CronologiaDuemila

Correva l’anno 2000

gennaio

Il New Festival 2000, organizzato dal Gruppo Avana e presentato al Primo Longobardo da Franco One e Maria Pintore, se lo aggiudicarono, per la categoria Editi, il duo femminile formato da Gianfranca Cossu e Alessandra Ceselia. Secondo si classificò il tenore Marco Avellino (un giovane maddalenino che ora sta studiando e si sta facendo strada in Continente), terza Gabriella Pinna. Con il brano ‘Forgive all my mistakes’ il gruppo MTI formato da Nicola Iuliucci batteria, Fernando Iuliucci basso, Nicola Molino chitarra, Gianfranco Rivano (da Carloforte) tastiera e voce, vinse la categoria Inediti. Al Festival parteciparono ben 35 tra solisti e gruppi, isolani e non.

1 gennaio

Nella baldoria per festeggiare il nuovo millennio, un colpo di pistola ferisce un giovane maddalenino

6 gennaio

Un progetto di sequestro, con l’ ostaggio portato via a bordo di una barca, sarebbe stato sventato per il lavoro di intelligence delle forze dell’ordine. E’ quanto ha rivelato ieri il quotidiano di Sassari “La Nuova Sardegna”, aggiungendo che il bersaglio dell’Anonima sarebbe stato un facoltoso commerciante della Maddalena. I banditi avrebbero rinunciato dopo essersi accorti che l’ uomo era stato messo sotto protezione.

12 gennaio

Polemiche sulla difficile situazione finanziaria del Comune. La minoranza parla di un buco di alcuni miliardi di lire. La maggioranza dà la sua versione: a fare emergere il disavanzo di 7 miliardi è stata la stessa Giunta comunale in sede di “Consuntivo” del 1999. Negli anni precedenti, i bilanci erano stati chiusi con avanzi di amministrazione inesistenti, in quanto venivano riportati come residui attivi i proventi dell’acquedotto, di fatto inesigibili per la mancanza di bollettazione e di ruoli. Nell’esercizio 2000, il disavanzo è stato ridotto a 2 miliardi. La situazione di cassa risultava compromessa per l’erroneo utilizzo di fondi vincolati per far fronte a spese correnti. L’anomalia è stata sanata negli esercizi successivi.

21 gennaio

L’Aga Khan Karim cede il 79% delle sue proprietà nell’isola. In vendita la società aerea Meridiana.

7 febbraio

Vola in Borsa il titolo Tiscali di Renato Soru che raggiunge il suo massimo storico: ciascuna azione è valutata 7 euro.

26 febbraio

Incontro ecumenico fra cattolici e protestanti, alla presenza del vescovo monsignor Paolo Atzei. Come sono lontane le battaglie del primo 900!

6 marzo

Approvato Piano Particolareggiato del centro storico.

12 marzo

‘Giornata del Perdono’ per tutta la Chiesa, anche le due parrocchie cittadine, quella di Santa Maria Maddalena e quella di Moneta, si unirono alla ‘Richiesta di Perdono’ del Papa, prossimo Santo, Giovanni Paolo II. In tutte le chiese dell’Arcipelago, al termine dell’omelia, tutti i sacerdoti lessero il seguente testo di Purificazione della Memoria, un testo duro e inequivocabile, che a da un lato prendeva severamente le distanze dalla precedente gestione parrocchiale, mentre dall’altro voleva essere l’inizio di una nuova fase di risveglio delle coscienze, di rigenerazione del mondo cristiano isolano, di restituzione, alla chiesa maddalenina, di un volto accettabile e credibile. Questo il testo: “Anche nella nostra Comunità ricordiamo certi peccati del passato: 1°) Abbiamo lasciato morire Associazioni, come l’Azione Cattolica, che si prendevano cura dei ragazzi e dei giovani; 2°) Non sempre abbiamo valorizzato strutture e beni della Chiesa per fini pastorali per i quali erano stati donati; 3°) Tante volte l’aiuto prestato alla Comunità parrocchiale è stato concepito come un centro di potere; 4°) Si è favorito un certo isolamento dalla Chiesa Diocesana, come se la Parrocchia facesse capo a sé; 5°) Si è ceduto a favoritismo ed ingiustizie da parte di cristiani che amministravano la ‘cosa pubblica’. Ricordiamo alcuni peccati di figli di questa Comunità non per accusare ma per svegliare la nostra coscienza, perché i peccati del passato permangono come tentazione di oggi”.

