CronologiaMilleottocento

Correva l’anno 1892

La saggia politica amministrativa condotta prima dalla giunta di Pasquale Volpe e poi da quella guidata da Gerolamo Zicavo in una congiuntura più favorevole, portò alla realizzazione di importanti lavori pubblici, alla razionalizzazione e alla pavimentazione di strade e piazze, all’avvio di un sistema di fognature degne di tal nome.

Il francese Dufourmantelle visita l’arcipelago: pubblicherà l’anno seguente le sue impressioni in Une visite au Gibraltar italien. Excursion du yacht Euxène à La Maddalena. Interessanti testimonianze sullo stato dei lavori della base navale. L’autore, fra l’altro, riporta che nella piazza XXIII Febbraio è ancora visibile il cippo con la palla di cannone sparata da Napoleone durante l’attacco a La Maddalena del 1793.

L’avvocato Filippo Orecchioni è sindaco di Santa Teresa. Ricoprirà l’incarico fino all’anno successivo.

Pasquale Cugia, nel suo Nuovo Itinerario dell’isola di Sardegna, dà alcune notizie: “La Torre di Santa Teresa è occupata dalle guardie di Finanza; Vi sono a Santa Teresa due molini a vapore che provvedono di farina anche Tempio; Da Santa Teresa parte il cavo telegrafico che unisce la Sardegna alla Corsica e indi al Continente; fu il primo ad essere collocato nell’intento di allacciare anche l’Africa”.

Bertlin (ingegnere maltese arrivato sull’isola per estrarre e commercializzare il granito), avviò per il comune la pavimentazione delle vie Monte Sinai (attuale via Cristoforo Colombo), piazza degli Olmi, via Olivi, via Padula, parte di piazza Renedda, via Italia, via Garibaldi, via Marina, piazza del Molo e la mulattiera vicino alla Capitaneria. I rapporti con l’amministrazione erano improntati a collaborazione documentata da minuti fatti, quali la richiesta del comune a Bertlin per fruire della polveriera della cava dove depositare micce e polvere da usare nei lavori in economia per lo scavo del cisternone di piazza di Chiesa. Ma esiste una prova indiretta della preferenza accordata dal Consiglio a Bertlin in una lettera di denuncia scritta da Pietro Susini, proprietario di una cava a Santo Stefano, attiva, a detta del proprietario, da 25 anni. Susini denunciava il fatto che nel capitolato d’appalto per diversi lavori pubblici, quali lastrico di strade e costruzione del mercato, era stata posta la clausola “sarà rifiutato il granito proveniente dalla vicina isola di Santo Stefano”, ciò che rendeva impossibile l’uso del suo materiale “nei lavori di questo paese”, lo discreditava anche all’esterno e lasciava campo libero solo alla cava di Bertlin. Questi, intanto, era stato nominato collaudatore del mercato civico e, il 6 marzo 1895, del nuovo cimitero: ma due giorni dopo moriva per un attacco di cuore a 53 anni e tutto quello che aveva lasciato come eredità personale veniva venduto dal curatore testamentario “ai pubblici incanti” il 16 maggio successivo. Per un breve periodo l’organizzazione messa in piedi da Bertlin continuò a dare i suoi frutti e Ammannati fornì materiale di nuova ordinazione, ma già alla fine di quell’anno il sindaco asseriva che la cava “per mancanza assoluta di lavoro e di richieste di materiale si trova ora abbandonata”.

Augustin Piras è sindaco di Bonifacio.

Pasqualino Serra noto “Guarrè” (1854 – 1924) acquista l’isola di Santo Stefano nel 1892 dai conti Federici di Brescia, un suo avo omonimo (Pasquale Gennaro Serra) sarà stimato imprenditore e uomo politico e diventerà assessore provinciale e sindaco di La Maddalena.

Pasquale Serra noto “Guarrè”

febbraio

Una testimonianza sui carnevali maddalenini dell’800 l’abbiamo da una corrispondenza di un certo Alfa che su un giornale del 1892 così scrive: “Non si può dire, che, nella penisola e nell’isola madre quest’anno il carnevale dormicchi, e che debbasi relegare il carnevale addirittura fra i ferrivecchi perché la modernità scettica vuol far mostra di superiorità col condannare tutto che si ha di sistematico, di convenzionale”. “ma l’antico e notissimo ‘Semel in anno licet insanire’, rimarrà trionfante fino alla consumazione dei secoli…….Ieri durante il concerto della banda di Marina (probabilmente al Palco della Musica appena costruito), c’è stata una passeggiata piuttosto animata nella piazza Umberto I (allora “A Rinedda”). Non posso parlarvi né di maschere né di mascherate, che, a questo riguardo ‘ un bel tacer non fu mai scritto ‘. Noto per la cronaca, che alcuni operai sassaresi, qua residenti, furono quelli che, in foggia più o meno strane, e non tutte pulite, sostenevano l’onore delle armi. Un costume nuovo fiammante di ‘principale’ ozierese era indossato da un ufficiale di marina che attorniato da una turba di ragazzi, andava distribuendo manciate e manciate di finissimi confetti. Noto pure che in via Garibaldi, c’è un ballo pubblico, aperto di giorno e di notte, e che in alcune famiglie private si è cercato un pò di rompere il ghiaccio“. Notizia quanto mai consolante: a La Maddalena nel 1892 si facevano già le maratone di ballo, danzando ininterrottamente per 24 ore.

