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Lettura della tipologia e morfologia del centro urbano

“L’indagine ha consentito di individuare alcuni luoghi e concetti spaziali che possono essere considerati particolarmente significativi per l’organizzazione dell’insediamento urbano. Essi possono essere denominati in tal senso “dominanti storico-ambientali dell’insediamento”.

Una fondamentale “dominante” dell’insediamento è rappresentata dal meccanismo evolutivo che configura un sistema di aggregazione di cellule elementari per la formazione del tessuto urbano.
L’esito di tale processo e il processo stesso rappresentano elementi invarianti del tessuto insediativo e, al tempo stesso, le coordinate di un cammino urbano che troverà altri elementi generatori nella coerenza dell’organizzazione dello spazio connessa con la progressiva costituzione dell’abitato. La casa rurale dell’arcipelago, nel suo schema più semplice, è formata da un solo ambiente con tetto a due falde, una volta coperto con vegetali. Il forno è esterno, oggi lo si può vedere anche semiesterno, cioè con l’imboccatura nella cucina e con la volta che risulta esterna rispetto al muro perimetrale della casa. Materiale impiegato è il granito in pezzame, o, più spesso, in blocchi parallelepipedi, delle dimensioni di cm 30x15x60. Il muro è praticamente a secco, perché la malta impiegata – che è un semplice impasto fangoso – ha lo scopo di otturare gli interstizi.
La calce è limitata all’indispensabile per il suo costo, dato che deve essere trasportata dalla Corsica. Con l’occupazione sarda la calce viene importata dall’isola di Tavolara, prima, e da Bonifacio, poi, perché viene reputata di qualità migliore e più economica di quella di Castel Sardo.
Il successivo sviluppo, che in Gallura ha condotto anche alla costruzione di un secondo piano, qui è avvenuto a preferenza per giustapposizione laterale. Il tipo di casa “gallurese”, divenendo cittadina, qui non ha potuto svilupparsi lungo un asse longitudinale come lo “stazzo”- evidentemente per il costo dell’area fabbricabile – e non ha perciò assunto quelle forme allungate tipiche della casa rurale, ma si è sviluppata in altezza.
L’influenza dell’architettura gallurese non solo risulta evidente dall’aspetto edilizio della città, ma è anche confortata da documenti d’archivio, che testimoniano dell’arrivo di muratori galluresi. La scala esterna è di origine forestiera, molto probabilmente risultato della convergenza di maestranze napoletane e pugliesi, che hanno anche dato un notevole contributo all’edilizia isolana introducendo l’uso della costruzione a volta, del tufo calcareo e della calce idraulica. Le case di Cala Mangiavolpe costituiscono un pittoresco elemento forestiero, che va scomparendo per le frequenti ricostruzioni dei fabbricati avvenute in questi ultimi anni ed effettuate con materiali e tecniche differenti. L’uso del mattone cotto, ad esempio, si è affermato principalmente verso la fine del secolo scorso ed il granito resiste come pietra ornamentale, essendo ormai abbandonato l’uso come pietra portante.
Dal punto di vista strettamente tipologico gli isolati sono frutto di una lenta stratificazione edilizia, avvenuta per sostituzione, che ha dato origine ad una struttura di “case a schiera aggregate”, organizzate, quasi sempre, lungo due direttrici principali e parallele tra loro. Da una più attenta analisi si può rilevare che: il numero delle aperture esterne varia con l’ampiezza del modulo che prevede, di norma, una finestra per vano. Al piano terra, oltre al vano d’ingresso, si trova il vano della bottega e, generalmente una finestra; ai piani superiori, destinati quasi sempre alla residenza, due finestre per piano, allineate con le aperture del piano terra. Le pareti laterali sono generalmente cieche. Lo sviluppo in verticale dell’unità edilizia postula l’isolamento del corpo scala dall’area residenziale e questo è ottenuto aumentando di un mezzo modulo circa il fronte dell’edificio.
L’affaccio su strada quindi oscilla da poco meno di quattro metri, per il tipo base, a un minimo di sei metri nel caso di tipo con vano scala indipendente. La profondità oscilla tra i nove e i quindici metri; l’altezza media dei piani è di circa tre metri e venti”.

Pierluigi Cianchetti