CronologiaMilleottocento

Correva l’anno 1862

Nicolò Susini è sindaco di La Maddalena. Ricoprirà l’incarico fino all’anno successivo.

“Sono un lavoratore e ho l’onore di esserlo. ” Non ti dimenticherò mai, e anche se purtroppo lo fossi, ho davanti agli occhi un oggetto del genere, che mi costringerebbe a ricordare ogni momento: Questo oggetto è la macchina a vapore che il tuo presidente mi ha mandato a Caprera, i miei figli sono gli autisti, e ti assicuro voi che il lavoro che fate non avrà rivalità con l’America e l’Inghilterra, e questo è prezioso per me. ”
Garibaldi ad Angelo Giacomelli, proprietario dello stabilimento di locomotive e presidente della Société ouvrières de secours “G. Garibaldi” di Trevigiano.
La locomotiva, arrivata a Caprera nel 1862. Era destinato principalmente alla battitura del grano e alla pressatura del foraggio, ma era anche utilizzato per azionare un battitore a Barret per la battitura del grano e per mettere in moto le lame nei giorni senza vento.
Oggi la locomobile è esposta nella stalla, Compendio Garibaldino.

9 marzo

Garibaldi lascia Caprera per un viaggio dove sensibilizza l’opinione pubblica sulla questione romana, fonda a Genova la “Società emancipatrice” riunendo diverse associazioni. Garibaldi presiede l’assemblea nella quale, attraverso la fusione dei Comitati di Provvedimento (garibaldini) e delle Associazioni Unitarie (mazziniane), nonché delle varie società liberali, si realizza il nuovo sodalizio che prese il nome di Società Emancipatrice Italiana, che si proponeva di fare di Roma la capitale d’Italia, ottenere l’uguaglianza giuridica tra le classi sociali e promuovere il concorso dei volontari per assicurare l’unità della patria.
Nel Consiglio della Società Emancipatrice, Garibaldi in persona propose tre nominativi in rappresentanza della Sardegna: l’ammiraglio maddalenino Antonio Susini Millelire, il sassarese Giovanni Antonio Sanna e l’Asproni, dei quali nessuno venne poi eletto.

23 marzo

Con Regio Decreto il maddalenino Nicolò Susini Millelire fu promosso al grado di maggiore di Fanteria, raggiungendo l’apice di una carriera che nel 1866 lo vide partecipare alla Terza Guerra d’Indipendenza. Terminata la quale rientrò a La Maddalena, dove morì di malattia due anni dopo, appena 41 enne. Fu un maddalenino che combatté le tre Guerre d’Indipendenza. Partecipò infatti alla Prima, nel corpo della Cavalleria Garibaldina, nel corso della quale fu promosso sottotenente; da capitano nel 1849 accorse alla difesa della Repubblica Romana. Partecipò poi alla Seconda Guerra d’Indipendenza nel corpo garibaldino dei Cacciatori delle Alpi, nel corso della quale ricevette la medaglia d’argento al valor militare. Successivamente entrò nell’esercito regolare. Era nato all’Isola nel 1827. Nicolò Susini Millelire era fratello di Antonio Susini Millelire al quale Garibaldi, nel 1848, lasciò il comando della Legione Italiana in Montevideo prima del suo rientro in Italia.

24 marzo

Muore in miseria a Torino lo storico Vittorio Angius, già deputato dell’isola (era nato a Cagliari nel 1798).

26 marzo

Il nostro Giuseppe Garibaldi si trova a Milano e in quell’occasione avvenne lo storico incontro con Alessandro Manzoni. I due uomini, oltre che alla passione per la nazione, condividevano quella per l’agricoltura, lo scrittore quello per le vigne che coltivava nelle tenute di famiglia, documentandosi su numerosi libri e trattati, il Generale quello per tutti quei prodotti che fornivano il sostentamento della sua famiglia e degli ospiti della casa di Caprera, che annotava minuziosamente nei quaderni agricoli. “Permettete – disse il Generale – ch’io venga a prestare un omaggio a un uomo che onora tanto l’Italia”. “Non siete voi – rispose il Manzoni – che dovete prestare omaggio a me; sì io, che mi trova ben piccino davanti all’uomo dei Mille, dinanzi al loro duce”. Nella commozione reciproca (così come narrano le cronache dell’epoca) Garibaldi chiese di poterlo abbracciare. Gli offrì poi un leggendario “mazzolin di viole”, e il vecchio scrittore commentò: “Lo conserverò in memoria d’uno dei più bei giorni della mia vita”.

