Correva l’anno 1994
Alle 6,35 la nave francese ‘Monte Stello’, con 77 passeggeri più gli uomini di equipaggio ed una trentina di auto a bordo, si incaglia sugli scogli dell’isolotto Barrettini. Nella zona imperversa un terribile fortunale. Si registrano due feriti. I passeggeri e gli uomini dell’equipaggio vengono tratti in salvo da un elicottero giunto da Ciampino. Si teme l’affondamento della nave ed il relativo inquinamento del neo-nato Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena (la legge è stata approvata il 23 dicembre 1993).
1 gennaio
È Federica Selva la prima bambina nata nel 1994. Pesa tre chili e mezzo ed è nata alle ore 9,00 del mattino.
3 gennaio
Si apprende che sulla nave ‘Monte Stello’ c’erano anche 32 ragazzi di una Scuola Secondaria di Tolone, tutti tratti in salvo. L’incidente suscita grossi interrogativi e polemiche per quanto concerne le cause. È stata avviata un’inchiesta. Ci si chiede: se fosse stata una petroliera?
4 gennaio
Nel giorno in cui la nave ‘Monte Stello’, incagliatasi il giorno di Capodanno sugli scogli di Barrettini rischia di spezzarsi. Si teme per l’inquinamento e pensa a bandire una gara per rimuovere il traghetto francese, nasce il Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, è il primo parco nazionale della Sardegna, l’unico in Italia costituito da tutto il territorio di un solo comune. È stato istituito con la legge n.10; il suo ente gestore e le relative norme di salvaguardia sono stati istituiti con Decreto del Presidente della Repubblica del 17 Maggio 1996. È un parco geomarino che si estende su una superficie – tra terra e mare – di 18.000 ettari (5.134 ettari di superficie terrestre e 13.000 ettari di superficie marina), e 180 chilometri di coste. Comprende tutte le isole e gli isolotti appartenenti al territorio del Comune di La Maddalena. Il Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena rappresenta anche una parte significativa del territorio dello Stato italiano e della Sardegna nell’istituendo Parco marino internazionale delle Bocche di Bonifacio. Il Parco Nazionale è stato istituito – secondo quanto previsto per le regioni a statuto speciale dalla legge quadro sulle aree protette – sulla base di un intesa Stato- Regione Sardegna che prevede interventi significativi di tutela e di valorizzazione che coinvolgono la popolazione interessata e che, allo stesso tempo, consentono la fruibilità delle risorse ambientali, storico-culturali e mantengono in vita le consuetudini, gli usi civici e il modello di vita della popolazione residente nell’Arcipelago.
7 gennaio
Il sindaco Pasqualino Serra chiede alla Regione Sarda “di inserire il Comune di La Maddalena tra le parti attive in sede giudiziaria” contro la società proprietaria della nave ‘Monte Stello’. “Siamo andati ieri sottobordo ad abbiamo notato che è tuttora in corso la fuoriuscita di liquido dalla nave nonostante siano state raccolte 20 tonnellate di acque e sostanze oleose”, dichiara a La Nuova il sindaco Serra.
8 gennaio
Sconcerto e sdegno per la brutale aggressione ad un militare di leva, in servizio presso le Scuole CEMM di La Maddalena, sodomizzato con un bastone da tre commilitoni. I tre aggressori sono stato arrestati. Verranno giudicati dal Tribunale militare.
10 gennaio
Dal traghetto Monte Stello, incagliato da dieci giorni su una secca dell’arcipelago della Maddalena, continua a fuoriuscire fuel oil, un olio combustibile denso e difficile da bonificare che sta inquinando la costa. La denuncia è del sindaco della Maddalena, Pasqualino Serra, che ha annunciato la costituzione di parte civile del Comune per i danni provocati dalla nave della società Sncm di Marsiglia. Alla Maddalena temono che i dirigenti della società francese intendano sbarazzarsi del traghetto affidandolo con il carico, un centinaio tra auto e container, all’assicurazione, che non avrebbe alcun interesse a recuperare il relitto dati gli alti costi (circa 3 miliardi). “Purtroppo – ha detto il sindaco – temo che le leggi non impongano il recupero del relitto, a meno che il naufragio non avvenga in porto”.
11 gennaio
L’Arcipelago di La Maddalena è Parco Nazionale. La legge istitutiva è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.
12 gennaio
Secondo la Capitaneria di Porto di La Maddalena si tratta di naufragio colposo. Denunciati il comandante ed il primo ufficiale della nave Monte Stello.
14 gennaio
In pericolo l’‘‘impero’’ dell’Aga Khan. Proposti numerosi piani per il salvataggio della Ciga alberghi. Le trattative con i comuni di Arzachena e Olbia per nuovi insediamenti continuano.
