Correva l’anno 1807
Grave caso di contrabbando e mancanza di rispetto della neutralità da parte di maddalenini e galluresi: in marzo il corsaro inglese Vincenzo Palomba preda su Lavezzi un gregge di pecore appartenente all’arciprete bonifacino Trani, lo deposita su terreno appartenente ai Ciboddo del Liscia e lo vende ai maddalenini Culiolo e Lantieri.
Si istituiscono nell’isola le prefetture. Insediati nei capoluoghi delle 15 province in cui viene suddiviso il territorio del Regno, i prefetti sono chiamati a svolgere funzioni non solo giudiziarie e amministrative, ma anche economico-finanziarie e di controllo politico, fiscale e sanitario. La Maddalena e Santa Teresa dipendono dalla prefettura di Tempio.
A causa di presunte irregolarità nelle quali sono coinvolti il viceparroco Luca Demuro e il viceconsole di marina Pietro Azara Buccheri, il vicerè ordina al comandante Millelire di non dare più concessioni di terreno per la costruzione delle case. L’incarico è trasferito all’intendente.
La chiesa di San Domenico di Bonifacio è restituita al culto dopo 18 anni.
5 gennaio
Il governo riformò l’arruolamento dei marinai ordinari di rinforzo, basato sul regolamento marittimo del 26 dicembre 1806 e sul regolamento per il reclutamento annuale della marina del 5 gennaio 1807. Il primo istituiva un ruolo generale dei marini e pescatori di mare e di stagno, e l’altro tre compagnie o “contingenti locali” basati a Cagliari, Carloforte e La Maddalena, composti di volontari e di estratti a sorte fra gli iscritti nel ruolo generale di età dai 17 ai 31 anni, con ferma dai 18 ai 35, eccettuati i padri di famiglia con oltre tre figli e i capitani di bastimento e padroni di peschereccio. In futuro il rilascio di “passaporti” per l’esercizio della pesca e navigazione era condizionato al compimento di 3 campagne annuali sui regi legni, ma con 8 campagne si poteva chiedere la cancellazione dal contingente. Si preferiva tuttavia l’arruolamento volontario, incentivato da privilegi (esenzione da ogni servizio personale e dal “gremio” per l’esercizio del proprio mestiere, diritto alla mezza paga dopo 15 campagne e alla paga intera dopo 20). Potevano essere comandati di servizio sui regi legni anche i marinai esteri imbarcati sotto la bandiera sarda o stabiliti in Sardegna per esercitarvi la navigazione o la pesca, però nel limite massimo di un terzo dell’equipaggio del bastimento su cui erano imbarcati. Salvo esigenze straordinarie, il servizio si svolgeva per turni annuali di metà di ciascun contingente, seguiti da un anno in congedo. Tuttavia anche i marinai in congedo non potevano intraprendere viaggi fuori distretto senza permesso scritto del capo contingente, accordato secondo criteri stabiliti ogni 6 mesi dal governo e sotto gli ordini del comandante della marina. Erano inoltre tenuti a presentarsi, sotto pena di arresto (crottone) e ammenda (1 scudo), alle riviste mensili (nella 2a domenica del mese), trimestrali (nelle prime domeniche di gennaio, aprile, luglio e ottobre) e annuale (passata dal comandante della marina per classificare il personale a seconda delle abilità, ricevere i reclami, riformare gli inabili e accordare congedi, facendone rapporto al governo). L’imbarco per il servizio sui regi legni era comandato per sorteggio con preavviso di 4 mesi, durante i quali i designati erano tenuti a residenza sotto pena di 2 giorni di crottone: l’assenza protratta oltre 2 mesi era punita con 6 mesi di campagna a mezza paga, più, se recidivi, un mese di arresti e 2 scudi d’ammenda a beneficio dell’ospedale. Erano punite, ma con pene dimezzate, anche le assenze arbitrarie dei marinai in congedo protratte per oltre 3 mesi. Gli assenti per regolare permesso erano surrogati, ma se il tardivo rientro era ingiustificato erano tenuti a svolgere due campagne di seguito, di cui una a mezza paga. I ruoli del contingente, con annotazione della capacità e condotta e dei conti delle paghe trascritti dai fogli di congedo, erano tenuti da un capo, ufficiale o sottufficiale, incaricato della direzione e ispezione dei marinai secondo le loro classi (e in ragione di 1 timoniere ogni 20 marinai). Erano previsti avanzamenti per esame ai gradi di sottufficiale (1° e 2° piloto e 1° e 2° nocchiere). Le paghe mensili, corrisposte solo nei periodi di effettivo servizio, erano di 24, 19, 16 e 14 lire piemontesi per i timonieri e i marinai delle tre classi; a richiesta dell’interessato, i due terzi erano pagati al domicilio della sua famiglia. La razione era di 18 once (= 461 g) di pane, 19,5 di vino, 2 di formaggio e 1 di sale, più 2,5 di pasta e 7 di carne nei giorni di grasso e 4,5 di fave, 1 di olio e 1 di aceto nei giorni di magro. A titolo di raffronto, la razione da aguzzino era di 14 once sarde (21 nizzarde) di pane, 20 di vino, 4 di formaggio, 6 di pasta, condita con grasso di porco o lardo nei giorni di grasso e con olio in quelli di magro. Il vestiario includeva calzoni e sottoveste bianchi (di tela o bombace), “matelota” blu con l’ancora sui bottoni e cappello rotondo con coccarda e “ganza” in oro. I marinai di 2a classe avevano un’ancora di lana gialla sui paramani, quelli di 1a sul colletto e i timonieri su entrambi.
