Morfologia del verbo in isulanu
Alcuni verbi d’uso un tempo nel vernacolo maddalenino, presentano due forme diverse aventi il medesimo significato.
Nei seguenti esempi la forma impiegata più comunemente è quella caratterizzata dalla a iniziale:
Abbaddhatà e baddhatà. Fare il lamento funebre al morto.
Arraccumandà e raccumandà. Raccomandare.
Arranfià e ranfià. Graffiare.
Arrivurtà e rivurtà. Rivoltare.
Attappà e tappà. Tappare
Arrubbà e rubbà. Rubare.
Arrunzicà e runzicà. Rosicchiare.
Abbastà e bastà. Bastare.
Abbuttà e buttà. Germogliare.
Appreuccupà – àssi e preuccupà – àssi. Preoccupare, preoccuparsi.
Arricurdà e ricurdà. Ricordare.
Affascià e fascià. Fasciare, coprire
Affuttìssini e futtìssini. Fregarsene.
Affuculà e fuculà. Avvampare, bruciacchiare.
Arriguardà e riguardà. Riguardare.
Arruinà e ruinà. Rovinare.
Ammullà e mullà. Mollare.
Annittà e nittà. Nettare, pulire.
Assiccà e siccà. Scocciare, infastidire.
Arrascià e rascià. Raschiare.
Alcuni verbi che iniziano col fonema palato velare sonoro “ghj”, possono essere pronunciati anche senza, come nel seguente esempio:
Ghjucà e jucà. Giocare.
Ghjustificà e justificà. Giustificare.
Ghjastimmà e jastimmà. Bestemmiare, imprecare.
Ghjudicà e judicà. Giudicare.
Ghjttà e jittà. Gettare.
Ghjurà e jurà. Giurare.
Altri invece, si pronunciano tanto con il fonema palato velare sonoro “ghj”, quanto con la g palatale:
Ghjrà e girà. Girare.
Ghjustrà e giustrà. Giostrare.
Francesco Pusole