17 gennaio
Pasqualino Serra, neo sindaco di La Maddalena, superati alcuni ricorsi volti ad invalidarne l’elezione, giura davanti al prefetto di Sassari Efisio Orrù. Ora è sindaco a tutti gli effetti.
21 gennaio
Marcia della Pace organizzata dai cattolici maddalenini. Si manifesta e si prega perché cessino nel mondo tutte le guerre ed in particolare quelle nella “martoriata Jugoslavia”.
25 gennaio
Il Centro Sportivo Marisardegna, nel settore del canottaggio, risulta primo tra le società sarde nella classifica nazionale 1993.
1 febbraio
Nel corso di una polemica seduta di Consiglio Comunale, durante la quale, da parte di consiglieri comunali e del pubblico si sono manifestate perplessità sull’istituito Parco Nazionale, il sindaco Pasqualino Serra afferma: “Vi invito a riflettere. Contestiamo il PTP, la Costa Smeralda, il Parco Internazionale, la chiusura dell’Arsenale… Ora contestiamo per istinto anche il Parco Nazionale. Su quale base, vi chiedo? Quella dei funghi o dei due o quattro ami al bolentino? Io sono qui per capire. Io non deciderò, non per voi, ma, spero, con voi. Prima dobbiamo considerare a fondo i pro ed i contro nell’interesse generale e non per puro egoismo personale o di categoria. Caprera con il parco è più libera, le isole minori, già vincolate, sono recuperate per qualunque uso civico locale. I timori sono comunque legittimi ed io per primo soffrirei a dover fare anticamera dal presidente del parco, per poter amministrare il nostro territorio. Ma chiediamo una leggina in deroga. Ma non si può decidere parco sì o parco no, sull’onda del solo istinto“.
5 febbraio
Nuova seduta del Consiglio Comunale. Si approva un ordine del giorno nel quale si chiedono: 1) Che la rappresentanza di La Maddalena sia prevalente nel consiglio di amministrazione del parco; 2) Che vengano sospesi i termini per l’approvazione delle misure di salvaguardia; 3) Che sia convocato un incontro tra l’Amministrazione comunale e l’Assessore regionale all’Ambiente per raggiungere un’intesa sulle proposte da presentare al Ministro dell’Ambiente. In caso di mancato accoglimento delle richieste si procederà a referendum.
8 febbraio
Franco Del Giudice, ex sindaco di La Maddalena e assessore provinciale, viene nominato coordinatore del P.R.I. sardo.
10 febbraio
Ha inizio la XIII edizione del Carnevale Maddalenino. Il programma, redatto dal presidente del comitato Enrico Valenti, prevede tra l’altro ben tre sfilate: il 10 febbraio, il 13 ed il 15.
18 febbraio
Il Monte Stello, il traghetto francese incagliatosi tra gli scogli dell’isolotto dei Barrettini la notte del 31 dicembre 1993, viene svuotato del suo carico di idrocarburi. Diminuisce il rischio di inquinamento ambientale.
28 febbraio
Nel corso della seduta del Consiglio Comunale il sindaco Pasqualino Serra annuncia di aver rinunciato al raddoppio delle indennità di carica, alla quale ha diritto per legge. Il risparmio verrà impiegato per finanziare alcune manifestazioni sportive.
1 marzo
La Procura militare di Cagliari apre un’inchiesta sui lavori eseguiti nel complesso logistico di Santo Stefano.
2 marzo
Il sindaco Pasqualino Serra si reca a Cagliari per discutere con l’assessore regionale all’Ambiente Emanuele Sanna (D.S.) i problemi relativi all’istituito Parco dell’Arcipelago. Serra ricorda tra l’altro all’assessore che nell’ente di gestione non è prevista la presenza di amministratori maddalenini. L’assessore Sanna si dichiara disponibile alla costituzione di una commissione Paritetica tra Regione, Provincia e Comune per studiare le proposte di modifica della legge istitutiva.
3 marzo
Caro biglietti nell’Arcipelago. Per i maddalenini andare a Palau costa il 40% in più se si viaggia a piedi ed il 13% in più se in auto. I rincari sono stati decisi dalla Saremar e ad essi si adegueranno anche i privati.
11 marzo
Cino Ricci (noto velista) presenta nel salone consiliare la tappa maddalenina del ‘Giro d’Italia a vela’. È naturalmente presente il sindaco Pasqualino Serra, l’ammiraglio di Marisardegna Franco Di Girolamo ed il presidente del Panathlon Silvio Rolando.
12 marzo
Affonda nella notte il peschereccio ‘San Marco’, di proprietà del pescatore Domenico Nicolai, ormeggiato a Cala Gavetta.
