CronologiaMillenovecento

Correva l’anno 1923

Si alternano i commissari prefettizi: Raffaele Puxeddu, Francesco Gana, Edoardo Piroddi, Paolo Spano e Pietro Demurtas.

14 gennaio

A seguito della prima riunione del Gran Consiglio del Fascismo tenutasi il 12-13 gennaio 1923, veniva decisa la nascita della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Essa nasceva dall’esigenza del Partito Nazionale Fascista, appena giunto al potere, al seguito della “marcia su Roma” del precedente 28 ottobre 1922, di irregimentare le squadre d’azione trasformandole in una vera e propria milizia riconosciuta dallo Stato. La sua fondazione fu decisa e annunciata dal Consiglio dei ministri del 28 dicembre 1922 presieduto da Benito Mussolini e decretata dal re Vittorio Emanuele III con regio decreto-legge il 14 gennaio 1923, n. 31. Essa accorpò la disciolta Milizia dei Sempre Pronti per la Patria e per il Re dell’Associazione Nazionalista Italiana, partito politico sorto nel 1910 e che il 4 marzo 1923, si discioglierà per confluire nel Partito Nazionale Fascista. Il primo comandante generale fu Italo Balbo, quadrumviro della Marcia su Roma e futuro Maresciallo dell’aria. Inizialmente pensata come milizia a uso esclusivo del partito, in quanto la stessa rispondeva solo al Presidente del Consiglio dei ministri e a lui solo era dovuto il giuramento, con successivo Regio Decreto del 4 agosto 1924 la M.V.S.N. entrò a far parte delle Forze armate dello Stato, divenendo la quarta forza armata.

18 gennaio

Muore a Sassari lo scrittore Medardo Riccio; Giornalista (Tempio 1859 – Sassari 18 gennaio 1923). Alcuni testi lo dicono nato a Cagliari. In effetti fece le sue prime prove a Cagliari, ne ‘‘L’avvenire di Sardegna’’. Dopo un periodo professionale passato tra Palermo e Como nel 1882 tornò a Sassari, dove dal 1882 al 1893 diresse il quotidiano ‘‘La Sardegna’’ fondato dal Giordano Apostoli. Nel 1892 fu chiamato a succedere a Genserico Granata, il primo direttore de ‘‘La Nuova Sardegna’’, del cui successo editoriale fu costantemente il promotore instancabile. Protagonista del dibattito politico della Sassari giolittiana, partecipò direttamente agli eventi politici cittadini, entrando nel 1915 nel comitato ‘‘Pro Dalmazia’’ e prendendo la parola nelle manifestazioni interventiste. Arroccato su posizioni moderate (dunque in contrasto con quella che era stata la linea del quotidiano nei primi 13-14 anni della sua direzione – l’avvenimento determinante fu sicuramente la prima guerra mondiale), non nascose – insieme con l’avversione al socialismo, al sardismo e nel dopoguerra perfino al PPI – le sue simpatie per il fascismo, di cui sembrò sposare apertamente la causa già all’indomani della ‘‘marcia su Roma’’. La sua morte improvvisa, nel gennaio 1923, insieme con quella (a luglio) di Pietro Satta Branca, permise al gruppo proprietario di spostare il giornale su posizioni liberal-democratiche solidamente antifasciste. «Sassari – ha scritto Pasquale Marica ricordandone la carriera – significò per lui soprattutto spirito di indipendenza, amore per la libertà, intransigente affetto per l’isola tutta. Fu il giornalista sardo per antonomasia». Già durante la guerra aveva cominciato a pubblicare presso le Edizioni del Risorgimento di Milano i due volumi di Valore dei sardi in guerra, usciti fra il 1917 e il 1920, ricchi di documenti e di dati. Tra i suoi scritti: La Maddalena. A proposito degli armamenti. Note, 1883; Colonizzazione, 1890; Il Congresso radicale, ‘‘La Nuova Sardegna’’, 1905; Francesco Crispi, la Sardegna e la Sicilia, ‘‘Nuova Antologia’’, XLIX, 1914; suoi inediti furono pubblicati dopo la morte, La vittoria dei sardi su Napoleone, ‘‘Mediterranea’’, VII, 4, 1933; La vittoria della Maddalena nel 1793, ‘‘Rassegna storica del Risorgimento’’, 22, 1935; A proposito della difesa della Maddalena, ‘‘Rassegna storica del Risorgimento’’, 7, 1936.