15 marzo

Esce il primo numero del settimanale parrocchiale “Il Vento”. Il giornale avrà una buona affermazione.

15 aprile

Un auto guidata da un militare americano si scontra con una moto con due giovani maddalenini a bordo. Uno muore, l’altro è ferito gravemente.

26 aprile

Alcune leggere scosse di terremoto vengono avvertite a La Maddalena. Le ultime risalivano al 1948, l’epicentro è individuato a 20 km da Posada.

3 maggio

Muore Caterina Ornano di 103 anni, di antica famiglia isolana, figlia di Pietro (marittimo) e Maria Sabatini, nata a La Maddalena il 26 marzo del 1897. All’epoca La Maddalena contaa già oltre 8.000 abitanti e viveva in pieno l’espansione demografica e urbana conseguente alla istituzione della piazzaforte militare. Caterina Ornano aveva abitato prima in ia Garibaldi (che a quel tempo andava a deliniarsi nell’assetto attuale) e poi, dal 1910 fino alla morte, nella caratteristica scalinata di via Manfredo Fanti. Nubile, aveva lavorato per lungo tempo presso l’Ufficio Esattoriale. Di buon carattere, quasi autosufficente fino a pochi mesi prima, era stata lucidissima sino alla fine. Con Caterina Ornano nota Rina scompare l’ultima maddalenina nata nell’Ottocento.

24 giugno

Viene chiusa definitivamente la discarica di Sasso Rosso

7 luglio

I giornali anticipano che il giorno 20 il Presidente Ciampi tornerà a La Maddalena per trascorrere le vacanze estive. Invece, all’ultimo momento, ripiegherà per la Val d’Aosta; si dice per motivi di sicurezza.

8 luglio

Il dottor Roberto Franco della Sovrintendenza di Sassari, ha consegnato al parroco don Degortes l’antico Crocifisso del settecento, scolpito su legno di pero, probabilmente lo stesso che una mano ignota dipinse sul famoso stendardo che nel 1793 sventolò sul forte Sant’Andrea, durante il tentativo di invasione franco-corsa. Oltre ad un energico trattamento antitarlo e la riproposizione dell’originale colore carnato (prima dell’intervento era di colore biancastro), sono state ricostruite 8 dita delle mani (esclusi i pollici) e un tallone. E’ invece stato lasciato un chiodo che unisce i piedi, utilizzato in un precedente restauro. Dal restauro è riemerso, in precedenza coperto da una pennellata di vernice, il sangue copioso che sgorga dal costato. “E’ un pezzo unico e da valorizzare” – ha affermato il dottor Franco -. Il restauro ha restituito al volto del Cristo l’espressione drammatica della sofferenza. “Le braccia – ha osservato – mostrano i muscoli al limite dello strappo, nello sforzo di sorreggere il corpo”. Di scuola napoletana (a Macomer, nella chiesa di San Pantaleo è conservato un Crocifisso simile, con la stessa espressione e drammaticità, di scuola napoletana documentata, ha detto dottor Franco), o è stato acquistato direttamente in Continente (la presenza di pescatori campani a La Maddalena lo giustificherebbe pienamente), o è stato scolpito da un artigiano sardo di scuola napoletana. Un buon artigiano sicuramente, “che doveva avere nozioni di anatomia …”. Il Crocifisso aveva subito nel tempo già due interventi. L’attuale restauro (il pezzo era stato prelevato dalla Sovrintendenza il 6 dicembre 1999) è stato realizzato dall’artigiano Giovanni Maria Pulina di Ploaghe per un costo di £ 3.200.000. Il Crocifisso è ora esposto nel piccolo Museo Diocesano, recentemente inaugurato nella chiesa di Santa Maria Maddalena.