15 marzo
La stampa di quei giorni riporta notizie riguardanti maddalenini condannati di aver commesso reati. Uno per atti di libidine
19 marzo
Prime grane per l’amministrazione Serra. L’assessore alle manutenzioni Claudio Delogu minaccia le dimissioni. Motivo, la discarica comunale di Sasso Rosso dove negli ultimi giorni è scoppiato un incendio. “Tutto quello che faccio mi viene bocciato o reso vano” dichiara a La Nuova Delogu.
24 marzo
L’assessore all’ambiente Giovanna Sotgiu promuove la messa a dimora di 93 alberelli per i 93 bambini nati l’anno precedente. Alla cerimonia, che si svolge in località Barabò, sono presenti il parroco mons. Salvatore Capula, l’ammiraglio Franco Di Girolamo, il comandante La Cesa della Forestale, una rappresentanza della Marina Usa, gli insegnanti e tutti i bambini delle Elementari di Moneta.
27 marzo
Si tengono le elezioni politiche. Per il Senato, nel collegio Gallura, vengono eletti Pino Mulas (A.N.) e, con i resti, Piero Tamponi (Patto per l’Italia). Alla Camera, nel collegio Olbia-Tempio, viene invece eletto Gian Piero Scanu (Patto per l’Italia). A La Maddalena, nel proporzionale, Forza Italia, con 1887 voti, risulta essere il partito più votato. Seguono il Patto Segni con 1680 e, distanziato di circa cinquecento lunghezze, il Partito Democratico della Sinistra (ex PCI) con 1180 voti. Alleanza Nazionale raccoglie 1250 preferenze mentre Rifondazione Comunista si attesta sui 475 voti. Il Partito Popolare, erede della Democrazia Cristiana, raggranella appena 452 consensi. Seguono poi il PS (ex Psi) con 228 voti, la lista Pannella (194), i Verdi (149), Alleanza Democratica (120), Sardinia Natzione (90), La Rete (57), L’Arca (14).
30 marzo
L’assessore Claudio Delogu presenta le dimissioni. Rimarrà comunque all’interno della maggioranza. Al suo posto viene nominato Aurelio Torta.
7 aprile
È stata legalmente costituita l’Associazione politico culturale ‘Maddalena 2000’. Bruno Rabbini ne è il presidente; vice è Michele Demontis; segretario Danilo Tonelli. Emilia Malleo, Romeo Armellini e Franco Vittiello completano il direttivo. Questi ultimi (Armellini e Vittiello) sono stati recentemente eletti consiglieri comunali.
10 aprile
La Guardia Forestale, che gestisce l’isola di Caprera, inizia la cattura selettiva delle numerose capre che vivono sull’Isola, responsabili di divorare i virgulti teneri delle piante recentemente messe a dimora, dopo gli incendi che negli ultimi anni l’hanno devastata. A Caprera, oltre alle capre (dalle quali prese il nome), vivono consistenti colonie di cani e di gatti. Un altro animale non endemico è poi il cinghiale che, immesso recentemente, si sta moltiplicando rapidamente.
12 aprile
Per una decina di giorni viene chiuso al traffico veicolare il ponte che collega La Maddalena con Caprera. Sono necessari infatti lavori di manutenzione. L’accesso al Museo Garibaldino e al borgo di Stagnali viene garantito da scuolabus e dai pulmann della ditta Cherchi ‘depositati’ a Caprera prima della chiusura.
13 aprile
Il sindaco Pasqualino Serra visita ufficialmente la Scuola Allievi Sottufficiali della Marina.
22 aprile
Cambio di comando a Marisardegna. Dopo due anni di permanenza nell’Arcipelago viene trasferito l’ammiraglio Franco Di Girolamo. Gli succede l’ammiraglio Gaetano Melini.