5 aprile

A Santa Teresa l’amministrazione comunale propone la costruzione di una strada litoranea Santa Teresa-Castelsardo. Si apre la scuola elementare a Marrazzino.

giugno

Italia Anita Garibaldi, figlia del Ricciotti, per conto del padre che nel frattempo era sofferente, prese carta e penna e scrisse alle autorità maddalenine perché gli concedessero di costruire sull’isola di Giardinelli, di proprietà del padre “concessa in enfiteusi dalla chiesa di La Maddalena”, di fronte alla casa del nonno, due modeste baracche dove trascorrere quei pochi mesi quando venivano alla Maddalena con i genitori, e di avere un punto di appoggio anche per non gravare dell’ospitalità gratuita del Bottini nell’albergo ristorante Belvedere alla Maddalena. Il Bottini per quasi un ventennio fu il castaldo di Garibaldi e conosceva molto bene quello che stava succedendo a Caprera, e per questo motivo cercò di aiutare il Ricciotti in tutto quello che poteva fare per dargli ospitalità e a quanto servisse a lui e alla sua famiglia La distanza era notevole per raggiungere Caprera dalla Maddalena, sette chilometri che non si potevano certo fare tutti i giorni se non si aveva un mezzo di locomozione sicuro e proprio. Alla Marina fu chiesto di realizzare le due baracche ed essendo la cifra non indifferente non fu in grado di sostenere la spesa in quanto la quota a parte non avrebbe potuto essere giustificata sul proprio bilancio. Inoltre sul posto sorgeva già un poligono di tiro e questa richiesta creò giustificate preoccupazioni per chi doveva controllare e vietare il passaggio. Si doveva creare per di più anche una specie di ponticello per collegare l’isola di Giardinelli con il restante dell’isola di La Maddalena quando c’era l’alta marea e di conseguenza non si fece nulla. Dopo la morte della madre, Clelia Garibaldi continuò lei stessa a mantenere per diritto di eredità il governo di quanto rimaneva della casa e della proprietà e perciò quando venne a conoscenza di quello che si stava chiedendo su Giardinelli, in modo sottile ed in malafede riuscì a mettere nuovamente in cattiva luce il Ricciotti presso le autorità locali, pretendendo che venisse informata di quanto eventualmente il Generale stesse chiedendo di fare nei pressi di Caprera e che questo costituiva sempre un pericolo di eventuali colpi di mano sul cimitero ed altro. Tutto questo è riportato in una lettera che Clelia scrisse alle Autorità locali che termina chiedendo “Pertanto mi permetto pregare V. S. ill.ma di compiacersi informarmi con tutta sollecitudine qualora venisse a cognizione di V.S. che Ricciotti preparasse altri progetti circa Caprera, in modo che io abbia la possibilità di sventarli presso il Ministero. Livorno 26 luglio 1923″. Nella cronologia degli atti si scopre che Ricciotti aveva chiesto nel 1914, nell’ipotesi che tutta l’Isola di Caprera dovesse passare in proprietà allo Stato, uno spazio di sei metri quadrati di terreno ai piedi della Tomba del padre per farne la tomba propria e della consorte, alle stesse condizioni di vicinanza di quello concesso ad altre persone di famiglia. Altra domanda simile il Generale Ricciotti l’aveva fatta nel 1907, allora lo spazio veniva richiesto anche per i 10 figli viventi e per i due premorti. A questa domanda fu risposto dal Ministro Mirabello che non appena approvata la legge del 1907 “il Governo avrebbe provveduto ai sensi della legge medesima”. La vedova del Generale Garibaldi Francesca e la Figlia Clelia a loro volta avevano anch’esse ripetutamente richiesto, in aggiunta alla facoltà di abitazione nei beni sotto esproprio in Caprera, di essere sepolte presso la tomba del generale. Francesca a sostegno delle sue richieste asseriva di aver presso di sé un codicillo di pugno dell’Eroe in data 17 settembre 1881 che modificava il testamento olografo del Generale in data 30 luglio 1881 del seguente tenore: Caprera, lì 17 settembre 1881, avendo per testamento determinato la cremazione del mio cadavere, incarico mia moglie dell’eseguimento della mia volontà col legno di Caprera e prima di dare avviso a chicchessia della mia morte. Ove morisse essa prima di me io farò lo stesso per essa. Verrà costruita una piccola urna di granito che racchiuderà le ceneri di lei e le mie. L’urna sarà collocata sul muro dietro il sarcofago delle nostre bambine e sotto l’agacia (acacia) che lo domina”. Il cimitero di famiglia fu veramente l’ostacolo maggiore nelle controversie familiari, anche perché, come scrisse il Ricciotti in una lettera del 20 agosto del 1923 alle autorità responsabili, che se non veniva concessa l’autorizzazione alla sistemazione del busto, prendeva questo rifiuto come un’ insulto alla memoria di sua madre, ricordando quando scopri negli appunti di suo padre dove lesse “Io perdonerò agli Italiani la tua morte, o Anita, il giorno in cui lo straniero”. Quelle parole lette e rilette riguardavano sua madre e suscitarono in lui una violenta commozione vedendo l’ignoranza e la superbia di queste donne che non volevano il busto vicino al Padre.

