Correva l’anno 1858
Apertura di una linea marittima privata Bonifacio- Ajaccio da parte della compagnia Valéry Frères.
Nicolò Susini Ornano è sindaco di La Maddalena. Da una lettera inviata dal Susini all’ammiraglio Albini sull’attacco francese del 22 febbraio del 1793 si apprende che: “Da Santo Stefano la batteria apriva il fuoco contro il paese, dirigendo la prima bomba alla chiesa parrocchiale, che piombò sopra il tetto e cadde all’interno della medesima senza far scoppio; la seconda battendo all’angolo della stessa chiesa a parte di ponente scoppiò e ferì sul volto del fu Simone Ornano… La terza e la quarta caddero sul tetto della casa d’abitazione del fu Giuseppe Ferracciolo, attigua alla stessa chiesa… la quinta scoppiò nella piazza della chiesa… e ed una palla da cannone entrata dalla finestra del prospetto della stessa chiesa, piombò a piè della statua di Santa Maria Maddalena, senza che abbia fatto danno…”. La lettera del Susini, quindi fu inviata 65 anni dopo i fatti del 1793 ai quali si riferisce. La veridicità del racconto è messa in dubbio dal Garelli. Inoltre, da alcuni documenti, apprendiamo che nell’anno del bombardamento erano in corso i lavori di ampliamento della chiesa – nel tentativo di far fronte all’incremento demografico – e che, pertanto, in quel momento, la struttura religiosa dell’isola risultava pressoché demolita.
Garibaldi, ormai sistemato a Caprera, ottiene in regalo dalla sua amica ed ammiratrice Emma Roberts un cutter di 42 Tonn. a cui mette il nome “Emma” e col quale naviga a più riprese tra l’isola e il continente, sia per i suoi spostamenti che per guadagnare qualche nolo. Anzi, una volta portò da Genova alla Maddalena i pezzi di un piccolo ponte metallico per conto del “Genio Militare” ricavandone tra nolo e cappa la somma di Lire 311 ,22. “….La vita a Caprera non correva sempre monotona perché Menotti e Teresita si recavano spesso a La Maddalena, ove si facevano nell’intimità cordiale frequenti feste da ballo nelle famiglie. I due figli di Garibaldi, fatta la traversata in battello, si univano con alcuni giovani del paese, prendevano al laccio alcuni asinelli selvaggi che allora abbondavano nell’isola, e su questi al trotto, verso l’abitato. I balli si protraevano fin verso le due del mattino e spesso fino al giorno seguente“. Così Clinio Quaranta in un articolo del 1928, raccogliendo la testimonianza di Luigi Bottini, il muratore di Garibaldi, proprietario dell’albergo ‘Belvedere’ in via Nazionale. Il periodo cui si riferisce sono gli anni tra il 1855 e il 1860.
10 gennaio
L’ultimo censimento degli ‘‘antichi Stati sardi’’ registra in Sardegna 573.115 abitanti (gli analfabeti sono il 93,6%).
22 febbraio
In riferimento al naufragio di un veliero nelle acque di Tavolara e dell’accusa al Bertoleoni di essersi appropriato di parte del carico, cosa che comportò l’arresto e la detenzione al carcere di Tempio, apprendiamo da una lettera autografa, spedita all’Intendente di Tempio, firmata in basso a destra: “G. Garibaldi”, il tentativo di intercessione dell’eroe nizzardo.”Caprera, 22 Febbraio 1858 Signor Intendente io sono riconoscente alla S.V. per il benefizio fatto al Bertoleoni e vorrei valer tanto da ubbidire a chi lei comandi in qualunque occasione. La bontà di V. S. mi fa ardito a supplicarlo d’altro favore: ed è di dare 20 franchi al povero raccomandato mio ch’io so nell’ultimo bisogno e ch’io restituirò alla prima occasione. Il muro in questione è terminato è credo quindi non darà luogo a reclamazioni di sorta non essendo uscito io da limiti della giustizia; anche perciò io devo tanta gratitudine a vostra V.E. ed al mio amico Caldellari. Bramo coll’anima il ristabilimento della sua salute i miei affettuosi rispetti all’ amabile sua famiglia e mi pregio d’esser sempre agli ordini di V.S. G. Garibaldi.“. L’amico compare del “Re” di Tavolara, infatti nel gennaio del 1861 Giuseppe Garibaldi aveva battezzato la figlia di Paolo Bertoleoni e Pasqua Favale e avevano dato alla bimba il nome di Giuseppa Teresa Maddalena. Scriverà ancora Garibaldi: “Nel 1849 al mio passaggio nella Maddalena ricevetti molti favori da certo Polo Bertoleoni; oggi questo uomo trovasi nelle prigioni di Tempio, condannato a 5 anni e da quanto ho potuto raccogliere da tutti, ingiustamente.“
24 settembre
Muore Forman Richard Collins e la vedova esprime l’intenzione di liberarsi della proprietà di Caprera.