9 luglio

Stop alle petroliere nelle Bocche di Bonifacio; Ne passano 14 al giorno, di petroliere, in quelle Bocche d’ inferno, tra la Sardegna e la Corsica. “Carrette” vecchie e sgangherate con almeno venti anni di vita che seminano la peste nera nel mare color cobalto, a due bracciate dallo splendore dell’arcipelago della Maddalena e a poche miglia dalla celebrata Costa Smeralda. E lo slogan coniato dal Wwf ha fatto presa in una giornata di vento forza 7 che ha impedito l’ uscita per mare della flotta di corsari verdi che avrebbero voluto bloccare quell’agitato corridoio marino. Alla manifestazione avrebbe voluto partecipare anche Vittorio Emanuele di Savoia, in vacanza nella vicina isola di Cavallo ma lui nel Bel Paese non può entrare. Il maestrale non ha fermato la celebrazione dell’orgoglio ambientalista, a Santa Teresa di Gallura, propaggine estrema della seconda isola italiana, profondo nord che della tutela ambientale ha fatto una ragione di vita. Eccoli qui tutti assieme a urlare un secco “no alla peste nera”, un no alla strage del mare tra Bonifacio e Santa Teresa. I testimonial sono Gianni Ippoliti e Oliviero Beha. Gli altri, tutti, calpestano il molo, con le barche ormeggiate, e avvolte da striscioni multicolori, ed esultano quando sanno che il ministero dei Trasporti è sceso in campo, anzi si è tuffato in mare come qualcuno dice con ironia per sostenere la battaglia del Wwf, di Legambiente, degli indipendentisti sardi di “Sardigna Natzione”, dei sindaci del nord-Sardegna, tutta gente che sventola il suo vessillo e inneggia all’affrancamento da questo incubo ambientale. Già, Pierluigi Bersani si è impegnato, e con lui il sottosegretario Mario Occhipinti. “Condividiamo le finalità della manifestazione del Wwf – dice il vice-ministro dei Trasporti -. Dopo aver limitato in sintonia con il governo francese e l’ attraversamento delle Bocche da parte delle nostre petroliere, sosterremo ogni azione volta non solo a tutela ambientale ma anche a promuovere d’ intesa con i paesi della Comunità europea appositi accordi internazionali per ridurre il passaggio di merci pericolose in quel delicatissimo tratto di mare”. “Il ministero – aggiunge Occhipinti – è convinto della necessità di proteggere le Bocche di Bonifacio dai rischi derivanti dal transito di petroliere, gasiere e chimichiere. Occorre andare avanti per far sì che l’ interdizione riguardi tutti e non solo Italia e Francia. Per questo è opportuno e urgente muoverci lungo il percorso già segnato dalla convenzione di Barcellona”. Il punto è proprio questo: lavorare perché si arrivi al blocco totale delle navi. “Una sola tonnellata di petrolio versata – osserva preoccupato Fulco Pratesi, presidente di WWF Italia – significherebbe la morte di 12 chilometri quadrati di mare. Noi siamo qui per denunciare a voce alta questa assurdità ma anche per l’ istituzione del parco marino internazionale”.