9 giugno

Benito Mussolini visita La Maddalena e Caprera in qualità di capo del governo. Mussolini approda a Terranova e si reca in visita a Caprera, La Maddalena, Sassari e Cagliari, attraversando la Sardegna. Mussolini visitò, nella sua qualità di capo del governo, ben tre volte La Maddalena, la prima volta giunse nella mattina del 10 giugno 1923 (in bombetta e in abito scuro) a bordo dell’esploratore “Brindisi”; sbarcò nel pontile di Piazza Comando e di qui in auto proseguì per Caprera. Al ritorno visitò il Comune, dove gli venne offerto un ricevimento presenza di tutte le autorità civili, militari, politiche e religiose. Ecco quanto egli scrive a riguardo al paragrafo 8 dei suoi “Pensieri pontini e sardi”: “la Mia prima visita a La Maddalena risale a 20 anni fa. La compii al ritorno da Caprera, dove avevo visitato la Casa di Garibaldi e reso omaggio alla sua tomba. Allora invidiando la pace e la solitudine di questi luoghi; oggi invece ne sono arcistufo”. Poco dopo, con l’avvento del fascismo, l’arcipelago attraversò una nuova stagione. Mussolini con questa visita, rese omaggio alla frequentatissima tomba di Garibaldi e diede avvio a una nuova valorizzazione della base, con la creazione di nuovi impianti e strutture militari. La Maddalena – argomenta lo storico della Sardegna il maddalenino Girolamo Sotgiu – era un’importante base militare, con combattive maestranze nell’arsenale e una numerosa schiera di operai che lavorava alle cave di granito allora ancora in attività” Per questo motivo fu tra i primi paesi della Sardegna a veder sorgere il fascismo. La Sardegna agro-pastorale sosteneva il Partito Sardo d’Azione, promotore dell’autonomia regionale, mentre un numero limitato di paesi in cui vi erano attività minerarie o impianti portuali rappresentavano i pochi centri di attività dei sindacati socialisti. Per prendere il potere il fascismo ricorse alla violenza nei confronti dei movimenti socialisti. Fu questo un altro passo decisivo che segnò un’ulteriore colonizzazione di Atlantide. Mussolini per mettere a tacere gli “atlantisti “indusse alcuni esponenti del PSd’Az a confluire nel partito fascista, costringendo all’esilio altri esponenti meno propensi a trovare un compromesso con il partito di Mussolini. Per ottenere il parziale coinvolgimento degli esponenti atlantisti il fascismo dovette propagandare la propria adesione all’idea di autonomia amministrativa, ma una volta ottenuta una base di adesioni di una certa consistenza i temi dell’autonomia scomparvero dalla retorica del regime. La strategia della propaganda si rivolse ad altri argomenti: “riaffermare che solo nella nuova condizione creata dal fascismo, dopo la conquista dell’impero, Atlantide poteva esprimere compiutamente la sua vera vocazione, che era quella di baluardo della difesa dallo straniero, sentinella avanzata nella sua funzione mediterranea” Questo fu il tema che caratterizzò le Celebrazioni Atlantiche avvenute dal 2 al 15 ottobre 1937, un viaggio in Atlantide di Mussolini e di altri gerarchi fascisti che fecero comizi in diversi comuni isolani. Fra questi La Maddalena dove Mussolini effettuò una visita a tutte le strutture e impianti militari. Ancora una volta fu deliberato un ampliamento e un rinforzo delle fortificazioni e degli impianti logistici militari poiché La Maddalena, nella nuova politica mediterranea del governo fascista, si preparava ad essere una base operativa molto vicina al confine francese e di fondamentale importanza per le operazioni della flotta militare italiana.

