Partenza da Porto Torres – Arrivo alla Maddalena
Partenza da Porto Torres – Arrivo alla Maddalena – l’Albergo di Remigio – né carne né pesce – Questione alimentaria – Deficienza di persone di servizio – Modi di far le bagnature – luoghi più propizi per le medesime – Alloggi – Alberghi – Osterie – Acque di cui servirsi – desiderio di riforma nei centimoli
Il 26 Giugno alle ore dieci e un quarto antim. partii, con la mia amata figlia Maria, da Porto Torres sul vapore la Toscana comandata dal Capitano Maggiolo. Per quanto abile fosse la sua argomentazione per provarmi che il mare era placido, La mia resta, ed il mio stomaco non ne rimanevano convinti, ed io era prostrato in grande abbattimento aspettando, pavido, il passaggio delle Bocche di Bonifacio. Ma siccome sovente accade che l’imprevisto trionfo, così pure avvenne nel terribile stretto, i venti calmarono, i marosi raddolcirono, la calma più perfetta sopravvenne e con quella buona compagnia si arrivo all’Isola della Maddalena alle 4 e un quarto, dopo sei ore di navigazione. Accomiatatomi dal gentilissimo Capitano Maggiolo, io era in cerca di una barca per approdare a Maddalena, mentre con la sua veniva al mio incontro Pietro Battuello Segretario Comunale, quel desso che si era incaricato di provvedermi d’alloggio per il mio balneario soggiorno. Scesi a terra, e riconosciute comode le stanze destinatemi – mi recai a desinare nell’albergo di Remigio. Il rugghio delle viscere digiune si faceva sentire poiché non si era preso alimento alcuno dopo la partenza da Sassari. Ordinai del brodo, del manzo e qualche altra cosarella ad arbitrio del locandiere, ma questi incominciò a sconfortarmi dicendomi che in quel giorno non vi era carne in Maddalena. Il brodo ed il manzo si dileguarono con questa triste affermazione – ripieghiamoci, ripresi, mio buon Remigio, sopra del pesce; – il mare burrascoso d’ieri impedì ai pescatori di fornire oggi in questo borgo; – Questa fu la seconda dolorosa proposizione del primo oste di Maddalena. Dunque, replicai, voi non avete né carne, né pesce – in altri termini, non avete a darmi pressoché nulla. – Ritorni, Signor forestiero, fra un’ora ed Ella sarà servito a dovere. Questo fu l’ultimatum di Remigio. Molto diffidente, io ritornai all’Albergo all’ora indicata, e con molta sorpresa ebbi a pentirmi della mia diffidenza, poiché mi fu ammannito un eccellente desinare ed a discretissimi prezzi. Ho avuto sempre in dispetto gli ampi programmi che finiscono col “lungo prometter coll’attender corto”. Ho letto una grande quantità di programmi politici – di piani finanziari – di richiami letterari di manifesti giornalistici — tutti promettenti mari e monti e poi ebbi il doloroso spettacolo di assistere al nascimento d’un topo. – Evviva pertanto l’albergatore Remigo che con miseri elementi e con premesse discrete ha l’arte di soddisfare il viaggiatore affamato. Io lo raccomando caldamente ai futuri bagnanti. Le signore Raffo servono eziandio di buoni appartamenti e di buoni cibi coloro che non pigliano case particolari in affitto e che non vi desinano.
Per le persone di modesto stato vi é in Maddalena – l’Osteria degli amici – ma ponendovi piede l‘avventore non si deve dimenticare la borsa a casa – poiché l’insegna parla chiaro:
Amico – vieni e penza – cortesia si fa e non credenza
Per i bagnanti vi sono comode abitazioni presso le famiglie particolari, ma non essendosi ancora bene avviata la costumanza di fare le bagnature all’isola é prudente consiglio di prendere in tempo gli opportuni concerni per provvedere ad un buono alloggio – in quel borgo – crescendo notevolmente la popolazione – l’ultima statistica facendola ascendere a 1900 anime vi é pure un aumento notevolissimo nei fabbricati, che offrono di molte comodità – le scale in generale sono esterne, belle terrazzine adornano molte case ove si respira un’aria pura e saluberrima. Consiglio ai viaggiatori nell’Isola di recarsi seco qualche persona di servizio. I Maddalenesi, fieri di dominare in mare, sdegnano di servire in terra, dimentichi, che tutti servono quaggiù, ove non regna mai piena e perfetta indipendenza. Se non si seguirà questo mio avviso dal viaggiatore, mille imbarazzi lo circonderanno e rendemmo alquanto fastidioso il suo soggiorno nell’Isola. Non vorrei che tenendosi conto di ciò che mi accadde il giorno del mio arrivo nell’Isola si credesse potervi essere abituale deficienza di carne e di pesce. La questione alimentaria che si presenta sempre minacciosa, si risolve sempre felicemente, sovrabbondando a discretissimi pressi il pesce, o non mancando quasi mai la carne, tranne il venerdì, e vendendosi a prezzo moderato. In Maddalena si difetta alquanto e di frutta e di legumi e pero consiglio ai bagnanti o ai viaggiatori di portarsene o di farsene mandare, servendosi de’ piroscafi che frequenti approdano all’isola. L’acqua é buona? Rispondo: non e cattiva, sebbene non freschissima. Giusta le informazioni