18 luglio

Aspettando Ciampi. Il Comune: «Va all’Elba? Qui c’è lo zampino della Marina Militare…». Silenzio dal Quirinale. La Maddalena, tensione alle stellette. Il giallo dell’estate si chiama Carlo Azeglio Ciampi. Dodicimila maddalenini e ventimila turisti si erano ormai abituati a vedere il presidente della Repubblica e sua moglie Franca prendere il caffè e acquistare i giornali nella piazzetta a due passi dal Comune. Ma quest’anno non vedranno il capo dello stato fra i loro ospiti. Militari e civili in licenza e in ferie, la bella barca “Men 209” lontana dal molo, tanti segnali confermano che il capo dello Stato non sarà qui il 26 luglio, come inizialmente previsto. Niente di ufficiale, s’intende. Al Quirinale neppure commentano la notizia di un dirottamento della coppia presidenziale sull’Isola d’Elba e, successivamente, su Courmayer. «Non abbiamo niente da dire», rispondono, con tono infastidito, all’Ufficio stampa. E all’Ammiragliato la consegna del silenzio è rotta soltanto da Michele Carosella, addetto stampa dell’ammiraglio Giancarlo Porchiazzo, impegnato a Cagliari. «Mai abbiamo parlato di una presenza del presidente della Repubblica – dice – e mai abbiamo smentito questa presenza. Siamo pronti ad accoglierlo in qualsiasi momento, ma possiamo precisare che dal Quirinale non ci è giunta alcuna richiesta». L’ordine regna dunque a Marisardegna? Mica tanto, perché dietro il mancato arrivo di Carlo Azeglio Ciampi, atteso inutilmente dalla bicicletta sulla quale era solito recarsi in passeggiata, fioriscono illazioni e veleni. Pochi, in verità, credono che dietro l’annullamento della vacanza si nasconda la preoccupazione del presidente per possibili contestazioni da parte dei lavoratori dell’Arsenale, 268, e dei 418 civili impegnati nella base della Marina. Ciampi ha dimostrato costantemente una totale serenità davanti a qualsiasi protesta di piazza, a partire da quelle dei disoccupati napoletani, piuttosto irruenti. Non si nasconde e non ha paura di eventuali contestazioni.

22 luglio

Il presidente del Consiglio regionale Efisio Serrenti partecipa nella sala consiliare del comune di La Maddalena, alla cerimonia per la consegna al professor Dominique Orsoni di un’alta onorificenza conferitagli dallo Stato francese. Il professor Orsoni si è particolarmente impegnato per rendere sempre più stretti i rapporti tra La Maddalena ed Ajaccio e, più in generale, tra la Sardegna e la Corsica. Per questa sua incessante attività il governo francese lo ha insignito di un’alta onorificenza per la cultura. Alla consegna dell’ambito riconoscimento, che il sindaco di La Maddalena ha chiesto espressamente avvenisse nella casa comunale maddalenina, parteciperò oltre al presidente Serrenti il presidente della “collettivité territoriale de Corse” Josè Rossi.