15 giugno

L’idrovolante francese «Faddx», trovandosi in difficoltà per mancanza di benzina mentre sorvolava l’isola di La Maddalena, ammarava fra Isola Rossa e Porto Torres, presso il villaggio Marizza di Marina di Sorso. La casualità dell’evento era peraltro messa in dubbio dal Ministro della Marina, Thaon di Revel, che adombrava, in un dispaccio al Presidente del Consiglio, Mussolini, l’ipotesi dello spionaggio, nei seguenti termini: «Riesce difficile l’ammettere che un apparecchio dalle basi aeree della Corsica sia rimasto senza carburante dopo così breve percorso. Nell’un caso o nell’altro, e senza una giustificazione immediata e plausibile, aerei francesi hanno sorvolato zone che saranno prossimamente interdette, dando agio ai piloti ed osservatori di acquistare sulle coste e basi italiane che fronteggiano quelle francesi, una conoscenza pratica che non può essere nei nostri interessi».(Thaon di Revel a Mussolini, Roma, 27 giugno 1923, ACS, Pres. Cons. Min., 697) Il 30 settembre successivo, il Vicecommissario per l’Aeronautica, Finzi, dal canto suo, informava Mussolini che «Le recenti disposizioni riguardanti il transito di aerei stranieri sopra il suolo nazionale sono riassunte nella Convenzione Internazionale di Navigazione Aerea (13 ottobre 1919) Capitolo I°, entrata in vigore per l’Italia il 23 aprile 1923. Per l’art. 3, l’interdizione del volo su determinate zone del territorio dello Stato deve essere resa pubblica e notificata alle varie potenze. A tale scopo, fin dal gennaio 1920 vennero iniziate intese interministeriali per la delimitazione di dette zone. Nel settembre 1922 dal Comando d’Aeronautica venne presentato su tale materia uno schema di Decreto Ministeriale che non ebbe poi corso e finalmente, in seguito alle conclusioni della speciale Commissione riunitasi il 12 giugno 1923 presso questo Commissariato, si pervenne allo schema definitivo di decreto che non potrà però essere pubblicato prima della promulgazione del R.D. Legge sulla “Navigazione Aerea”. Nella considerazione che nessuna necessità vi era da parte degli idrovolanti francesi di sorvolare sulla Piazza militare di Maddalena, questo Commissariato nel significare agli addetti francesi (aeronautico e navale) l’autorizzazione per un eventuale scalo e rifornimento degli apparecchi a Cagliari, avvertiva dell’interdizione di volo sulla zona Carloforte-Sant’Antioco ed acque territoriali omettendo di accennare all’identico divieto sulla zona della Maddalena».(Finzi a Mussolini, Roma, 30 settembre 1923, ibidem).

14 luglio

Muore improvvisamente a Sassari Pietro Satta Branca, fondatore e proprietario de ‘‘La Nuova Sardegna’’, deputato e sindaco di Sassari.

15 luglio

Muore a Caprera Francesca Armosino, ultima moglie di Giuseppe Garibaldi, dove viene sepolta nel piccolo cimitero vicino al marito e alla figlioletta Rosa, morta a soli 18 mesi.