6 naggio
“Numerosi sono i segni di ripresa del cinema italiano, come la presenza di sei film a Cannes: combattere la disaffezione, non lasciar cadere nel vuoto questi segnali”. E’ la consegna indicata da Pontecorvo, presidente del Premio Solinas. La cui edizione ‘ 94 presenta molte novità. La manifestazione fondata nel 1985 da Felice Laudadio nell’isola della Maddalena – terra dello sceneggiatore scomparso, in omaggio al cui nome nacque il Premio Franco Solinas per la migliore sceneggiatura italiana inedita – è cresciuta nel tempo e da iniziativa pionieristica si è consolidata come punto di riferimento nazionale ed ora anche internazionale. Si sdoppierà la consueta conclusione, che (tranne un’ edizione) si è sempre svolta alla Maddalena con la proclamazione dei vincitori sempre accompagnata da dibattiti molto vivaci, come avvenne lo scorso anno. Quando il convegno ‘ Arriva la bufera’ scatenò un confronto generazionale tra gli autori del cinema italiano, dal quale nacque il movimento ‘ Maddalena ‘ 93’ . Anche la tavola rotonda di quest’anno, sul rapporto tra cinema ‘ di genere’ e ‘ d’ autore’ , potrebbe essere altrettanto vispa. Si sdoppierà nel senso che avrà luogo prima l’ incontro tradizionale alla Maddalena, tra il 23 e il 29 maggio, ma esso sarà seguito dal 4 all’ 11 giugno da una seconda parte a Frascati. Con l’ intenzione di creare un ponte tra l’ eccezionalità periferica della Maddalena – irrinunciabile per l’ identità del Premio – e la centralità permanente della capitale del cinema dove ha sede l’ apparato del Premio (direttore Francesca Solinas) e dove si svolgono i lavori della giurìa (Age, Arlorio, Benvenuti, Cecchi D’ Amico, Feletti, Laudadio, Loy, Magni, Mannuzzu, Monteleone, Petraglia, Pirro, Rulli, Scarpelli). Alla Maddalena il 28 maggio verrà proclamato il vincitore del Premio (25 milioni), ma ieri a Roma sono state annunciate le sceneggiature finaliste (quattro). La seconda volta di Francesco Bruni, Mimmo Calopresti e Heidrun Schleef: vent’anni dopo si sfiorano le vite di un professore universitario che porta ancora nel cranio una pallottola terrorista, e della sua sparatrice ora in semilibertà. Gente di città di Leonardo Fasoli e Gianluca Maria Tavarelli: una Torino fuori dai cliché, un inferno metropolitano senza tragedia e per questo ancor più disperato. La vita, per un’ altra volta di Domenico Astuti e Giuseppe Furno: altro deserto metropolitano, un uomo che ha il solo maniacale desiderio di partecipare al Costanzo Show, la tragedia di un uomo ridicolo. Rifaccio il caffè di Ludovica Marineo: per la prima volta in finale una commedia dichiarata, una vera commedia italiana, un ‘ Ricche e famose’ dove una delle due è diventata pornostar. Queste le note della giurìa esposte da Giorgio Arlorio. Che aggiunge: l’ abilità tecnica dei concorrenti (quest’ anno 227) è andata progressivamente crescendo, mentre la novità è che aumenta anche l’ interesse delle storie, dopo essersi un po’ spento nelle ultime edizioni. Il secondo atto. In giugno a Frascati: ‘ Premio Solinas: verso il decennale’ . Succederanno tre cose. Rassegna di