ai più, ma che in passato era molto ricercato dai maddalenini che lo utilizzavano in cucina nelle insalate o per insaporire le minestre.

L’aglio triquetro, o aglio triangolare, è una specie a distribuzione stenomediterranea presente in tutte le regioni dell’Italia meridionale, in Sardegna e lungo tutte le coste tirreniche. Cresce in luoghi relativamente umidi e ombrosi, in boschi aperti, nelle siepi, ma a volte anche lungo le strade, dal livello del mare a circa 600 m. Si rinviene sporadicamente al margine degli stagni temporanei sardi nelle zone di contatto con aree ombreggiate. Le cellule intatte di tutti gli Allium contengono alliina, un amminoacido inodore che per azione dell’enzima alliinasi, liberantesi con la rottura del bulbo, si trasforma in allicina, composto fortemente odoroso; tutte le specie di Allium possiedono diverse proprietà medicinali; bulbi e foglie sono commestibili. Il succo viene utilizzato come repellente per le falene, e nella credenza popolare è detto che funzioni anche contro insetti e talpe. Il nome generico, già in uso presso i Romani, deriva da una radice indoeuropea che significa ‘caldo’, ‘bruciante’, per l’odore e sapore pungenti dei bulbi; il nome specifico si riferisce al fusto a sezione triangolare. Forma biologica: geofita bulbosa. Periodo di fioritura: dicembre-aprile.

Il nome specifico triquetrum fa riferimento allo stelo trigono che la caratterizza, alto 30-40 centimetri e inguainato alla base da poche ma lunghe foglie nastriformi, carenate sulla pagina inferiore. I fiori bianchi e campanulati, prima eretti e poi penduli da un solo lato, sono di numero variabile e portati prima in una spata verdognola e poi in ombrelle asimmetriche.

Tutta la pianta ha un intenso odore di cipolla. È segnalato il consumo dei bianchi bulbi, cotti e sottolio, in particolare in Sardegna, ma anche qui e là in altre zone della Penisola. Si utilizzano i bulbi e lo scapo a scopo alimentare anche in altre aree del Mediterraneo, e non mancano segnalazioni dell’utilizzo delle varie parti in minestre di legumi o in insalate o per accompagnare olive e formaggio o per insaporire conserve.