23 luglio

Muore alle ore 14.10, novantatreenne Salvatore Capula, parroco dal 1934 al 1998; Al momento del trapasso erano presenti il parroco don Degortes, don Massimo Terrazzoni, il medico dottor Sergio Brundu, gli infermieri Franco Terrazzoni e Franco Curedda, i signori Gian Andrea Pedroni, Mariolino Del Bene, Anna Maria Puligheddu, Franca Fenu, Pina Fancello. Subito dopo è giunto don Sandro Serreri. La camera ardente è stata allestita nella chiesa di Santa Maria Maddalena. I funerali si sono svolti il giorno 24 luglio alle ore 16.00. Col Vescovo mons. Paolo Atzei hanno concelebrato il parroco don Domenico Degortes, i vicari don Sandro Serreri e don Terenzio Ntitangirageza (Moneta), don Massimo Terrazzoni (vice rettore del seminario), don Paolo Piras (cappellano dell’ospedale di Tempio), don Giacinto Meczel (polacco). Erano presenti: don Francesco Cossu (parroco di Arzachena) e don Antonino Dessole; don Giuseppe Inzaina (parroco di Calangianus); don Francesco Tamponi (parroco di Bulzi); don Gianni Satta (parroco di Badesi); don Augusto Addis (parroco Sacra Famiglia di Olbia); don Giuseppe Delogu e don Cesare Delogu (parroco e vice parroco de La Salette di Olbia); don Salvatore Vico (parroco Sacro Cuore di Tempio); don Antonio Addis (parroco della cattedrale di Tempio); don Nino Fresi (parroco di Luras); don Peppino Masala (parroco di Santa Teresa); don Salvatore Matta (parroco di Palau); don Raimondo Satta (parroco di Porto Cervo); don Piero Scanu (parroco di Aglientu); don Nanni Columbanu (economo della Diocesi); il salesiano don Mauro Morfino; il cappellano della base Usa di La Maddalena don John Geinver e l’ex cappellano don Andrea Lance. Erano (Continua da I Funerali) inoltre presenti il sindaco di La Maddalena on. Mario Birardi, il vice sindaco Carlo Randaccio, il capo di stato maggiore di Marisardegna C.V. Dario Patti; il commodoro Usa Christopher Klyne; il comandante della N.S.A. CDR Renata Louie, altre autorità e moltissimi fedeli. Terminato il rito funebre il feretro, accompagnato al traghetto Isola di Caprera, ha proseguito per Castelsardo, dove il giorno 25 alle ore 18,30, si sono svolti i funerali. Monsignor Capula riposa ora nella tomba da lui fatta costruire e ultimata pochi mesi fa. Salvatore Capula nacque a Castelsardo il 10 novembre 1904. Frequentò il seminario vescovile di Tempio e compì per cinque anni studi filosofici e teologici in quello di Sassari. Nel 1927 si trasferì a Cuglieri, presso il Pontificio Seminario Teologico dove conseguì la licenza in Teologia. Venne ordinato sacerdote il 4 agosto 1929 dal vescovo Albino Morera. Per quattro anni fu a Tempio (1929 – 33), presso il Seminario diocesano, quindi il 3 agosto 1933 venne inviato a La Maddalena in qualità di vice parroco. Alla morte dell’anziano canonico Antonio Vico, avvenuta il 13 settembre 1933, don Capula fu nominato vicario amministratore (28 novembre 1933) e il 6 aprile 1934 parroco. In quei primi anni di permanenza a La Maddalena, in un ambiente marcatamente anticlericale e dominato dai militari, don Capula collaborò con suor Elisa Gotteland, energica superiora dell’Istituto San Vincenzo. Organizzò interventi di assistenza materiale e spirituale presso gli ambienti anarchici e socialisti di Cava Francese, nel difficile mondo operaio dell’Arsenale di Moneta, nel povero e duro mondo dei pescatori che cercò di organizzare in cooperativa. Negli stessi anni don Capula rilanciò a La Maddalena l’Azione Cattolica. “Tu vieni con me, perché noi abbiamo bisogno di te e tu di noi” sussurrava a molti giovani. E quelli lo seguivano a centinaia, affascinati dal carisma dell’uomo e dalla missione, nell’Isola e nel mondo, che egli assegnava, con astuta sapienza, a ciascuno di loro. Nel 1943 venne chiamato a prestare assistenza spirituale a Benito Mussolini, prigioniero a villa Webber. “Gli uomini sono grandi -disse recentemente- ma quando si trovano in determinate situazioni riacquistano dimensioni che non sono quelle abituali. Ebbi diversi colloqui con Mussolini. Parlai, mi parlò. Mi guardava coi grandi occhi .. Stemmo vicini. Ci siam detti tante cose, e Dio lo sa”. Dopo l’armistizio del 1943 don Capula, impegnato per lenire le miserie ed i disagi di un difficile dopoguerra, ottenne dalle autorità militari prima villa Webber dove organizzò nei mesi estivi un centro di assistenza per circa 300 ragazzi e poi le fortezze di Nido d’Aquila e Carlotto, trasformate, specialmente la prima, per un paio di decenni, non solo in centro ricreativo e di assistenza ma anche di formazione religiosa, politica, sindacale. Nel 1944 intanto, su sua iniziativa, era sorta la sezione della Democrazia Cristiana con segretario Giovanni Battista Vico, suo fedelissimo. Nel 1946 l’elezione a sindaco del democristiano Elindo Balata fu il primo risultato di un costante, attento e lungo impegno politico di don Capula, protrattosi fino a pochi mesi dalla morte e che lo ha visto protagonista delle vicende locali e referente di uomini politici regionali e nazionali. Negli anni cinquanta intanto la guerra fredda aveva trasmesso i suoi gelidi effetti anche a La Maddalena. Nel 1952 si verificarono i dolorosi licenziamenti dall’Arsenale Militare del personale comunista o presunto tale. Don Capula venne coinvolto nell’aspra polemica. Nello stesso Arsenale, negli anni successivi, si consolidò la CISL, la cui dirigenza gli era fortemente legata. Dopo aver fatto costruire e funzionare il cinema Splendor, don Capula, sempre negli anni cinquanta, iniziò, in un’area donata dal Comune, l’edificazione del mastodontico complesso dell’Opera Pia, rimasto incompiuto e donato allo stesso Comune, con un atto clamoroso e invalido, alla fine del 1997. Nel 1972, intanto, venne costituita a La Maddalena la base Usa e gli americani trovarono in don Capula un sicuro alleato e sostenitore. Nel 1974 don Capula fondò Radio Arcipelago, tuttora funzionante, della quale è rimasto presidente sino alla fine. Nel 1949 era stato nominato Cameriere Segreto di Papa Pio XII, nomina ricevuta anche da Papa Paolo VI nel 1964. Nel 1979 don Capula fu nominato Monsignore con il titolo di Prelato d’Onore di Papa Giovanni Paolo II. Gravi problemi di salute dovuti all’età già avanzata, costrinsero il vescovo mons. Paolo Atzei, il 24 gennaio 1998, a sollevarlo dall’incarico, nominandolo Parroco Emerito. Significativa e clamorosa è stata la medaglia d’oro conferitagli il 10 novembre 1998 dal Consiglio Comunale di La Maddalena.

