CronologiaMilleottocento

Correva l’anno 1863

Viene istituito un servizio di posta giornaliero fra La Maddalena e Palau: qui una stazione con cavalli garantisce la prosecuzione della corrispondenza verso Tempio.

Pietro Giacomo Pieri è facente funzioni di sindaco di Santa Teresa. Ricoprirà l’incarico fino all’anno successivo.

L’edificio della ex biglietteria del Compendio Garibaldino di Caprera, venne con ogni probabilità costruito tra il 1861 ed il 1863, esso infatti non è menzionato nella descrizione del Vecchi né compare nella litografia di Richter e Napoli raffigurante la “fattoria nel 1861”. I magazzini compaiono in rappresentazioni del 1865, nella planimetria del Canevazzi, pubblicata nel 1866, ed anche sono menzionati da A. Cagnoni, che visitò l’isola tra il 1863 ed il 1864, e descrive “un magazzino piuttosto ampio con sopra un granaio”. Quando, successivamente, il Compendio passò alla Marina Militare, l’edificio venne utilizzato come corpo di guardia (nella legenda della planimetria del 1965 della M.M. l’edificio è indicato come sede del corpo di guardia del distaccamento Marinai di Caprera, ex cantina e granaio).

7 gennaio

Convenzione con il medico e teologo tempiese Giò Michele Sanna che assicurerà per cinque anni l’assistenza medica a tutti gli abitanti di Santa Teresa, compresi quelli delle campagne che, però, dovranno rimborsare le spese di trasferimento.

4 aprile

I Carabinieri Reali hanno ricevuto l’ordine di seguire da vicino le mosse di Garibaldi. Il nizzardo nonostante le assidue cure, soffre per la ferita alla gamba che non guarisce ed è necessaria la sorveglianza dei carabinieri per informare le autorità sugli sviluppi. Un peggioramento delle condizioni del ferito avrebbe una grande eco nell’opinione pubblica, ma anche un miglioramento potrebbe comportare dei rischi favorendo nuovi colpi di testa dell’eroe. Ogni settimana il comandante della stazione di La Maddalena trasmette un rapporto alla compagnia di Genova sullo stato di salute del ferito. “Il generale Garibaldi comincia a camminare colle stampelle; due giorni or sono gli hanno estratto dalla ferita tre piccoli pezzi d’osso”.

9 aprile

Il generale Garibaldi tiene sempre il letto; ha qualche giorno di miglioramento e quindi ricade di nuovo. La ferita è sempre aperta e a quanto si dice pare che vada piuttosto in male”. “Sto camminando con le stampelle e spero di poter mettere presto il piede a terra”. Dopo l’infortunio al piede riportato in Aspromonte, Giuseppe Garibaldi ha trascorso giorni nelle stanze della Casa Bianca, seduto su una sedia a rotelle o sdraiato su uno dei suoi tanti letti ortopedici.
Da grande uomo d’azione quale era, non era facile per lui trascorrere lunghe ore della giornata praticamente immobili, senza fare nulla, se non leggere o rispondere alle tante lettere di auguri di pronta guarigione, arrivate a Caprera molti da tutto il mondo.
Nonostante fosse psicologicamente paralizzato, Garibaldi non ha mai perso la speranza e ha risposto fiduciosamente a numerose lettere sui piccoli progressi quotidiani, con brevi aggiornamenti e newsletter sulla sua salute.
Il giorno in cui finalmente si è alzato. Una transizione lenta e progressiva che ha richiesto tempo e fatica; anche se con le stampelle e grazie ad una speciale scarpa ortopedica, costruita apposta per lui, il Generale è riuscito a camminare senza forzare il piede e allo stesso tempo l’infortunio ha continuato a guarire, fino a che non possa guarire quasi completamente.
Lo stivale ortopedico è ancora a Caprera, esposto nella sala delle reliquie di oggi; indubbiamente uno degli oggetti più curiosi della collezione del museo, ma è anche il nono esempio di come a Caprera, il tema dell’accessibilità, in tempi non sospettabili, sia stato affrontato con tanto impegno e sensibilità…

13 maggio

Il Consiglio delibera, a stretta maggioranza, la creazione della condotta medica a spese della generalità degli abitanti di Santa Teresa, a vantaggio dei più poveri. La delibera viene bocciata dalla Sottoprefettura di Tempio con le seguenti motivazioni: non si può aggravare la situazione dei contribuenti; i pastori che vivono nelle cussorgie lontane pagherebbero la tassa senza fruire del servizio.