21 ottobre
Apprendiamo da “La Rivista Marittima” del luglio 1896, “L’ASSALTO DEI FRANCESI ALL’ISOLA DELLA MADDALENA NEL 1793” dove l’autore risponde ad A.V. Vecchi autore di un articolo sulla stessa rivista nel numero di Maggio. “…..Emilio Prasca per saperne di più aveva interessato l’ammiraglio Giuseppe Albini, che aveva sposato una Ornano a La Maddalena, ed era padre di un altro Ammiraglio Giovanni Battista, nato a La Maddalena. G. Albini scrive a Nicolò Susini, sindaco nel 1849 (e anni successivi) quando Garibaldi giunse all’isola per la prima volta. Nicolò era fratello di Francesco (padre di Pietro, di Antonio e Nicolò), figli tutti e due di Giò. Domenico e di Maria Domenica Ornano. La parentela è chiara: la moglie di Giuseppe Albini e la mamma di Nicolò sono due Ornano. Ciò spiega perché rispondendo ad Albini Nicolò scrive: “La Maddalena, li 21 ottobre 1858. Signor Cugino carissimo, Dopo aver fatte le più accurate indagini, per mezzo di documenti, e di schiarimenti presi dalle persone più annose di questo paese, mi è riuscito raccogliere le seguenti nozioni sull’approdo della flottiglia Francese in queste acque, che per appagamento del di Lei desiderio mi affretto a porgerLe. Nel 1793, comandava quest’isola un certo signor Riccio, il quale avendo appreso da un Patrone di barca pescareccia imminente l’approdo della predetta flottiglia, ne rendeva immantinenti consapevoli i popolani, i quali senza frapporre indugio faceano partire le loro rispettive mogli per Tempio e per altri villaggi della Gallura, ed assieme i figli il cui braccio non era atto al maneggio delle armi, onde potere con maggiore intrepidezza opporre resistenza all’invasione del nemico (il primo sfollamento della storia per gli isolani in Gallura, cui seguiranno quelli della seconda guerra mondiale, NdR); …… una bomba caduta sulla piazza del Molo, venne raccolta dal fu mio padre (Giò Domenico), ed è quella che trovasi attualmente collocata sul vertice d’una piccola piramide, innalzatasi nella fausta occasione, nella quale venne visitata La Maddalena dalla felice memoria dell’estinto sovrano Carlo Alberto (1843, 50° della battaglia, NdR.).” Tanto ho l’onore di farle conoscere in riscontro al pregiatissimo di Lei foglio, all’atto che augurandomi favorevoli occasioni a servirla, passo a dichiararmi col più distinto ossequio e sincera stima. Di Lei aff.mo Cugino, Sindaco Nicolò Susini”. Resta da aggiungere che G. Albini aveva con sé il famoso archipendolo con il quale Napoleone bombardò La Maddalena, lo passò poi a Torino accanto alla spada che Napoleone cingeva alla battaglia di Marengo. Lo strumento era stato dato all’ammiraglio da suo suocero l’Ufficiale Giovanni Ornano, che aveva partecipato alla battaglia, ed era stato depositato nella sala modelli della Regia Marina Sarda in Genova nel 1859, di qui poi trasferito nell’armeria di Torino, facendone omaggio al Re……..” . Vedi anche: Le bombe sulla chiesa
dicembre
Garibaldi lascia Caprera per recarsi nel continente a offrire la sua opera nella auspicata guerra contro l’Austria: formerà, nei successivi mesi, il Corpo dei Cacciatori delle Alpi.