Libero come un gabbiano
Carla Gravina incontrò nel 1960, mentre era Giulietta a Verona nell’ambito del Festival Shakespeariano, Gian Maria Volonté: sarebbe stato il suo compagno di vita per molti anni e da lui ebbe una figlia, Giovanna. Nello stesso anno,1960, l’8 aprile , il nuovo governo italiano è guidato da Fernando Tambroni che otterrà la fiducia alla Camera dei deputati grazie ai voti della Democrazia Cristiana, del Movimento Sociale Italiano e di quattro ex deputati monarchici: lo stesso che rassegnerà le dimissioni il 19 luglio. Fu un luglio caldo, preceduto a Genova dal 30 giugno con scontri tra manifestanti e reparti della celere durante un corteo antifascista in occasione del congresso MSI: 83 persone rimangono ferite. Il 5 luglio a Licata: duri scontri tra polizia e manifestanti nel corso di uno sciopero generale per l’occupazione e contro il carovita. Muore il giovane esercente Vincenzo Napoli, colpito da una raffica di mitra. A Ravenna: l’abitazione del partigiano e senatore del Partito Comunista Italiano Arrigo Boldrini viene data alle fiamme. Il 6 luglio a Roma: manifestazione antifascista a Porta San Paolo. Polizia e carabinieri caricano duramente i dimostranti: numerosi feriti, tra cui alcuni deputati. Il 7 luglio – Strage di Reggio Emilia: nel corso di una manifestazione di protesta per i fatti di Roma del giorno precedente la polizia spara sulla folla, uccidendo cinque dimostranti.
“Con Volonté, la Gravina condivise anche un forte impegno politico. Candidata per il PCI nel collegio di Milano alle elezioni politiche del 4 giugno 1979, subentrò in qualità di prima dei non eletti al defunto Luigi Longo sedendo tra i banchi della Camera dei deputati dal 23 ottobre all’11 luglio 1983 .
“Volontè è noto anche per il suo impegno politico, che ha sempre accostato alla sua produzione artistica; è stato infatti iscritto al PCI, comparendo anche nelle liste elettorali del 1975 salvo venirne allontanato quando aiutò a fuggire dall’Italia Oreste Scalzone.”
Gian Maria Volontè non c’è più, Carla Gravina conduce una vita privata. La figlia Giovanna, di cognome Gravina, perchè la legge non lo prevedeva allora di avere un padre “impegnato” con un amore fuori…, esiste ed è una donna a mio avviso splendida che ha coniugato
quanto di meglio possa essere messo a frutto tra due esseri umani che ti sono madre e padre. Una delle sorelle di Carla Gravina è, Silvana, una mia cara amica che conduce la sua vita senza internet ma sa che lo uso. Mi ha detto alcuni giorni fa che la nipote Giovanna, aveva rilasciato un’intervista a Vanity Fair, e lei non la trovava… è stato un gran piacere per me leggerla e ritrovarla insieme a lei: ve la passo. E siccome raccontò Oreste Scalzone ricordando l’amico ” sulla vela della barca di Gian Maria c’era un verso
di Valery : ‘ Si alza il vento, bisogna tentare di vivere’ ”… non può rimanere sotto silenzio, la musica di una vela bianca che ostinata sa, andare contro vento ed amarlo… Ragazzo mio… Senza servi e padroni che dicano cosa chi e quando amare. Che ne resti la memoria dello Sguardo di Ulisse. E grazie alle Donne che la mantengono intatta.
Doriana Goracci