marzo
In marzo il comandante di un veliero americano predato dal corsaro inglese Giovanni Battista Caviglia si uccide nelle acque di Santo Stefano: è solo uno degli episodi cruenti provocati dalle prepotenze dei corsari inglesi.
4 maggio
Nascono le Prefetture. Con l’istituzione delle Prefetture il territorio dell’isola è diviso in quindici province (Cagliari, Oristano, Iglesias, Villacidro, Mandas, Tortolì, Laconi, Sorgono, Sassari, Alghero, Bosa, Tempio, Ozieri, Nuoro e Bono), a ciascuna delle quali è preposto un prefetto, le cui competenze riguardano l’imposizione e la riscossione dei tributi, le attività economiche, la sanità e il controllo di legittimità delle delibere delle amministrazioni comunali; funge, inoltre, da giudice di seconda istanza per l’intera provincia, determinando con ciò la prima unificazione del sistema della giustizia, nel suo livello intermedio. Ad ogni provincia è anche preposto un comandante militare che assicura l’intervento di polizia e di repressione. Se le Prefetture portano una correzione significativa al sistema giudiziario, i progetti per il riordino e l’unificazione della legislazione, che maturano sin dai primi anni dell’Ottocento, approdano alla promulgazione nel 1827 delle Leggi civili e criminali del Regno di Sardegna, il cosiddetto Codice feliciano (dal re Carlo Felice), che raccoglie in modo sistematico le norme vigenti e determina la cessazione della Carta de Logu e delle raccolte spagnole.
11 maggio
Il ducato di San Pietro ritorna al demanio regio.
19 giugno
Con una ricca dote in gran parte costituita dalle rendite ecclesiastiche concesse da Pio VII (breve pontificio del 28 aprile) nasce a Cagliari il Monte di riscatto. Al nuovo istituto è assegnato il compito di attuare una graduale estinzione del debito pubblico e insieme di accentrare la distruzione e il cambio dei biglietti di credito.
21 giugno
Il padrone marittimo maddalenino Pietro Pittaluga viene ucciso dal corso Giacobi in un agguato al largo della costa di San Cipriano.
16 settembre
Attracca col suo “boo” alla Maddalena, esibendo la patente di “corsaro inglese”, Antonio Tartavull. Nato a Minorca quando quell’isola apparteneva all’Inghilterra. Antonio Tartavull, e non Tartaull, e dopo vedremo come il cognome, con il passare dei decenni, si sia trasformato. Vedi anche: Antonio Tartavull. Da corsaro a sindaco
23 settembre
Atto di cessione della penisola della Testa a Santa Teresa Gallura, al comandante Magnon, di fronte all’Intendente generale Tiragallo.
4 ottobre
Presso la Marmorata, il corsaro inglese Vincenzo Palomba, comandante del boo Filibustiere, blocca il bastimento del capitano americano Thomas Storme, nonostante questi sia munito di passaporto firmato dal viceconsole delle nazioni estere di La Maddalena, ne deruba i marinai e preda il carico.