28 febbraio

Interessante testimonianza del sindaco Zicavo sulla lavorazione del bisso ricavato dalla Pinna nobilis.

2 marzo

Muore in Roma il comm. avv. Nicolò Ferracciu. Nato a Calangianus nel 1819. A 19 anni si addottorava in Leggi. Nel 1847 fu nominato professore di Economia politica e di Diritto commerciale. Eletto deputato per 11 legislature. Rifiutava dal Governo la decorazione per l’opera prestata a Sassari durante l’invasione del colera nel 1855. Nel dicembre 1878 fu ministro della Marina, e nel 30 marzo 1884 di Grazia e di Giustizia. Sdegnoso, integro, severo, d’una volontà indomabile, d’un carattere adamantino, non piegava a pressioni né ad onori; ribella vasi a quelle, sdegnava questi quando il suo dovere v’entrava di mezzo. Il Comune di La Maddalena gli dedicherà una piazza all’interno del Centro Storico cittadino.

30 giugno

Arriva a La Maddalena lo yacht Euxène per una crociera. Vedi anche: Une visite au Gibraltar italien

Cimitero vecchio, Chiesa e lotti adiacenti

agosto

Il Consiglio Comunale di La Maddalena, nell’agosto del 1892, avendo preso atto della difficoltà di ampliare il cimitero originario, oramai insufficiente a soddisfare l’avvenuto incremento della popolazione, decise, di realizzarne uno nuovo nella zona alta ed areata dell’isola, denominata Trinita (Collo Piano), nelle vicinanze della prima chiesa dell’isola edificata nel 1768 e dedicata, in seguito alla costruzione dell’attuale Chiesa Parrocchiale, terminata nel 1819 e intitolata a Santa Maria Maddalena, alla Santissima Trinità. Il lavori vennero affidati nel 1894 all’impresa Giacomo Borrione per l’importo di 53.529,78, mentre il terreno venne espropriato agli eredi Zonza, Panzano, Millelire, Azara e Ornano per un esborso complessivo di £. 6.261,90. Il primo becchino fu Antonio Brigida, mentre il primo custode fu Giuseppe Onorato. I lavori del nuovo cimitero terminarono nel 1895, esso era collaudato con i dovuti adempimenti, anche se il vecchio camposanto rimase ancora in funzione, infatti vi si costruirono ancora cappelle familiari sul finire del secolo, quali quelle dell’importante famiglia dei Susini, Anna Maria (nel 1895) e suo padre Pietro (nel 1897), noto curatore dei terreni e degli affari di Garibaldi a Caprera.

22 agosto

Nasce Luigi Sebastiano Baffigo, fresco di studi venne arruolato in fanteria ed avviato al corso Ufficiali. Divenuto sottotenente venne destinato a rimpinguare i vuoti lasciati dai numerosi ufficiali morti durante gli assalti, da loro condotti alla testa delle truppe. Così all’epoca concepivano le tattiche di guerra dei generali di ottocentesca formazione militare. In uno di questi assalti cade sul Monte San Michele il giovane Baffigo, aveva 23 anni ed era il giorno dell’Epifania, il 6 gennaio del 1916. Di lui ci resta un’immagine del suo funerale, che si svolse nel 1923, quando i familiari fecero traslare il suo corpo, dal cimitero di guerra a quello dell’isola. In questa foto, possiamo cogliere alcuni particolari che ci permettono di inquadrare temporalmente e geograficamente l’evento. Innanzitutto, le persone: al centro dell’immagine un gruppo di camicie nere armate di manganello, che, inquadrate, attendono il passaggio del feretro, vari ragazzini vestiti da piccoli marinai, poi tanta gente, bimbi, adulti, soldati e marinai, mentre il corteo funebre, individuabile dalle bandiere, in alto nella foto. Sullo sfondo, piuttosto sfocata, ma riconoscibilissima, l’isola di Santo Stefano all’estrema destra si intravede il cancello d’ingresso del lato Nord del “Cimitero vecchio”, con parte del muro di cinta. La zona è priva di tutte le abitazioni e palazzi che oggigiorno non consentono la stessa visuale della foto, ma credo, con una certa sicurezza, che la parte di strada inquadrata è quella che, all’altezza del negozio di ferramenta Banchini, sale verso il “Cimitero nuovo”. Alla memoria di Sebastiano Baffigo venne concessa una medaglia al valore alla memoria, con la seguente motivazione: “Costante esempio di zelo, attività e sprezzo del pericolo, mentre era intento allo studio del tracciato di un camminamento, importante da costruirsi in zona intensamente battuta, cadeva colpito a morte.” – San Martino del Carso 6 gennaio 1916.