prese mi consta, le migliori acque essere quelle di fontana di Cala di Chiesa, di S. Stefano, di Busgeddu. Io credetti per lungo tempo che le acque di Busgeddu fossero le migliori, ma fui disingannato poiché non rappresentavano quelle del nostro Rosello. Volendo approfondire la materia chiesi un giorno al vicario della Parrocchia quali acque reputasse migliori ed egli mi rispose: – scusi, Don Pietro, non posso rispondere alla sua inchiesta – di acqua non me ne intendo, da 36 anni non ne bevo più. Or sono dieci anni, sotto il consolato del Cav. Don Simone Manca, mi adoperai a proporre con alcune lettere popolari la necessita ed i vantaggi di una buona conduzione d’acqua potabile. I miei desideri di due lustri sono per essere soddisfatti, poiché Sassari si avrà l’acquedotto desiderato. Mi sia permesso di esprimere l’istesso voto in favore di Maddalena e di disporre gli animi degli ottimati del luogo del luogo a rivolgere il loro pensiero su questo importantissimo argomento. Il vino che si beve in Maddalena é quello dell’Ogliastra ed é eccellente, l’Isola ne fornisce di ottima qualità, ma insufficiente a’ suoi bisogni. Il pane è squisito. La macinazione del grano è però delle peggiori che si possano immaginare e reclama una radicale riforma. In Maddalena si usano centimoli (e di questi ve ne ha oltre 200) che danno il minimo prodotto di qualunque siasi specie di molino. Essi per la loro costruzione cagionano grave danno alla salute delle donne incaricate di quel servizio, essendo compromessi considerevolmente i loro petti. Visitando col chiarissimo Signor Giovanni Biondi, Ingegnere del macinato, una casa ove esisteva uno dei detti centimoli, una buona e bella giovinetta che si adoperava nella molesta faccenda della macinazione del grano in quel barbaro modo, mi diceva – noi lavoriamo per il sostentamento altrui colla certezza che logoriamo in questa guisa la nostra vita. – Povera giovinetta!!! Dissi, e lo ripeto, una riforma nel sistema della macinazione del grano é indispensabile – la salute pubblica la invoca – il sentimento d’umanità la compirà – accompagnato da un beninteso principio di speculazione. Il signor Biondi, competentissimo nella materia, mi affermava che si potrebbe supplire a tutti i bisogni della macinazione del grano per l’isola con l’impianto di una piccola macchina a vapore della forza di due o tre cavalli – la spesa della quale potrebbe ascendere alla somma di quattro o cinque mila franchi e darebbe un buon lucro a colui che simile opera intraprendesse. Questi sarebbe un veto benefattore di Maddalena ed alla sua volta si mostrerebbe oculato cittadino, congiungendo al pubblico bene il proprio vantaggio. Raccomando ai miei amici di Maddalena ed anche ai capitalisti di altri paesi, L’esecuzione di quest’idea, feconda di grandissimi beni. Per esaurire gli argomenti di questo primo paragrafo: rimane ch’io accenni il modo di fare le bagnature. Nell’Isola della Maddalena non vi ha sin ora stabilimento alcuno balneario. E’ desiderabile che se ne costruisse uno poiché esso attirerebbe maggior numero di bagnanti nell’Isola. Frattanto mi torna grato il far conoscere che la natura ha predisposto quest’isola co’suoi svariati seni di mare, colle molteplici isolette che la circondano, colla chiarezza e limpidezza delle sue acque ad essere un luogo adattissimo per le bagnature. Se dovessi indicare il sito ove più convenevolmente si potrebbe erigere uno stabilimento balneario consiglierei quello di proprietà del signor Giuseppe Bargona (Bargone) detto Adrastrolu (Addastrolu), perché riunisce i migliori elementi all’uopo. La bontà d’animo ed il generoso patriottismo del detto proprietario renderebbero facili le trattative per riuscire nel benefico intento di dotare l’Isola di Maddalena di un buon stabilimento balneario. Sino a che pero non si pongano in atto questi buoni propositi, colui che aspira a fare i bagni nella Maddalena, si deve contentare di prescegliere i luoghi più adatti a questo scopo. Quelli che mi vennero raccomandati e ch’io frequentai sono siti nella Palude (Padule), la Moneta – nell’Isola di S. Stefano, nell’Isola della Paura. Se si eccettui il luogo già indicato d’Addastrolu, per le altre località abbisogna la barca. Di buone barche non difetta l’Isola, ed i barcaioli — marinari – pescatori dell’Isola sono della miglior pasta del mondo – rispettosi – ben educati ed in modo alcuno avidi. Le barche si noleggiano a giornate – a mezze giornate, ad ore. Nelle mie quotidiane escursioni, il marinaio Frau, di cui mi servivo nei brevi tragitti balneari, e che raccomando ai futuri bagnanti nell’Isola della Maddalena, si occupava all’arrivo nella spiaggia, di ricercarmi delle conchiglie, delle quali ho fatto una bella collezione, che fu considerevolmente arricchita da graziosissimi doni fattimi dal commendatore Millelire.
Maddalena e Caprera – Ricordi di Pietro di San Saturnino
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