Giovanni Millelire di Antonio
Giovanni Millelire di Antonio (figlio di Pietro), nato nel 1894, morì di sincope a 52 anni nel 1846. Destinato, come suo padre, alla vita militare, aveva ottenuto, nel 1820, il passaggio dalla condizione di Allievo di Pilotaggio di Prima Classe al grado di Sottotenente nel Secondo Reggimento di Artiglieria di Marina. Aveva davanti a sé una brillante carriera che, però, a soli sette mesi dalla promozione, si infranse inesorabilmente. Giovanni era a Genova quando, nel marzo del 1821, scoppiò la rivolta degli studenti in appoggio alle contestazioni di Torino e Alessandria. Egli si fece coinvolgere insieme ad altri ufficiali del suo corpo e per questo fu destituito da ogni grado, inabilitato al servizio e inviato a La Maddalena, libero in apparenza, ma sotto la sorveglianza del comandante delle isole Gaspare de Andreis.
Fu certamente molto amato all’isola: basta pensare che, dal suo arrivo, nel 1821, al 1825 fu richiesto come padrino una ventina di volte. Nel 1843 fu invitato con insistenza a far parte del Consiglio Comunale e, in seguito, ad occuparsi della chiesa come fabbriciere, ma rifiutò sempre ogni incarico ritenendosene indegno. La sua modestia lo portò a non palesare il perdono sovrano nei confronti dei militari destituiti che, nel 1848, furono riammessi nei ranghi: così egli si ritrovò, dopo 27 anni di assenza dal servizio, con il grado di capitano di vascello di prima classe, cosa che non influì in nessun modo sulla sua vita.
Quando morì, l’affetto dei suoi concittadini volle manifestarsi con un busto di marmo da erigere, a loro spese, nella sala delle riunioni del Consiglio. Il Viceré, interpellato, rispondeva positivamente lodando l’iniziativa per la quale chiedeva, però, la formale conferma al Re; ma se il Viceré aveva forse dimenticato i disordini del 1821, non così il Ministero degli Affari di Sardegna che dovette dare parere negativo. Il permesso fu ritirato e, malgrado le insistenze dei maddalenini, non se ne fece nulla. Così scrivevano i proponenti: “Eccellenza, I sottoscritti mossi da carità di patria e da un sentimento vivissimo di gratitudine verso il fu Giovanni Millelire, benefattore della sua terra natale, umilmente espongono che le opere dell’uomo grande, annoverate da questo consiglio a richiesta, e d’ordine dell’EV, non sono le più notabili e si meravigliano i medesimi come il corpo consolare abbia potuto tacere le più importanti. La vita di questo popolo circondato dal mare e posto su di un nudo scoglio senza campi e senza pascoli dipende dall’attività del commercio. E il sig Giovanni Millelire per lo spazio di 25 anni, dopo aver sfrattato la desolante usura, che poco prima avea rovinato molte case, diede anima e movimento a questo .. .somministrando i capitoli necessari a un gran numero di padri di famiglia, talvolta con un agio sottilissimo, spesso senza verun frutto, e anche senza scrittura. Soleva dire quesfillustre personaggio che fonte di corruzione in un popolo è l’ozio. Poneva quindi ogni studio, sempre conseguente ai suoi principi, di dargli bando dalla sua cara isoletta. Perciò andava egli stesso confortando i suoi patrioti a lavorare, a industriarsi, e al tempo stesso profferiva i mezzi a chi ne avea difetto con tanta soavità, con tante carezze, che pareva dire “mi procurate un gran piacere se li ricevete”. Allorché insorgeva qualche differenza (e molte ne dovettero insorgere i tanti anni) fra due individui ofra due famiglie, il Millelire non prendeva sonno, non quietava fino a che non fosse pervenuto ad ammorzarla, a spegnerla appena nata; che tenea i litigi e le nimici‐ zie per una peste micidiale per le società adulte, molto più nelle nascenti. E avea la potenza di parola, una si dolce persuasiva, una siffatta autorità, a cui nessuno sapea resistere; e di queste doti opportunamente si valea per amicare i suoi isolani, per affratellarli di vero amore. Ai poverelli che non potevan guadagnare la vita con le loro fatiche profondeva sempre ora grano, ora denari. Nel soccorrere ai bisogni immediati di questi era più simile a un pastore evangelico degli antichi tempi, che a un filantropo di questo secolo…. Quest’uomo aveva tanto in amore la pulizia che ogniqualvolta vedeva fabbricare una casa, veniva ricordando al padrone questa massima ʺbadate che i figli vostri non siano un giorno costretti a distruggere le opere dei padri loro volendo vivere da uomini”. E subito aggiungeva con la cordialità di un amico “se avete bisogno di denari venite a casa; quando me li restituirete verranno bene”.
Giovanna Sotgiu – Co.Ri.S.Ma