Correva l’anno 1819

27 febbraio

Un editto proibisce il «porto di armi da fuoco e da taglio lunghe».

Correva l'anno 181911 aprile

Nasce Antonio Susini Millelire figlio di Francesco e Anna Maria Millelire figlia di Domenico Millelire, prima medaglia d’oro della Marina Sarda per i noti fatti del 1793. Nel 1840, poco più che ventenne tenta la fortuna nel Sud America, come tanti altri maddalenini e italiani di quel tempo, prendendo subito servizio come artigliere nella Repubblica dell’Uruguay a Montevideo ove conobbe Garibaldi e con lui insieme all’altro maddalenino Giovanni “Maggior Leggero”, condivisero gli avvenimenti e i fatti di guerra della Legione italiana del quale dopo poco Susini Millelire divenne eroico ufficiale. Nel 1841 è nominato ufficiale della Marina da guerra Uruguayana e nel 1848 quando Garibaldi torna in Italia per prendere parte alla guerra di indipendenza, il tenente colonnello Antonio Susini Millelire diventa comandante responsabile della legione italiana, promosso da Garibaldi, distinguendosi nella splendida difesa della capitale Montevideo assediata dalle truppe del generale golpista Oribe.

31 agosto

Il viceré impegna le Giunte locali dei villaggi a promuovere la coltura del cotone.

26 ottobre

Muore in carcere, nella torre di Santo Stefano, Cadeddu Giovanni (Giovanni Battista); Patriota. Nato a Cagliari, si laureò in Giurisprudenza e si dedicò alla carriera amministrativa. Divenuto tesoriere dell’Università, raggiunse una posizione di prestigio nella vita cittadina. Nel 1812 prese parte alla cosiddetta congiura di Palabanda, di cui il fratello era uno dei capi. Arrestato, fu condannato al carcere a vita; morirà in carcere nella torre di Santo Stefano. Per lo stesso reato, andò meglio al nipote Luigi, condannato a vent’anni di carcere, trascorse gli anni della pena a la Maddalena, e solo nel 1830 ottenne la grazia dal re, ma gli fu vietato di lasciare l’isola, dove passò il resto dei suoi giorni. Il 6 novembre il governo di Cagliari comunica la notizia al cavalier Lomellini, ministro di Stato e primo segretario per gli Affari interni a Torino. Erroneamente Antonio Cabras lo indica come figlio di Salvatore, confondendolo con il nipote Giovanni Antonio Efisio.