23 agosto

In quest’anno si sentì il bisogno di dotarsi di uno stemma civico. La Commissione giunta a La Maddalena il giorno 8, consegnò al Municipio il nuovo stemma gentilizio, realizzato da Gualtiero Mancini (garibaldino dei mille). La scritta recitava: “Herois cineres litoraque Ausoniae tutor, poi tramutato nella versione attuale: Herois cineres tutorque oras latinas”. Seduta Consiliare del 23 agosto 1892. Presenti nell’aula consiliare: Zicavo cav. Gerolamo Sindaco Presidente, Lantieri cav. Domenico. Frau Pietro, Pieghi Raffaele, Alibertini cav. Luigi, Manini Giuseppe, Alibertini Sebastiano, Biagi Battista, Bargone Giovanni, Variani cav. Antonio, Culiolo avv. Domenico, Volpe Pasquale, Larco Giuseppe, Susini Pietro e Susini Francesco. Questi gli uomini che decisero di adottare lo stemma civico di La Maddalena con l’iscrizione in latino. Ecco alcune parti tratte dal erbale della seduta, essendo segretario Altea: “Il sindaco espone che uno stemma civico per la Maddalena è da tempo un legittimo desiderio. L’importanza della proposta che viene fatta non può certamente sfuggire a alcuno … La Maddalena marinara con orgoglio vanta nella storia una pagina di nobilissime tradizioni. Quanti erano anticamente gli abitanti di questo baluardo d’Italia, tutti ben meritarono della patria … La Maddalena vanta la gloria di essere custode gelosa della tomba del generale Giuseppe Garibaldi la quale rappresenta la vita di un’isola sacra ai popoli che si perpetuano le memorie delle glorie e trionfi. A questi principi informata, la proposta che ha l’onore di presentarvi un bozzetto dello stemma civico maestralmente elaborato dal distinto artista sig. Gualtiero Mancini Segretario del Comitato Nazionale a Roma ha un concetto alto ed ammirabile per tenersi certo che essa verrà a pieni voti deliberato … la nobile missione a cui è designata La Maddalena per la sua posizione geografica e quale custode della tomba di Giuseppe Garibaldi. E invita il Consiglio a deliberare.
Il Consiglio Considerando che dotare il paese di uno stemma civico è un dovere che ormai s’impone per la trasformazione economica dovuta alla presenza militare. Che il bozzetto dovuto all’egregio artista Gualtiero Mancini ha interpretato i sentimenti della Rappresentanza Comunale e con un’indagine rigorosa del bello campeggia il guerriero leggendario e intagliato agli angoli di foglie e fiori che sono il simbolo delle sue glorie. Che nel suo insieme il bozzetto è pieno di sentimenti, avente i fortilizi in testa e chiudente colla iscrizione: Erois Cineres Litoraque Ausoniae Tueor. Delibera unanime …”. Nell’iscrizione riportata nella citata eliberazione manca H ad erois come nell’attuale stemma. Lo stemma in seguito fu cambiato in: Herois Cineres Oras Tutorque Latinas. Qualcuno dice in maniera errata, in quanto il que (congiunzione enclitica che si pospone come suffisso alla parola seguente) doveva essere posposto ad oras. Intendendo: proteggo le ceneri dell’eroe e le spiagge.

settembre

Pietro Susini, proprietario di alcuni terreni nell’isola, invia al Consiglio Comunale di La Maddalena la seguente lettera della quale riportiamo il testo integrale: “Mi onoro significare a codesto rispettabile Consiglio quanto segue: Avendo preso conoscenza dei Capitolati d’appalto che il Comune ha bandito per la costruzione delle strade e del Mercato, vi rinvengo una clausola così concepita: Ora io posseggo in detta isola una cava di granito di buona qualità, che posso provare mediante certificati rilasciati da Corporazioni competenti nella materia, dallo smercio che dura da più di 25 anni in diverse piazze del Regno, e dal giudizio degli scalpellini che ivi hanno lavorato. La suddetta condizione oltra a rendere impossibile l’impiego del mio materiale nei lavori di questo paese, lo discredita innanzi ad altri eventuali lavori sia in Sardegna che in Continente, per cui vengo ad essere leso nei miei interessi. Per questa ragione mi rimetto alla saggezza di cotesto rispettabile Consiglio, per poter rimediare nel miglior modo possibile la faccenda, avvertendo che in caso contrario mi troverò nella dura necessità di agire giudiziariamente per indennizzo dei danni arrecatimi da un tale pubblico discredito della mia cava. Questo documento, rinvenuto nell’Archivio Storico del Comune di La Maddalena, ci fa capire che le cave di granito all’isola di Santo Stefano esistono già dal 1867, ci troviamo nello stesso periodo di apertura di quelle di Cala Francese. L’attività estrattiva prende il via.