tutti i film – quindici – realizzati da copioni premiati al Solinas. Convegno internazionale su ‘ Progettare un film. Scrittura, sviluppo e realizzazione in Europa’ che ospiterà una riflessione sulla struttura del Premio e sui possibili aggiustamenti che l’ istituzione di un premio statale alle sceneggiature previsto dalla nuova legge cinema (qualcuno lo chiama ‘ Solinas di Stato’ , rivendicando la paternità del modello) inviterebbe a introdurre, marcando l’ originalità del Solinas e la sua vocazione a scoprire nuovi talenti. Terza cosa, un workshop internazionale di sceneggiatura facente capo al ‘ Sources’ , iniziativa del Programma Media dell’ Unione Europea; che, itinerante, ha scelto questa volta l’ Italia e il Premio Solinas come selezionatore dei partecipanti che godranno di una borsa di studio.
8 maggio
“La realtà supera spesso la fantasia”, commenta il comandante, il colonnello Armando Monaco. E certo si fa fatica a credere alla versione ufficiale di quanto è avvenuto nella notte tra il 3 ed il 4 maggio scorsi nella caserma ‘ Rossi’ , sede del Comando alpino dell’Aquila (IX reggimento), non succede tutti i giorni. Per fortuna. E’ quasi mezzanotte e, nonostante l’ ora inconsueta, una delle reclute (L.A.) è di corvée per la pulizia del pavimento. Un suo commilitone (L.D’ A.), arrivato per la leva quindici giorni fa, sta riposando lì vicino, sulla branda superiore di un letto a castello; altri quattro alpini sonnecchiano o leggono a poca distanza (l’ indomani è previsto il giuramento per l’ intero scaglione) e inizialmente non si accorgono di nulla. All’improvviso, L.D’ A. decide di scendere dalla branda, slancia le gambe e con uno scatto si lascia cadere. Il suo volo, però, finisce proprio sopra il manico della ramazza impugnata dall’altro militare: la tuta che indossa, di cotone leggero, si rompe, così lo slip, e il bastone sfonda l’ ano, provocando una grave lesione al colon. Trasportato all’ ospedale civile “S. Salvatore” dell’Aquila, il ragazzo viene operato d’ urgenza: c’ è il rischio di peritonite, ma l’ intervento andrà a buon fine e il decorso filerà liscio. A distanza di 4 giorni la recluta è di nuovo in piedi. Fin qui la versione ufficiale, offerta dai protagonisti ai carabinieri e ora agli atti delle procure militare e civile. Nonostante le testimonianze, però, i dubbi sull’episodio – che gli stessi vertici militari definiscono ‘ incredibile’ – restano. Anche per il ritardo con il quale si è appresa la notizia dell’incidente. Il delegato del Cocer, rappresentante ‘ sindacale’ dei militari di leva, Giancarlo Viglione, esprime “sconcerto” ma teme che i punti oscuri che circondano ‘ l’ incidente’ possano nascondere l’ ennesimo episodio di ‘ nonnismo’ . Un precedente simile (ma la violenza allora fu inequivocabile) avvenne all’inizio di quest’anno, nella Scuola allievi sottufficiali della Maddalena, in Sardegna: nella notte tra l’ 8 e il 9 gennaio, tre marinai ubriachi costrinsero una recluta a seguirli nei bagni e gli usarono violenza con il manico di una ramazza. Il ragazzo denunciò l’ episodio, i tre vennero arrestati.
