CronologiaMillecinquecento

Correva l’anno 1549

13 febbraio

Si istituisce un servizio di vigilanza a guardia del Porto di Longonsardo e litorali vicini per ovviare al contrabbando, ponendovi a capo Francesco Budello o Buxello.

6 marzo

Muore a Bonifacio il Governatore, luogotenente generale del re Carlo IX in Provenza Jaques de Boniface de la Mòle.

14 ottobre

Patente per Francesco Buxello di Sorso e Paolo Carcupino di Aggius per soprintendere alla sorveglianza della torre di Longonsardo e della costa con particolare riferimento alle vicine isole, anche se, nel documento, non risultano espressamente menzionate.

15 novembre

Se le isole dell’arcipelago rimangono sostanzialmente disabitate almeno fino al 1549, nella Bonifacio dell’epoca lo sfruttamento dei terreni da agricoltura e da pascolo, posseduti dai maggiorenti bonifacini, viene affidato a fittavoli còrsi. Questi Pialinchi, per ovvie ragioni, risentirono dell’influsso della cultura urbana soprattutto dal punto di vista linguistico. Alla fine del secolo, ed è questo il secondo punto di svolta, poche decine di pastori stipularono un accordo con i monaci dell’ex convento di Santa Maria inter insulas de Budellis, ottenendo di poter transitare sulle isole fino a quel momento disabitate per pascolarvi le greggi e sfuggire, al tempo stesso, alla pressione fiscale esercitata dai Genovesi. Un nucleo più ristretto di questi pastori finì con lo stabilirsi a La Maddalena, erigendo le proprie dimore nei pressi di Guardia Vecchia, dove avrebbero potuto arginare l’azione dei corsari barbareschi. Renzo De Martino riporta un’attestazione della «Patente spedita il 15 Novembre 1549 all’Intendente Generale a favore di Antonio Steffano de Buxinara. Patenti del Procuratore Reale e Giudice del Reale Patrimonio del regno di Sardegna per l’Uffizio di Luogotenente del Procuratore Reale per tutti i porti e spiagge da Longon Sardo, nelle marine di Gallura Terranova ed Orosei a favore di Antonio Steffano di Buxicara con ordine e facoltà’ di perquisire, arrestare e punire per mare e per terra i contrabbandieri che esercitano la loro illecita attività nelle isolette disabitate tra la Corsica e la Sardegna. De Martino sostiene anche, che già nel corso del sec. XIII venne segnalata una primissima sporadica presenza di pastori còrsi provenienti dalle campagne bonifacine, probabilmente sempre con l’intento di sfuggire alla pressione fiscale dei dominatori Genovesi.