20 ottobre
Agostino Millelire, Comandante dell’Isola di La Maddalena e fratello del più famoso Domenico, fece rilevare ai superiori che: “(…) la istituzione di una nuova popolazione nella località detta Parao, in Gallura (Palau), “alle porte della vicina Italia”, centro di sei villaggi della regione, …sarebbe stata una valvola di sicurezza per l’isola (di La Maddalena), che già avvertiva eccesso di popolazione; i coloni erano pronti a partire, purché avessero ottenuto in quelle spiagge terra sufficiente e soprattutto “la salvaguardia del Re, onde evitare di diventare innimici dei galluresi, che purtroppo nei presenti tempi fanno man bassa di ogni ceto di persone , e senza aver bisogno di motivi. (…)” La proposta, cui dette il suo parere favorevole l’Intendente Desgeneys inoltrandola al Viceré, non venne per allora accolta; ed il Millelire, che pur si dichiarava pronto a presentare l’elenco dei partenti, “attese le attuali circostanze”, cioè lo stato di guerra quasi continuo, “sospese di prende – re le diverse segnature.” Qui di seguito, viene riportato il testo integrale : del Progetto per la formazione di una popolazione nel sito del Parao, litorale della Gallura: P.mo – La popolazione del Parao, che giace di rimpetto all’isola Della Maddalena ed alla sola distanza di circa due miglia é propria per divenire col tempo vantaggio al Governo, sia perché abbraccia diversi buoni porti e rade, sia per la vicinanza della suddetta isola e quella di Santo Stefano, sia perché possiede un territorio non indifferente per la coltura di grano, legumi, viti ed olivi. 2.do – Trovasi la sua posizione al centro di tutti i villaggi della Gallura ed il clima é meno soggetto all’intemperie di tutti i territori, che dipendono da questa parte del Regno. 3° – Essendo com’è favorita dalla suddetta convenienza ne viene a risultare che la nuova popolazione va a farsi d’un attivo commercio, ed al tempo stesso somministra il mezzo per estirpare i contrabbandi. 4° – É evidente il prospetto di simili vantaggi, e chi conosce il locale ne puol portare con accertatezza, essendo com’è alle porte della vicina isola. 5° – V’abbisognano perciò i mezzi per principiare a mettere in esecuzione questo progetto, ed infrascritto somministra quello che puol dare il maggior vigore ad una tale impresa, vale a dire gl’individui che ne sono il 2.do articolo. 6° – Questi individui dimandano però la salvaguardia del Re, onde evitare di divenire inimici con i Galluresi, che pur troppo nei presenti tempi fanno manbassa sopra ogni cetto di persone e senza aver bisogno di motivi. 7° – Per andare intanto al riparo di simile inconveniente é duopo che il Sovrano faci erigere intanto un competente forte in detto Parao che non sarebbe molto spendioso, attesa l’elevata situazione che v’é sul lido del mare e questo munito non meno d’otto cannoni del calibro da 18 per poter crociare con quei della sumentuata isola per la parte del mare. 8° – Siccome questa popolazione devesser figlia di quella della Maddalena per li nuovi abitanti che deve somministrare giusto l’art. 5, potrá la medesima isola intanto provvedere un sufficiente distaccamento per guarnire esso Forte, quando quello della detta isola non sia minore di n° sessanta uomini come S.M. ebbe la bontá prometterlo all’istesso infrascritto nell’anno 1799. 9° – Il Forte di cui si tratta si rende d’un grand’aiuto per la difesa delle citate isole, principora ad imporre all’indomiti abitanti della Gallura, ed é in grado di fare mantenere il buon ordine sul littorale, quando in quella Rada s’approdano le squadre delle Potenze Belligeranti. 10° – Quando la sullodata M.S. voglia disporsi ad un tanto evidente bene, si per il Regio che Pubblico Servizio, v’abbisogna un assegnamento di terreni e questi nella conformità che nel seguente articolo. 11° – Il fiume di Liscia dovrà essere il Limite dalla parte di Ponente, ed il Golfo d’ Arzachena a quella d’Oriente, tirando una linea da questi due estremi, che passi per Monti di Filicheddu, altro di Martino, altro di Sant’Elena ed altro di Marginalto del quale territorio potrebbe S.M. farne preventivamente formare il Tipo. 12° – Per quanto poi riguarda alle franchiggie e privilegi da godersi per parte dei nuovi abitanti, si lascia alla paterna clemenza dell’Augusto Sovrano, che non vorrà privarli delle sue Reali grazie, e queste non minori di quelle già accordate ad altre Popolazioni. 13° – Degnandosi la M.S. di approvare quanto sovra, ed accordare le grazie ripartite alle altre recenti Popolazioni, s’attenderanno sue provvidenze per la maniera che stimerà equitativo nel fare la distribuzione dei terreni, giacché sta a Cuore all’isolani, o siani nuovi abitanti di portarsi bene e pacificamente coi pochi Galluresi che già trovansi com’erranti Pastori nel suddetto circondario di territorio. 14° – Si inseriscono nel presente Progetto i Nomi di tutti quei individui che intendono di far principio alla formazione delle case e fare bene di non rigettare gli Esteri , che daranno segni d’onesta condotta. 15° – Sarà permesso nell’estate ritirarsi nella Maddalena a tutti quei che fino a naturalizzarsi avranno timore di patirvi l’aria e dopo pagati i Regi dritti per le Merci da estrarsi fuori Regno si potranno ugualmente introdurre in dett’isola sinchessi presenti convenienza a trarne un vantaggioso partito se di pronto non potranno seguitare il viaggio, come attualmente si pratica. 16° – Finalmente i nuovi Popolatori dipendenti dal Governo si Militare che Civile giá stabilito da S.M. nell’isola della Maddalena, affidati sono di cosi seguitare per l’avvenire sotto l’immediata Tutela e ben Conosciuta Paterna Clemenza della Sullodata M.S., che in ogni tempo il Cielo prosperi, Conservi e Feliciti. Vedi anche: Palau colonia della Maddalena?