5 agosto
Eletto presidente della Regione Federico Palomba: guida una maggioranza composta da PSd’Az, PDS, Popolari, Pattisti, Federazione Sardegna. Formerà il 6 settembre una giunta caratterizzata dalla presenza di numerosi tecnici.
17 agosto
Il ministro Luigi Berlinguer in vacanza a La Maddalena; “Ma secondo lei la famosa ‘piazza’ si mobiliterà per difendere le pensioni dai tagli che il governo farà in autunno, o in difesa del governo che farà quei tagli?”. No, non ci crede il professor Luigi Berlinguer alla gente che manifesta per il diritto di governare di Silvio Berlusconi. “Ma proprio perché non ci credo, le affermazioni del presidente del Consiglio le trovo molto, molto allarmanti, non vorrei che dietro ci fosse qualcosa di losco”, aggiunge il capogruppo dei deputati progressisti, in vacanza alla Maddalena. Berlusconi ha detto che è stato frainteso: non voleva minacciare il caos. “Non si tratta di malizia né di cattiva comprensione: lui ha detto che in caso di ‘ governo istituzionale’ senza Forza Italia ci sarebbero ‘ disordini’ “. Anche la destra reclama la sua “piazza”. Le dà fastidio? “No, ma chi è che muove la gente? Le organizzazioni sociali. E proprio non ce lo vedo l’ elettore da telenovela di Forza Italia che protesta in piazza”….
27 agosto
Un subacqueo è stato falciato e ucciso da un motoscafo d’ alto mare sotto gli occhi degli amici. Il pilota non si è fermato per soccorrerlo ed ora viene ricercato da polizia e carabinieri. La disgrazia è avvenuta nel primo pomeriggio di ieri a Porto Cervo, non lontano dall’esclusivo scalo “Marina” dove sono all’ancora panfili da favola e maxi-yacht. La vittima è un turista romano, Roberto Marcozzi di 42 anni. Da pochi giorni in Sardegna, si era immerso per una battuta in apnea nelle acque di Punta Volpe. Il sub pescava in condizioni di sicurezza: era munito del regolamentare palloncino di segnalazione e due amici – Massimo Cossu, di 23 anni, della Maddalena, e Giancarlo Fagiolari, di 41, di Roma – lo seguivano a bordo di una piccola imbarcazione a remi. “Tutto è accaduto all’ improvviso – hanno raccontato gli amici, ancora sotto choc – Roberto si è visto arrivare addosso, a forte velocità, il motoscafo e non ha potuto evitare di essere investito. Noi ci siamo precipitati a soccorrerlo mentre quelli scappavano, ma le eliche lo avevano maciullato”. Il sub è morto sul colpo, la schiena squarciata e una gamba quasi staccata dal tronco. Gli amici sono riusciti ad issarlo sulla barca e hanno atteso gli uomini della polizia giudiziaria. I due testimoni sono stati ascoltati a lungo nel commissariato di Porto Cervo. E’ stato convocato, sempre come testimone, anche un motoscafista, Angelo Spelta, di 35 anni, di Eboli (Salerno), residente a Montecarlo. E’ un ex campione di offshore che, secondo le prime indagini, sarebbe transitato in quel tratto di mare al momento dell’incidente. Con ogni probabilità il motoscafo che ha ucciso Marcozzi, lungo 15-18 metri, era un “Magnum”. A bordo, insieme al pilota, si trovavano altre tre persone. In serata, nel mare della Costa Smeralda, si è scatenata una caccia all’uomo. Carabinieri, polizia, capitaneria e guardia di finanza, con l’ ausilio di motovedette ed elicotteri, hanno cercato, finora inutilmente, il motoscafo. Quella di ieri è la prima disgrazia del genere che quest’anno si verifica in Sardegna. Durante l’ estate, nell’isola, diverse decine di subacquei hanno perduto la vita ma per ragioni differenti. In qualche caso perché colpiti da embolia durante le immersioni con le bombole, in altre circostanze perché rimasti vittima di sincopi o di arresti cardiaci nel corso di battute di pesca in apnea. Mai però era accaduto che la presenza di motoscafi e imbarcazioni, a volte incessante e spesso fonte di pericoli, abbia provocato incidenti mortali. Per risalire ad infortuni così gravi bisogna arrivare alla scorsa estate (quando una turista fu travolta e seriamente ferita nell’ arcipelago della Maddalena) o agli anni passati. Nelle prossime ore, gli agenti del commissariato di Porto Cervo, con la collaborazione della capitaneria, tenteranno di raccogliere ulteriori elementi per ricostruire nei minimi dettagli le fasi della tragedia. Poi, invieranno un rapporto alla procura della Repubblica di Tempio. Tra qualche giorno si potrà conoscere così se il pirata del mare è stato finalmente identificato e quali provvedimenti intende adottare il sostituto Paola Mossa, il magistrato che coordina l’ inchiesta giudiziaria sin dal primo pomeriggio di ieri. Il pirata del mare rischia una duplice incriminazione per omicidio colposo ed omissione di soccorso.
18 ottobre
L’attacco di Greenpeace alla base Usa di Santo Stefano è riuscito ma è costato l’ arresto e la condanna di quattro attivisti dell’ associazione pacifista. A bordo di gommoni e di un sommergibile di latta con la scritta “La guerra fredda è finita, il rischio nucleare no”, poco prima delle 8 di ieri mattina i militanti si sono avvicinati ai sottomarini atomici simulando un incidente nucleare. Getti di vapore rosso e bianco, una sirena che diffondeva tutt’ intorno un suono d’ allarme lacerante. E’ seguita una battaglia con qualche momento di tensione: i marines armati di idranti che cercavano di impedire lo sbarco, i manifestanti che insistevano nell’ abbordaggio. Nel corso degli inseguimenti due attivisti sono finiti in mare e hanno rischiato di venire travolti dalla decine di mezzi utilizzati nelle operazioni di dissuasione dalla Us Navy. Alla fine, mentre la “Raimbow Warrior II” di Greenpeace gettava le ancore di fronte al porto della Maddalena, ci sono stati i primi fermi. Sette in tutto. Quattro gli attivisti trattenuti in stato d’ arresto: la spagnola Josepa Castell Manoz, 40 anni, l’ italiano Luca Antonini, 30 anni, di Valsernia (in provincia di Asti), l’ inglese Dave Roberts, 43 anni, e il portoghese Manuel Pinto de Costa di 29. Le accuse originarie erano quelle di resistenza a pubblico ufficiale, speronamento ai natanti militari e inosservanza dei divieti di navigazione.