26 luglio

Dopo la morte della madre, Clelia Garibaldi continuò lei stessa a mantenere per diritto di eredità il governo di quanto rimaneva della casa e della proprietà e perciò quando venne a conoscenza di quello che si stava chiedendo su Giardinelli, in modo sottile ed in malafede riuscì a mettere nuovamente in cattiva luce il Ricciotti presso le autorità locali, pretendendo che venisse informata di quanto eventualmente il Generale stesse chiedendo di fare nei pressi di Caprera e che questo costituiva sempre un pericolo di eventuali colpi di mano sul cimitero ed altro. Tutto questo è riportato in una lettera che Clelia scrisse alle Autorità locali che termina chiedendo “Pertanto mi permetto pregare V. S. ill.ma di compiacersi informarmi con tutta sollecitudine qualora venisse a cognizione di V.S. che Ricciotti preparasse altri progetti circa Caprera, in modo che io abbia la possibilità di sventarli presso il Ministero. Livorno 26 luglio 1923.

1 agosto

Nel 1910 in Arsenale lavoravano 117 civili e 200 forzati. L’aumento progressivo degli addetti si mantenne costante per alcuni anni, ma subì un brutto arresto il 1° agosto 1923: a causa della riforma del lavoro, infatti, molti operai furono licenziati. Fu questo un momento di crisi e di sbandamento che vide un cambiamento obbligato di mestiere per quelli che non avevano avuto fortuna nella riammissione e che si riversavano in gran parte nel lavoro delle cave di granito, ancora produttive.

3 Agosto

Vengono firmati i decreti di scioglimento, per «gravi motivi di ordine pubblico», dei consigli comunali di Cagliari, Sassari e di tutti quei comuni dove non ci sono maggioranze fasciste.

15 agosto

Già da qualche anno per iniziativa della locale Società di Mutuo Soccorso fra i pescatori, anche a La Maddalena si celebra la festa dell’Assunta, associando alle funzioni religiose vari ed attraenti divertimenti civili. Il programma prevedeva per il 14, una corsa podistica di resistenza (Km 6), una corsa ciclistica (Km 10), e la regata di canotti a 4 remi. Realizzata un’appariscente illuminazione in via Nazionale (Bassamarina) e fuochi artificiali in Piazza Umberto. Per il 15, regate in barca a vela da 32 a 35 palmi e da 27 a 31 palmi, regate di barche da pesca a 4 remi, albero della cuccagna e gare di sandolini. Il tutto intervallato da concerti musicali, ecc. I vari e ricchi premi in  denaro e stendardi attireranno certo numerosi concorrenti….

18 agosto

Ordinanza comunale in materia di regolamento polizia urbana: “si vieta severamente di percuotere gli animali per ottenere da essi un lavoro superiore alle loro forze”.

2 novembre

Nasce a La Maddalena Carlo Curis; Fu ordinato sacerdote, dal vescovo Albino Morera, il 13 luglio 1947. Insegnante al seminario minore e cappellano delle carceri di Tempio, conseguì poi a Roma la laurea in Diritto Canonico e frequentò la Pontificia Accademia Ecclesiastica (scuola di diplomazia della Santa Sede). La prima destinazione diplomatica di mons. Curis fu presso la Segreteria di Stato del Vaticano, seguita da incarichi in Uruguay, Cile, India, Stati Uniti e infine di nuovo a Roma presso la Nunziatura Apostolica. Nel 1971 fu nominato da Papa Paolo VI, Delegato Apostolico di Ceylon e consacrato Arcivescovo di Medeli. Nel 1978 mons. Curis venne nominato Pro-Nunzio in Nigeria (dove accolse papa Giovanni Paolo II in visita) e dal 1986 al 1990 ricoprì l’incarico di Delegato Apostolico di Gerusalemme, Giordania e Cipro. L’ultima “missione” di mons. Curis si è svolta, dal 1990 al 1999, nella Nunziatura del lontano Canada.

1 dicembre

Sassari. La minoranza fascista provoca lo scioglimento del Consiglio provinciale.

7 dicembre
Visita del ministro dell’Istruzione Dario Lupi.

22 dicembre

Nella sede della XX Settembre si riuniscono i capi delle associazioni locali per esaminare la situazione economica della città (“scongiurare un aumento delle tasse comunali”) e chiedere al prefetto di indire al più presto le elezioni amministrative. La riunione viene bollata come antifascista.