A oggi possiamo contare undici parroci per La Maddalena: ne diamo qui l’elenco specificando i titoli (peraltro equivalenti nella pratica della gestione delle anime) con i quali si identificano:

1 Virgilio Mannu parroco dal 1769;
2 Giacomo Mossa parroco dal 1773;
3 Antonio Biancareddu vicario dal 1799;
4 Giovanni Battista Biancareddu vicario perpetuo dal 1808;
5 Luca Ferrandico vicario perpetuo dal 1824;
6 Sebastiano Balistreri curato dal 1830;
7 Antonio Addis vicario parrocchiale dal 1831;
8 Michele Mamia Addis vicario parrocchiale dal 1851;
9 Antonio Vico parroco dal 1888;
10 Salvatore Capula parroco dal 1934;
11 Domenico Degortes parroco dal 1998.

24 luglio

Salvatore Capula, famoso per aver confessato Benito Mussolini confinato a Villa Webber nel 1943, non ha lasciato, con una decisione a sorpresa, alcun bene del consistente patrimonio alla Chiesa o ad istituzioni collegate. I circa 2 miliardi e mezzo di beni di proprietà del religioso, andranno invece a due amici che gli sono stati vicini nell’ultimo periodo di vita. Nel testamento, redatto nel 1999 davanti ad un notaio di Tempio Pausania (Sassari), don Capula ha lasciato circa 500 milioni di lire e diversi immobili (un terreno con alcune case, e quattro appartamenti) a Gianandrea Pedroni, Consigliere comunale di La Maddalena, e ad Anna Maria Delogu che lo ha assistito negli ultimi giorni di vita nella canonica di via Ilva. Entrambi i beneficiari sono di La Maddalena. Un altro immobile ubicato a Castestalsardo (Sassari) è invece andato invece ad un nipote. Non si sa se gli eredi designati abbiano accettato il lascito.