25 ottobre
“La Maddalena, Storia e cronaca della base nucleare di Santo Stefano. 1972-1991”. Come dire, ventidue anni dopo, un libro per non dimenticare. Per non rimuovere definitivamente dalla coscienza collettiva quel colossale imbroglio che è stato, ed è, il punto d’appoggio ai sommergibili nucleari imposto dagli americani. Ricordando, sta scritto nel libro, che ancora nel 1985 l’allora ministro della Difesa Giovanni Spadolini, dichiarò alla Camera dei deputati: «Io, naturalmente, non ho autorità per contrapporre i miei ordini al Presidente degli Stati Uniti Stati Uniti , che può dislocare i suoi sottomarini dovunque, rappresentando una potenza mondiale». E ancora lo stesso Spadolini, intervistato da un giornale, ebbe modo qualche tempo dopo di precisare meglio il ruolo di sudditanza nei confronti del paese dello ‘zio Sam’: «L’ho detto in Parlamento e lo ripeto, non sono in grado di impedire che il presidente Reagan mandi nel Mediterraneo i sommergibili nucleari». Insomma un paese, l’Italia l’Italia , a sovranità tanto limitata da sorvolare sui diritti delle popolazioni. E la base, dopo ventidue anni di proteste, manifestazioni, interpellanze, marce, epilogo della guerra fredda, dissolvimento del muro di Berlino, è ancora qui e probabilmente, complice la generale caduta di attenzione, ci resterà chissà fino a quando. Ben venga quindi questo libro se può servire, ancora una volta, a rispolverare un problema sui cui il tempo sta stendendo progressivamente il velo dell’indifferenza. L’opera è stata presentata sabato nel salone consiliare da due dei tre autori, Salvatore Sanna e il magistrato, ex senatore maddalenino, Pier Luigi Onorato. Assente giustificato il professor Paolo Fois, ora consigliere regionale e presidente della commissione Politiche comunitarie. Attorno alla storia scritta si è sviluppato un interessante dibattito che ha coinvolto i tanti che questi ventidue anni li hanno vissuti, sia pure militando sotto diverse bandiere bandiere , con l’impegno di chi vuole comprendere ragioni e strategie. C’era Giuseppe Deligia, per esempio, il sindaco degli americani che ha ricordato i due ordini del giorno più importanti per il consiglio comunale di due decenni fa. Quello del 19/10/72 in cui, all’unanimità «si esprimeva preoccupazione per l’arrivo dei sommergibili e si chiedevano garanzie, anche sanitarie». E quello del 21 novembre successivo quando, dopo che dalle segreterie nazionali dei partiti (Dc-Psi-Pri-Psdi) «si era scatenato l’universo» contro il potere locale, in cambio del classico piatto di lenticchie, si scrisse a caratteri cubitali la parola ‘Benvenuti ‘. La contropartita per la verità fu ben misera visto che al posto della programmata pioggia di dollari arrivò soltanto la notizia che le scuole militari della Marina italiana non sarebbero state trasferite a Taranto e che la scuola allievi operai avrebbe riaperto i battenti. Conclusione di Deligia: «Noi sindaci abbiamo solo potuto cercare di gestire al meglio la situazione esistente». A distanza di ventidue anni la base sarà ampliata e arriveranno altri cinquecento marines, preceduti o seguiti, non si sa bene, dalla costruzione di un congruo numero di villette e perfino di un college con annessi campi da gioco. «E se non glieli facciamo costruire noi – commenta il sindaco Serra – realizzeranno le opere a Palau; a noi resterà la nave, agli altri la ricaduta economica». Insomma, «stiamo attenti a non fare karakiri perché qui la gente deve pur mangiare». Il discorso tutto sommato fila quasi quanto quello di Deligia e consente perfino una sottile puntura di spillo al capo di Stato Maggiore di Marisardegna: «Insomma, se i benefici economici fossero arrivati, avreste accettato meglio la servitù?». E se invece al di là della real politique, come la chiama Serra, si potesse ancora fare qualcosa? Forse è possibile, sostiene Pier Luigi Onorato (e con lui sono d’accordo il deputato Gian Piero Scanu e l’ex sindaco Angelo Comiti), magari in virtù del parametro che circola nel libro: il rispetto del diritto e della legalità. Violati entrambi a norma di costituzione, ha detto, visto che l’articolo 11 precisa che «lo Stato può limitare la sua sovranità solo quando una concessione avvenga in condizioni di parità e di uguaglianza nello scambio politico e militare». Cosa che nel caso specifico non si è verificata. Per cui un’azione potrebbero essere ancora possibili: «Per recuperare – dice con forza Onorato -il filo delle ragioni del diritto». Il libro che registra interventi di Salvatore Mannuzzu, Paolo Biocca, Gianfranco Amendola, Antonello Sorgia, Pier Gavino Secchi, Enrico Euli, propone documenti e relazioni che hanno fatto da sfondo all’installazione della base e fino ai giorni nostri.
