La preparazione della partenza
Da un secolo pastori della Corsica “sottana” o “pumontinca” si erano insediati alla spicciolata nelle due isole maggiori, Maddalena e Caprera, e vi abitavano in un insediamento sparso e informalmente, senza alcuna struttura comunitaria. Le relazioni di Brondel hanno informato la corte cagliaritana e torinese che nella primavera di quell’anno quel comandante aveva censito alla Maddalena 21 famiglie per un totale di 114 abitatori, di cui 52 femmine e 62 maschi. A Caprera, invece, 71 abitatori in 15 famiglie, con 28 femmine e 43 maschi. Le stesse relazioni davano conto che vivevano in capanne con tetto in frasca e che per i mesi estivi rientravano in Corsica, lasciando nelle isole le bestie marcate e i piccoli depositi di granaglie per il proprio consumo e per la semina autunnale in tafoni ben sigillati. Il rientro nei villaggi corsi era l‘occasione per registrare nella parrocchia bonifacina di S. Maria Maggiore i nuovi nati, per regolare i frutti della soccida con i proprietari delle bestie e per curare alcuni loro piccoli interessi.
Il primo mattino del lunedì 12 ottobre il maggiore De Roquette, a bordo del pinco armato di Brondel, tiene un vero e proprio consiglio di guerra con gli ufficiali presenti a Longonsardo. Li informa delle istruzioni ricevute dal viceré ed espone loro il suo piano, insistendo sul coordinamento delle operazioni di sbarco. La spedizione si dividerà in due parti per eseguire lo sbarco contemporaneamente in due diversi punti della Maddalena; un contingente di 40 uomini al comando del capitano Pestalozzi sarà trasportato a Cala Francese sopra una gondola rimorchiata dalla scialuppa della fregata S. Carlo; il grosso del convoglio si dirigerà a sud dell’isola e il resto della compagnia, agli ordini del maggiore, prenderà terra a Cala Chiesa; la scialuppa del vascello S. Vittorio pattuglierà le acque settentrionali dell’isola per bloccare l’eventuale fuga di qualche isolano per allarmare Bonifacio. Entrambi i gruppi convergeranno alla Guardia della Villa, nella parte alta dell’isola corrispondente all’odierno comprensorio intorno alla chiesa della SS. Trinità. Il maggiore stabilisce, infine, che le operazioni di partenza e di sbarco si eseguiranno nella mattina del giorno 15 ottobre. Il resto della giornata trascorre nel completamento dei gabbioni e delle fascine necessari per i trinceramenti difensivi da erigere nell’area d’insediamento del distaccamento, mentre gli ufficiali e i sottufficiali procedono nella verifica delle batterie da erigere e nel controllo dei materiali.
Il giorno dopo si registra l’arrivo a Longonsardo del contingente dei 30 soldati attesi dal distaccamento di Aggius, portando alle 140 unità previste il corpo della spedizione. Le scialuppe scandagliano e riesaminano i punti di riferimento nella costa gallurese, utili per una navigazione senza inciampi, mentre la bassa forza si esercita al tiro con i fucili per tutto il pomeriggio.
Salvatore Sanna – Co.Ri:S.Ma