15 aprile

Il canonico Tommaso Muzzetto, vicario capitolare della diocesi di Tempio, invia a Pio XI una supplica per convincerlo ad abbandonare il potere temporale: fra gli ecclesiastici, firmatari del documento, figura anche il parroco della Maddalena, Michele Mamia Addis.

maggio

Nel 1862 il Governo Russo aveva ordinata la leva generale in tutto l’impero, ma per la Polonia si prescriveva, che fossero esenti dall’obbligo di leva i contadini ed i grandi proprietari rurali, per cui la legge colpiva soltanto gli abitanti delle città. Questo privilegio promosse una agitazione grandissima in tutta la Polonia, e quando il Governatore di Varsavia volle applicare la legge, il 18 gennaio 1863, il Comitato Nazionale di Varsavia bandì l’insurrezione e la lotta incominciò.
Il Generale era infermo a Caprera, e si doleva di non poter accorrere in aiuto dei Polacchi per pagare un debito di gratitudine verso un paese che tanti suoi figli aveva sacrificati per la causa della nostra libertà. Non potendo pagare di persona scriveva all’Europa: «Non abbandonate la Polonia».
Ed in Italia recar soccorso alla Polonia era come un dovere. Il valoroso Nullo Francesco dei Mille, impaziente d’indugio e di martirio, partiva e, unitosi ai ribelli, trovava la morte sugli argini di Skutz. A Genova si era costituito il Comitato Generale di soccorso ai Polacchi sotto il patronato di Garibaldi, e presieduto dal generale Clemente Corte. Alla fine di maggio due emissari Polacchi sbarcavano a Caprera apportatori di un audacissimo progetto: sommuovere la Rumenia, coll’aiuto del Rossetti e del Bratiano, rovesciare il principe Couza; formare la base dell’insurrezione nel principato; penetrare nella Bessarabia e di là in Polonia, per dare mano forte alla rivoluzione. Ad Ancona pure, fin dai primi del 1863 si era costituito un comitato di soccorso per la Polonia. Il 16 marzo 1863 Elia riceveva la seguente lettera dal generale Clemente Corte, accompagnata da poche linee del generale Garibaldi.
Genova, 16 marzo 1863.
Pregiatissimo Signore, «Ho ricevuto il di lei foglio 15 corrente e m’affretto a risponderle, che sentii con molto piacere come la sottoscrizione per la Polonia sia stata iniziata e promossa in Ancona, da cittadini distinti pel loro patriottismo.
«È urgente che tale sottoscrizione sia spinta con la maggiore sollecitudine possibile, e che il denaro raccolto venga spedito al nostro Comitato di Genova. Confido quindi, che Ella e gli altri patrioti d’Ancona, faranno in modo di soddisfare a tale mia richiesta.
«Le accludo copia della lettera colla quale il generale Garibaldi autorizza il nostro Comitato a raccogliere e disporre dei fondi suddetti
«Aggradisca i miei più cordiali saluti e mi creda con distinta stima Dev.mo suo
Clemente Corte
Caprera, 1 marzo 1863.

5 maggio

E’ istituito a Santa Teresa l’ufficio postale statale, definibile come distribuzione comunale di seconda classe, il rango più basso nella classificazione degli uffici postali, alle dipendenze dell’ufficio primario di Tempio. A dirigerlo è chiamato Andrea Cossu.

27 giugno

Garibaldi, lascia in gran segreto l’isola e sempre con il “Tortolì” raggiunge Palermo. Sono con lui alcuni fidi: Guerzoni, Menotti, Basso, Missori, Nullo e Bruzzesi. Sbarca in Sicilia e vi è accolto trionfalmente, poi svela il suo programma: conquistare Roma. Con duemila volontari si appresta ad attraversare lo Stretto, ma il Governo ha mandato una squadra navale, agli ordini del maddalenino Giovanni Battista Albini, con il generico incarico (scrive Montanelli) di “agire per il bene del re e del paese”. Così Albini non interviene quando i garibaldini si impossessano di due navi alla fonda nella rada di Catania e, con quelle, sbarcano in Calabria. Solo allora i cannoni di Albini sparano alcuni colpi che hanno l’effetto di costringere Garibaldi ad abbandonare la costa e a dirigersi verso l’Aspromonte, dove viene affrontato dalle truppe regolari, i bersaglieri del Colonnello Pallavicini, ferito ed arrestato.

