Un ardito progetto per l’isola, un tunnel per rilanciare l’economia
Favorevoli i pareri dopo la presentazione dello studio – Una strada sottomarina ad oltre trenta metri di profondità – Verrebbe applicato un metodo sperimentato positivamente in Giappone e Canada.
Qualcuno già lo chiama il tunnel della rinascita quello che, secondo un ardito progetto, collegherà La Maddalena alla Sardegna. Il braccio di mare che separa la costa settentrionale sarda dall’isola di S. Stefano verrebbe così percorso su una strada asfaltata che corre ad oltre trenta metri di profondità. Una realizzazione che consentirebbe il raffronto fra ciò che è in progetto fra la Francia e l’Inghilterra per il superamento della Manica.
Per La Maddalena, comunque, sarebbe un’opera che porterebbe una nuova ventata di vitalità nell’economia della popolazione che vede languire le poche attività produttive.
L’idea di una realizzazione di tale genere nacque nel novembre del 1970 quando l’Amministrazione comunale propose di affidare alla Sfirs il compito di svolgere indagini e studi sulla possibilità di costruire una diga ponte che unisca La Maddalena alla costa settentrionale sarda. Lo studio, o meglio l’avanprogetto, è stato ora presentato nel salone degli assessori del palazzo civico maddalenino agli amministratori dal progettista, ing. Ugo Viale, presenti il sindaco Giuseppe Deligia, l’architetto Musumeci, l’economista dott. Parisi e il direttore del porto terminal di Cagliari conte Rosso di San Secondo.
Il progettista ha illustrato lo studio e tra le soluzioni vagliate, quella della diga-ponte, del ponte sospeso e del tunnel sottomarino, si è orientato per quest’ultima per il minor costo dell’opera ed anche per la possibilità di libera navigabilità nel braccio di mare, navigabilità sicura anche in condizioni eccezionali quali quelle dovute a crolli di strutture per azioni belliche, nessuna interferenza per l’esercizio della strada e della navigazione, utilizzo per il passaggio di canalizzazioni e di cavi telefonici, minima alterazione del regime Lo studio presentato dall’ing. Viale è una soluzione strutturale che è stata applicata con successo in Giappone e in Canada. E’ costituita principalmente da un tunnel sottomarino prefabbricato con elementi in cemento armato che, uniti fra loro, formeranno una galleria di circa un chilometro e mezzo con una sede stradale di sette metri e due banchine laterali di un metro e mezzo.
L’altezza della galleria è prevista in quattro metri e cinquanta.
Il tunnel, che poserà su un fondale di circa 35-40 metri, partirebbe grosso modo da Punta Nera nei pressi di Palau, per sfociare nell’isola di S. Stefano, nei pressi della Torre. Una strada carrozzabile attraverserebbe l’isola di Santo Stefano ( già esistente fino a Punta Sassu ) e da qui con un viadotto, posato su piloni, col terminale sul viale Ammiraglio Mirabello nell’isola di La Maddalena all’altezza di “Cala Chiesa”.
La realizzazione dell’opera richiederà due anni di progettazione e tre anni di lavoro e servirà a rompere l’isolamento e a fugare la grave stasi economica oltre che permettere l’installazione nell’isola di piccole e medie industrie. terra. per tutte le nostre attività”.
Cronache di un Arcipelago – Pietro Favale – La Maddalena – Ottobre 1989