19 luglio

Il Piroscafo postale “Sardegna”, della Società di Navigazione Fratelli Rubattino & C. è andato sulla secca, all’imboccatura di Cala Gavetta, prima che la stessa venisse assorbita dall’ampliamento del molo. La popolazione, in quella circostanza, si era prodigata con slancio per salvare il salvabile, compreso il bastimento, ottenendo il ringraziamento ufficiale della Società di Navigazione, rappresentata nell’isola da sir Daniel Roberts, un distinto e molto rispettato ufficiale in pensione della Royal Navy, amico dei poeti Shelley e Byron, che furono, per qualcuno, anche suoi ospiti a Cala Gavetta. (lo apprendiamo dalla lettera indirizzata al Sindaco il 31 luglio, il sindaco era Luigi Attene). Il dragaggio del fondale della cala si rese presto necessario proprio per consentire ai bastimenti che scaricavano merci per l’emporio Ajassa, edificato sul terreno dei Millelire, di accostarsi il più possibile a terra. L’emporio occuperà un’area di 57 metri per 34, orientato da nord a sud, all’epoca a una trentina di metri dalla battigia, con un numero imprecisato di box ai lati di levante e di ponente, per stiparvi e vendere tutto ciò che fosse essenziale e utile per l’edilizia. La costruzione di un nuovo molo, intanto, proprio per inglobare la famigerata secca diventerà così importante che chiunque dovesse andare a fare una passeggiata al porto, non nominava più Cala Gavetta, ma soltanto “U Molu”, che di Cala Gavetta era diventato il fiore all’occhiello. Per raggiungere questo obiettivo una delegazione si era recata addirittura a Roma, l’11 marzo 1875, per ottenere dal generale Garibaldi, il suo prestigioso appoggio politico. Gli amministratori locali chiedevano la sistemazione dei banchinamenti, il potenziamento dello scalo, la creazione di un bacino e di tante altre cose ancora, come pure la costruzione di “un lazzaretto internazionale a Santo Stefano”, per le navi che battevano bandiera gialla e che, con contagiati a bordo, magari pretendessero di entrare a Cala Gavetta. Richiesta che molto prima aveva fruttato la costruzione di un bollitore-disinfettore sul lungomare di Cala Gavetta, tra il Comando Militare e Punta Nera, dove sorgerà la Capitaneria del Porto, e dove i contagiati, al termine della quarantena sull’isola dirimpettaia, venivano denudati, gli abiti sterilizzati nel disinfettore, e loro, nudi, con una coperta sulle spalle, si recavano nel piazzale interno del rione sanità, per essere ispezionati, a distanza, dal Bailo, che aveva competenze pure in materia sanitaria. Ricevuto il via libera, finalmente gli ospiti erano messi nella condizione di rivestire i loro panni e di entrare in paese. Nel frattempo si costruirono nuove garitte doganali, un tempo arretrate, a levante, di una cinquantina di metri, dove ancora oggi sopravvive il “Vicolo Garitta”, tra via XX Settembre e via Principe di Napoli. Quest’ultimo vicolo, quando la nominata garitta era attiva, non esisteva ancora, in quanto la linea della costa rasentava proprio la garitta, come da un importante e chiarificatore disegno del prof. Chiaese.

21 luglio

Il Ministro di giustizia ha abbandonato da tempo l’abitudine di recarsi nei vari luoghi del mandamento per espletare il suo ufficio, perciò i teresini sono obbligati a spese e disagi per andare a La Maddalena affrontando il viaggio per mare, anche con tempo burrascoso, o le piene del Liscia. Il Consiglio chiede, perciò, il ripristino delle antiche abitudini.

24 luglio

“Pregiomi di far conoscere alla S.V. Ill.ma che il generale Garibaldi va sempre gradatamente migliorando. La ferita è del tutto cicatrizzata e comincia a calzare la scarpa, ma soffrendo sempre dolori interni non può ancora metter il piede a terra e cammina sempre colle stampelle”.

29 luglio

“Pregiomi riferire alla S.V. III.ma che lo stato di salute del generale Garibaldi va sempre gradatamente migliorando. La sola variazione a farsi si e quella che da due giorni comincia a montare a cavallo”.

7 agosto

Ieri per la prima volta il generale Garibaldi, affermato dal suo seguito, verso le ore 4 pomeridiane sbarcava alla casa della signora Collins, inglese, abitante in quest’isola vicino alla spiaggia, di rimpetto a Caprera, ed alle 8 successive s’imbarcavano di nuovo alla Caprera“. La fine della convalescenza non viene certo accolta con sollievo a Torino, dove si teme che Garibaldi possa sfuggire al controllo del governo.

10 agosto

Fino alla fine del mese è ospite a Caprera frà Pantaleo il prete guerrigliero arruolato nelle file garibaldine a Salemi.

settembre

Giunge a Caprera Sarah Nathan, una ricca ebrea anglo-italiana, che a nome di Mazzini offre a Garibaldi trentamila franchi per partecipare ad un attentato contro Napoleone III. Garibaldi rifiuta, sdegnato, dicendo:”L’Italia si farà …. ma non col pugnale del traditore“.

21 dicembre

Garibaldi convalescente riposa a Caprera, si dimette da deputato di Napoli per protesta contro il modo in cui il governo tratta la Sicilia. I giornali che pubblicano la lettera di Garibaldi vengono sequestrati.