8 dicembre
Muore Gianmaria Volontè; E’ notte. Theo Anghelopoulos, regista silenzioso, parla. Ne ha proprio bisogno. E’ stata una giornata dura: l’ arrivo di Angelica Ippolito, compagna di Gian Maria Volonté, della sua ex moglie Armenia Balducci e di Giovanna, la figlia poco più che trentenne, che l’ attore ha avuto da Carla Gravina; poi la camera ardente e, subito dopo, le riprese notturne nella strada centrale della piccola città macedone, nella quale lunedì Volonté è morto. Ed ora che manca poco alla mezzanotte, è proprio Anghelopoulos a chiamarci, dopo aver rifiutato l’ incontro. E’ seduto in un ristorante dalle pareti ingiallite dal fumo, sedie di legno, traballanti. La troupe di Lo sguardo di Ulisse, il film che Volonté stava girando, si affanna attorno agli attrezzi. Anghelopoulos mangia: immancabili fagioli, polpette fritte, feta, e parla. “Coraggio ci vuole, non mi arrendo. Gian Maria non avrebbe voluto”. Cosa ne sarà del film adesso? “Ho varie possibilità. Potrei trovare un nuovo ruolo per un nuovo attore e lasciare le tre scene girate a Mostar con Volonté. Oppure scegliere un altro attore per il ruolo di Gian Maria, il direttore della cineteca di Sarajevo, e di quelle tre scene fare un piccolo film da presentare a Cannes in omaggio a lui”. Confuso, ma calmo. Abbiamo sentito che la prima soluzione potrebbe coinvolgere Omero Antonutti. Non fu lui forse a sostituire Volonté, che rinunciò all’ultimo momento, in Alessandro il Grande con il quale lei vinse nel 1980 il Leone d’ Oro a Venezia? “Potrebbe”. E la seconda ipotesi? “Penso a Marcello”. Mastroianni? Ma non è a Lisbona che gira Sostiene Pereira ? “Se glielo chiedo, viene. Lui e Volonté sono gli attori più grandi d’ Europa. Del mondo”. In una taverna poco distante, Angelica Ippolito e gli altri, compresi i produttori del film, Amedeo Pagani e Roberto Silvani, si dividevano tra euforia e dolore. Angelica ha levato il bicchiere pieno di un rosso greco, corposo e dolciastro, ed ha brindato a Volonté. “Siamo fortunati, a piangere un uomo grande come Gian Maria” dice Antonio Severini, il suo medico. “Lo abbiamo fatto vivere bene” dice Angelica dolcemente, “e fino alla fine è stato dispettoso. E’ morto così lontano, ci ha costretto ad un viaggio ottocentesco. Ora per lui voglio fare una festa. Il funerale sarà sabato a mezzogiorno nella piazza di Velletri. Voglio il vino, la musica, gli amici, gente che balla e che canta”. L’ attore voleva essere seppellito in Sardegna, nel piccolo cimitero dell’ isola della Maddalena. E domenica lo accompagneranno lì, nel suo ultimo viaggio. Angelica, a Florina, ha chiesto di dormire nella stanza dove il suo uomo è morto. Ci riuscirà, e avrà un sonno sereno. L’ atmosfera nello stanzone dove è seduto Anghelopoulos è assai differente. Silenzio. Compostezza. Harvey Keitel si guarda attorno. Perché per il ruolo di Ulisse, ha scelto un divo di Hollywood? “Avevo visto Keitel in Lezioni di piano. Mi è sembrato avesse una sensibilità non ancora definita, ma interessante. In realtà proprio Volonté sarebbe stato perfetto per Ulisse, ma non ora, anni fa”. Troppo vecchio? “No, era già altrove. All’ inizio di questo mio film c’ è un uomo su una linea di confine, con un piede alzato, forse sta per librarsi in volo. Ho incontrato Gian Maria l’ anno scorso a Berlino. Il suo piede era già in alto”. Perché Ulisse? “Un giorno ero a Pennabilli, a casa di Tonino Guerra. Si pensa che nel cinema ci sia qualcuno che scriva, non è vero. C’ è piuttosto il diavolo, qualcuno che spinge. Tonino mi ispira, è saggio e bambino. Lui si agita, passeggia, ed io scelgo. E quel giorno da Guerra avevo solo un’ idea. Volevo fare l’ Odissea. Ma come? Forse partendo dalla Borsa di una città. Poi è venuto qualcuno che ha portato una lettera della figlia di Giacomo Manzù. Scriveva che suo padre prima di morire era ossessionato dall’idea di scolpire lo sguardo di Ulisse, che esiste e contiene tutta l’ avventura dell’uomo. Così il film ci è arrivato”. Stanchissimo, Anghelopoulos parla sempre più sottovoce. Keitel passa a salutarlo. E’ ancora qui, nonostante tutti i problemi, la difficoltà ‘ fisica’ di lavorare con il regista greco. Se domandi alla troupe perché Keitel si ostini a rimanere, rispondono che loro se lo chiedono tutti i giorni. Maestro, ha un ricordo personale di Volonté? “Domenica sera, era appena arrivato da Mostar. 17 ore in pulmino. Durante il viaggio, come un bambino, non faceva che chiedere: quando arriviamo? Poi qui a Florina, durante la cena, hanno cominciato a suonare e a cantare. E lui non è andato a dormire. Si aggirava tra noi e diceva: ‘ c’ est la rive gauche’ , felice. Intendeva che era come un tempo, che aveva finalmente trovato un luogo nel quale c’ era tutto”.
11 dicembre
Gian Maria Volontè riposerà per sempre nel piccolo cimitero di La Maddalena. Nel “campo comune”, sotto un fazzoletto di terra che lui stesso aveva scelto. La fossa sarà scavata all’ombra di un ginepro e le spoglie vi saranno adagiate – secondo le volontà dell’attore, rese note ieri dai familiari – “con le spalle all’isola di Santa Maria e lo sguardo a Caprera”.