26 settembre

Riconosciuta la necessità di provvedere il paese di un edificio da adibire stabilmente a Mercato pubblico, in luogo del mercato ambulante che si svolgeva al di là di un muro che delimitava la piazza Garibaldi verso il mare, ed essendosi prescelta quell’area che si trovava al lato della Piazza dell’Olmo, l’ing. Serra fu incaricato, senza impegno, di redigere un progetto di massima che non piacque agli amministratori. Questi incaricarono l’Ing. Comunale Domenico Ugazzi di predisporre uno studio di massima per permettere all’Amministrazione, prima di ordinarne il progetto definitivo, di esaminare le generalità, le linee principali del progetto stesso ed occorrendo proporre le modificazioni ed aggiunte che ritenesse opportune. Rispondendo a tale incarico l’ing. Ugazzi delineò due diversi tipi di mercato, entrambi a forma squadrata, uno col lato maggiore lungo la Piazza ed il lato minore lungo la via che portava alla marina, anche per evitare le questioni, o per lo meno le lunghe pratiche, che potevano svolgersi col Demanio, qualora si fosse occupata una porzione importante della località allora destinata a scalo.
L’altro, al contrario, col fronte principale più corto e aperto verso Piazza Garibaldi.
Esaminati i due progetti di massima l’Amministrazione, dopo lunghi e approfonditi dibattiti anche in Consiglio comunale, scelse una soluzione di compromesso privilegiando in qualche modo la seconda soluzione, non solo perché comportava una spesa minore ma perché si intendeva privilegiare la possibilità che il pubblico aveva di accedere alla struttura direttamente dalla piazza e dalle importanti strade pubbliche che ad essa confluivano. L’edificio, costruito dall’Impresa Iacoponi Vittorio di Livorno, fu consegnato il 26 settembre 1892 e venne terminato il 15 novembre del 1893”.  Dalla relazione del progetto definitivo del “Restauro del Mercato Civico” (nov. 2013) redatto dagli architetti E. Cenami, P. Simonetti, S. Ticca e P. Cianchetti, riportiamo le seguenti notizie: “I lavori furono collaudati dall’ingegnere inglese Giorgio Bertlin, con l’ultima visita il 22 Settembre 1894, in cui fu rilevato che il mercato era già in funzione“.
Nel 1896, verificata la necessità di trovare una nuova sede per il municipio, si propose di sopraelevare a tale scopo il mercato di almeno un piano, spostando le attività commerciali in altro fabbricato posto al centro dell’abitato, ma la proposta fu respinta per i problemi igienico sanitari che lo spostamento del mercato in quel sito avrebbe comportato.
Individuata un’area ad est del mercato, su progetto dell’ingegner Giuseppe Franchetti (o secondo altre fonti dell’ing. Domenico Ugazzi), si intraprese nel 1899 la costruzione del nuovo edificio della casa comunale che, dopo lunghe vicissitudini per motivi tecnici, fu ultimato nel 1909.
L’aspetto del fabbricato rimase tale sino ad anni recenti, quando data la crescita della popolazione, fu realizzato un solaio sulla corte interna per avere uno spazio coperto anche per i fruttivendoli.
La piacevole veste del Mercato è marcatamente Beaux-Arts, nell’uso assolutamente simmetrico della scansione delle aperture, nella profilatura degli elementi architettonici, nell’uso del bugnato nei cantonali, nella definizione delle superfici intonacate a larghe strisce orizzontali.
D’altronde questo figlio del sentire del periodo e serviva a dare un carattere di importanza aulica agli edifici pubblici, come nel vicino Municipio, in cui gli stessi stilemi si caricano maggiormente.
Particolarmente piacevole è l’ingresso al Mercato dalla Piazza Garibaldi, con la cancellata inframmezzata da pilastri bugnati; mentre appare più semplice il prospetto verso mare con accesso a doppia rampa di scala contrapposta.

27 settembre

Muore a Cagliari, Caterina Albano moglie di Efisio Gramignano garibaldino dei Mille. Caterina era nata a La Maddalena il 4 ottobre 1831.