25 luglio

Guido Rossi parla di conflitto d’ interessi dall’isola della Maddalena, mentre scruta attorno a sé le tracce dell’abusivismo edilizio. “Tutti mi dicono che contro queste costruzioni illegali non si può far nulla“, commenta sconsolato, “ecco il vero male italiano; da questa rassegnazione, da questa compromissione continua, deriva la tolleranza verso le punte più gravi del conflitto d’ interessi. Berlusconi, certo, ma non solo Berlusconi“.

5 agosto

Si scopre che la condotta idrica sottomarina è stata sabotata da “professionisti” con seghe elettriche, trapani e dischi metallici per impedire che l’acqua arrivi in rete con la dovuta pressione.

6 agosto

Una “carretta del mare”, la Mare Azzurro, nell’attraversare il canale tra Palau e Santo Stefano sbatte contro una boa di segnalazione, procurandosi una forte ammaccatura alla prora. Solo per un caso fortuito non si apre una falla: la nave trasporta 600 tonnellate di gasolio ed è diretta alla vicina base USA. Disastro scampato, nascosto a tal punto, che La Nuova Sardegna potrà pubblicare la notizia solo cinque giorni dopo.

15 agosto

Serviva una proroga e una proroga c’è stata. L’Arsenale non verrà chiuso fino al 2004. Almeno formalmente. Continua così la lunga agonia di una struttura che, perduto già da decenni il proprio ruolo operativo, non trova più futuro nella nuova organizzazione della difesa nazionale. Di chiusura dell’Arsenale aveva già parlato il ministro della Difesa Lagorio nel lontano 1972 e l’aveva confermata poi il ministro Lattanzio nel 1977. Da allora, la riduzione del personale civile impiegato è stata inesorabile. Negli anni ’70 gli arsenalotti occupati erano oltre 650; nel 1990 poco più di 500; nel 1992 si erano ridotti a meno di 400; nel 1998 erano circa 300; oggi sono 268. Tra le tante promesse fatte in questi anni, una è stata mantenuta: non ci sono stati licenziamenti. Si è però proceduto con trasferimenti e con pensionamenti più o meno incoraggiati. Il motivo per il quale l’economia maddalenina tuttora regge e, almeno apparentemente, risulta indolore la perdita in un decennio di oltre 250 posti di lavoro (quante sono in Sardegna le industrie che occupano 250 persone? ) è probabilmente dovuto al fatto che centinaia e centinaia di pensionati ancora immettono nel sistema economico maddalenino alcuni miliardi l’anno. Il dramma è che il posto di lavoro da essi lasciato non è stato occupato (come è successo per quasi un secolo) dai loro figli i quali, in buona parte, il lavoro, se lo sono o se lo dovranno cercare fuori dall’Isola. Certo, l’economia di La Maddalena non è solo basata sull’Arsenale. Esistono altri Enti militari che tuttora danno occupazione (oltre 400 dipendenti civili); esistono alcuni Uffici statali; esiste la Marina USA (oltre 200 maddalenini occupati); esiste il Comune (oltre 100 dipendenti); esiste l’Ospedale civile (circa 120 dipendenti); esiste tutto l’indotto; esiste una discreta imprenditoria privata legata ai traffici, al commercio, all’artigianato, al turismo; esiste il Parco Nazionale… C’è tuttavia da chiedersi: La Maddalena sarà in grado di mantenere, con l’Arsenale chiuso, lo stesso numero di abitanti? Al 2004 mancano circa 1600 giorni, non una eternità. Quanti degli attuali 268 dipendenti saranno stati nel frattempo trasferiti o saranno andati in pensione senza essere sostituiti? Il problema dei problemi è che, nonostante gli sforzi, non si sa che cosa farne di un Arsenale Militare che non serve più come tale. E’ di questo in effetti che si discute da anni. Ma è possibile che una struttura che occupa un’area equivalente a 30 campi di calcio, con decine tra edifici e capannoni in buono stato di conservazione, con circa 3 chilometri di banchine ben conservate, con un porto ben riparato, ampio, profondo, non possa seriamente interessare nessuno? E’ possibile che per una struttura del genere, nessuno sia in grado di elaborare un progetto economicamente valido, che possa garantire almeno i posti di lavoro esistenti, adeguatamente riqualificati?