14 luglio

Approvata la convenzione per la costruzione della rete ferroviaria in Sardegna con una società italo-inglese che fa capo al finanziere Gaetano Semenza.

7 settembre

Per distinguerlo dall’omonimo in provincia di Messina, il paese prende il nome, che mantiene ancora oggi, di Santa Teresa di Gallura. Si succedono nella carica di sindaco Salvatore Usai e Carlo Nasini, che ricoprirà l’incarico fino all’anno successivo.

29 agosto

Garibaldi si mette alla testa di una spedizione di volontari al fine di liberare Roma dal governo papalino, ma l’impresa è osteggiata dai Piemontesi dai quali viene ad Aspromonte. Imprigionato e poi liberato ripara nuovamente su Caprera, pur rimanendo in contatto con i movimenti patriottici che agiscono in Europa.

23 novembre

Stampa che ritrae Giuseppe Garibaldi costretto a letto dopo la ferita al piede, in compagnia del celebre medico francese Auguste Nelaton giunto dall’Inghilterra appositamente per visitare l’Eroe dei due mondi. Sarà Nelaton ad estrarre la pallottola del piede al biondo nizzardo. Anche in seguito a questa ferita, alcuni amici inglesi spedirono a Caprera la “carrozzina per disabili” che si vede in molte stampe.

21 dicembre

Dopo i fatti dell’Aspromonte e la prigionia del Varignano, Garibaldi da Genova partiva e preparava il rientro a Caprera sul piroscafo Sardegna. Nel viaggio, il vento burrascoso che soffiava su Bastia e sull’arcipelago toscano stava facendo avvicinare una nave sconosciuta con grande difficoltà, rallentata da un forte beccheggio. La nave, in qualche modo, si precipita nel porto corso e si rifugia. Da lontano, il curioso può leggere il suo nome della baca: Sardegna. La sua destinazione, l’isola di Caprera, tradisce la presenza della famosa figura a bordo, Giuseppe Garibaldi i cui exploit militari sudamericani sono noti ovunque, grazie alla penna di Alexandre Dumas. Questa rapida sosta improvvisata dell’eroe dei due mondi passerà inosservata, perché Garibaldi si astiene dalla terra. Ma a bordo riceve discretamente Gian-Paolo Borghetti, un politico di Tavagna, un medico militare del suo stato, e considerato uno dei più grandi poeti corsi di espressione italiana. In un’opera lirica, cantò la vittoria di Garibaldi nella battaglia di Varese nel maggio 1859. Cosa rappresenta quindi la Corsica per Garibaldi, instancabile Ulisse, nato nel 1807 a Nizza? Da bambino navigò molto intorno al Golfo di Genova al punto che le coste della Corsica gli divennero familiari rimanendo inaccessibili. Ma acquistando metà Caprera per £ 360 nel 1854, Garibaldi si sta avvicinando alla Corsica e alla sua immaginazione. Facendo cabotaggio sul suo cutter, una piccola barca con un solo albero, corre lungo la costa orientale della Corsica ogni volta che vuole raggiungere Caprera. Nel 1855, quando attraversò il Tirreno tra Genova e Cagliari come comandante della nave “l’Esploratore”, si dichiarò “coltivatore” (agricoltore) e iniziò a sviluppare nella sua nuova tenuta, una “casa bianca” modellato sull’architettura della hacienda, che esiste ancora oggi. Per fare questo, ha bisogno di materiali che prenderà con la sua barca a Porto Vecchio. “Nel 1857, Garibaldi si stabilì definitivamente a Caprera ed è un talentuoso falegname bonifacino, Mattia Sorba, con sede a La Maddalena, che realizza finestre, porte e tutti i mobili della casa”. Lontano dalla Corsica, durante le sue avventure americane, Garibaldi aveva stretto forti amicizie incontrando i corsici tra cui il sacerdote ribelle Paul Semidei.