20 agosto

Non è più libero l’ingresso a La Maddalena. In base al Regolamento del Parco, ogni visitatore deve pagare un biglietto d’ ingresso di 1.000 lire. Le strutture ricettive situate nelle isole dell’arcipelago, escluse quelle presenti a La Maddalena, devono invece corrispondere per ciascun ospite che vi soggiorna 1.000 al giorno.

8 settembre

Un forte vento di tramontana spinge su un banco di sabbia la motonave Admiral, proveniente da Genova, stava attraccando al porto di Palau. Per disincagliarla occorreranno circa due giorni e l’intervento di alcuni rimorchiatori; Le 56 auto, il TIR ed i bagagli dei passeggeri rimasti a bordo dell’Admiral sono stati trasbordati su un altro traghetto della società “Tris” e sbarcati a Palau con la relativa consegna ai proprietari. L’operazione è stata resa possibile dopo che i due traghetti sono stati accostati poppa a poppa assistiti dai rimorchiatori. Il trasbordo è avvenuto senza problemi per i mezzi imbarcati. L’ulteriore alleggerimento della nave incagliata ed il travaso di parte del gasolio dovrebbe consentire con l’arrivo dell’alta marea, il disincaglio. I tecnici della Capitaneria di Porto di La Maddalena e del Registro Navane Italiano hanno ritenuto la falla provocata nello scafo e l’acqua imbarcata non influenti per la tenuta del mare. Il recupero delle auto e dei bagagli è valso a rasserenare il clima sulle banchine del porto di Palau affollate di passaggeri in attesa di poter raggiungere le mete di destinazione per iniziare le vacanze o per ricongiungersi con i familiari. L’operazione di trasbordo è stata effettuata proprio per limitare il più possibile la situazione di disagio che si era venuta a creare dopo l’incidente. Per il disincaglio dell’Admiral sono pronti ad intervenire, ed hanno già sistemato i cavi, i rimorchiatori “Acqua Chiara” e “Vincenzo Onorato” della Società Rimorchiatori Sardi. E’ venuto meno il pericolo di inquinamento da olio combustibile in quanto la falla, che ha provocato infiltrazioni di acqua, non ha interessato i serbatoi di carburante.

19 settembre

Si aggrava la crisi idrica e aumentano le proteste della popolazione

18 ottobre

“Testamento a sorpresa di Don Capula, il patrimonio ammonterebbe a due miliardi di lire; eredi due maddalenini”.

21 novembre

Il maddalenino Antonio Susini Millelire è stato ricordato, nel centenario della morte (21 novembre 1900), con una manifestazione organizzata dall’ex assessore alla Cultura Tony Frau. Relatore è stato il sindaco Mario Birardi, autore di un opuscolo dal titolo “Antonio Susini Millelire, un eroe garibaldino”. Nato a La Maddalena nel 1819 navigò fin da giovanissimo. In Uruguay conobbe Garibaldi. Con lui partecipò a tutte le azioni militari della Legione Italiana della quale divenne prima ufficiale e poi, partito Garibaldi per l’Italia, comandante. Successivamente Antonio Susini Millelire fu ammiraglio comandante della flotta argentina. Rientrato in Italia visse a Genova, ricoprendo la carica di console d’Argentina, comunque e sempre legato a La Maddalena dove periodicamente tornava e dove continuava ad aver casa. Prima della conferenza don Paolo Di Domenico, parroco militare, aveva celebrato una Messa in suffragio presso la cappella dell’ospedale M.M.. Ad Antonio Susini Millelire è stato intitolato l’impianto socio-sportivo del quartiere Murticciola.

1 dicembre

Il Consiglio Comunale vota una delibera che diede mandato al sindaco Mario Birardi di procedere all’acquisto l’acquisto dalla Parrocchia di Santa Maria Maddalena del rudere denominato dell’Opera Pia per due miliardi di lire.